Il Ministero della Cultura ha predisposto i criteri di riparto del fondo per il funzionamento dei piccoli musei istituito a fine 2019 con la Legge di Bilancio. Il fondo, per l’anno 2024, ha una dotazione di 1,9 milioni di euro (erano 2 mln nel 2023) e si rivolge ai musei regionali, provinciali, civici o privati, gestiti da soggetti pubblici o da Enti del terzo settore e organizzazioni non profit, che non sono stati destinatari, nell’ultimo biennio, di contributi o finanziamenti statali. Le risorse saranno ripartite previa verifica dei requisiti di ammissione e valutazione di merito delle proposte progettuali e comunque in misura non superiore a 100.000 euro per ciascun beneficiario.
Entro trenta giorni dalla data di registrazione del decreto, la Direzione generale Musei pubblica nel sito web del Ministero della cultura un apposito avviso, contenente le modalità di svolgimento della procedura di riparto del fondo, l’indicazione dei termini per la presentazione delle domande, e i criteri di assegnazione dei punteggi ai fini dell’elaborazione della graduatoria finale. All’esito della procedura, le assegnazioni dei finanziamenti di cui al fondo per il funzionamento dei piccoli musei, avverranno con decreto del Direttore generale Musei.
Per piccolo museo si intende un’istituzione permanente aperta al pubblico, senza scopo di lucro e al servizio della società che effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e immateriale, avente entrate annue non superiori a 50.000 euro. Non concorrono al raggiungimento del limite di cui al primo periodo le entrate destinate alle spese per il personale. Le risorse saranno ripartite previa verifica dei requisiti di ammissione e valutazione di merito delle proposte progettuali.
Possono partecipare alla procedura i soggetti in possesso dei seguenti requisiti: a) avere sede in Italia; b) avere adottato uno statuto o regolamento, con atto pubblico o privato, in cui risulti l’istituzione dell’ente, la sua organizzazione e la sua missione; c) garantire l’apertura al pubblico per almeno 24 ore settimanali compreso il sabato o la domenica ovvero, nel caso di aperture stagionali, almeno 100 giorni l’anno; d) aver svolto negli anni 2022, 2023, almeno cinque iniziative rivolte alla comunità locale e al territorio nel quale operano; e) aver creato almeno una pagina web o un profilo social dedicato alla comunicazione e promozione del museo.
Il progetto potrà prevedere eventuali contribuzioni economiche aggiuntive a carico dei partner di progetto per una più efficace realizzazione dell’intervento. La quota o le quote di cofinanziamento potranno essere ottenute anche tramite l’utilizzo di finanziamenti erogati da enti terzi (pubblici e privati) al soggetto proponente. In tale caso il budget dovrà essere riferito all’intero progetto, comprensivo delle attività realizzate dai partner, evidenziando quali voci sono a carico del presente finanziamento. La valutazione avviene tramite l’attribuzione di un punteggio di merito assegnato da un’apposita Commissione, secondo i criteri che saranno definiti nell’Avviso che sarà redatto dalla Direzione generale Musei e che darà luogo a una graduatoria. I progetti saranno finanziati in ordine decrescente, partendo dal punteggio massimo e fino a esaurimento delle risorse disponibili.
I progetti possono riguardare: a) Realizzazione di apparati informativi e comunicativi volti a migliorare la fruizione culturale dei musei e dei rispettivi contesti territoriali, valorizzando la dimensione materiale e immateriale del patrimonio diffuso sul territorio, attraverso il coinvolgimento dei destinatari nella fase ideativa e progettuale (ad esempio: integrazione dell’offerta di rete attraverso la progettazione partecipata di itinerari tematici e percorsi di visita sostenuti da servizi multifunzionali); b) Azioni volte alla promozione e alla salvaguardia del patrimonio culturale e del suo contesto territoriale (ad esempio: innovazione nelle forme di gestione e fruizione di siti anche non regolarmente aperti al pubblico, coinvolgimento di soggetti pubblici e privati nelle attività di gestione, promozione e fruizione culturale, anche attraverso l’organizzazione di occasioni pubbliche di divulgazione interdisciplinare dei risultati conseguiti, attività di “museum theatre”, laboratori sperimentali, attività didattiche volte alla formazione e all’educazione al patrimonio); c) Miglioramento delle funzioni di orientamento e accoglienza (ad esempio: progettazione partecipata di spazi dotati di strumenti di interpretazione funzionali alla fruizione integrata dei servizi culturali territoriali); d) Progettazione e (ri)allestimento degli spazi espositivi esistenti (ad esempio: creazione di rimandi al museo diffuso e progettazione di aree espositive inclusive di testimonianze e narrazioni capaci di integrare il punto di vista degli stakeholders locali e dei destinatari); e) Implementazione e messa a regime di nuovi servizi/programmi di mediazione e educazione al patrimonio (ad esempio: ideazione di percorsi di visita integrati come esito di un processo partecipato di formazione e co-progettazione condivisa anche con soggetti del terzo settore, presidi slow food, ecc.); f) Realizzazione ex novo o riprogettazione dei sussidi di mediazione permanenti per la visita autonoma (ad esempio: predisposizione di sussidi utili a favorire il dialogo e l’interazione tra visitatori, anche ricorrendo alle nuove potenzialità della comunicazione digitale); g) Interventi di messa a norma e per il superamento e/o l’eliminazione di barriere architettoniche.