Frammenti di storia etrusca, dalla Padania alla Campania, Schioppo racconta l’eredità dei Tyrsenoi

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di Fiorella Franchini

Gli Etruschi sono più vicini di quanto si creda. Giovanni Schioppo, fisico e matematico, con la passione per la Storia Romana, con il terzo volume dedicato a uno dei popoli più misteriosi del nostro passato, – Frammenti di Storia Etrusca , dalla Padania alla Campania – Kairòs editore 2019 – ci accompagna lungo un interessante itinerario che conduce fino alla terra campana. L’autore descrive luoghi, racconta fatti, analizza cause ed effetti, propone teorie senza usare alcun tono accademico. Un saggio di facile lettura che, riassumendo le tappe più importanti di questi nostri antenati, suggerisce affascinanti approfondimenti. Un grande lavoro di sintesi delle fonti biografiche, autori antichi come Livio, Dionigi di Alicarnasso, Diodoro Siculo, e moderni, Massimo Pallottino, Mauro Cristofani, Giovannangelo Camporeale, Marta Sorti, per dipanare dubbi e porre nuovi interrogativi. “La storia di questo popolo, – precisa l’autore nell’introduzione – essendo stata scritta principalmente dai romani, cioè, come sempre accade, dai vincitori, è ricca di lacune sia per quanto riguarda i vari periodi e i personaggi che ne costruirono la trama, sia per quanto riguarda le vicende che interessarono i rapporti tra le varie lucumonìe.” Tuttavia, l’articolata esposizione delle vicende, arricchita da un ampio resoconto delle condizioni geopolitiche dei principali popoli che solcavano le rotte del Mediterraneo occidentale nel VII secolo a. C, costituisce un’esauriente narrazione degli aspetti più rilevanti dell’eredità etrusca e dell’identità italica che si mostra, fin dalle sue origini, multietnica e multiculturale. Schioppo racconta con la scrupolosità dello studioso e la scorrevolezza del narratore, rivolgendosi a un pubblico di esperti ma anche di curiosi. Lo studio abbraccia il periodo storico che va dalla fine del VII secolo a. C. corrispondente all’ascesa al trono di Tarquinio Prisco, primo re etrusco, alla vigilia della seconda guerra punica proponendo originali ipotesi su vicende ancora irrisolte o indecifrabili come l’ascesa al trono di Servio Tullio, o il prodigio del lago Albano che segnò la caduta di Veio. L’autore si sofferma sulle vicende che caratterizzarono Roma con la dinastia dei suoi re etruschi, sulla conflittualità tra il sodalizio etrusco- punico e la greca Siracusa, dal vittorioso scontro di Alalia alla disastrosa battaglia navale di Cuma, evento che segnerà la fine dell’Etruria Campana. La chiarezza espositiva offre nozioni e strumenti critici per conoscere un popolo antico e, al tempo stesso, per comprendere la logica del lungo processo di trasformazione storico- sociale che ha interessato la penisola, partendo da quella regione d’Italia compresa tra l’Arno e il Tevere che gli studiosi hanno poi chiamato Etruria propria, diffondendosi poi nella pianura padana e nei centri campani che gravitavano intorno a Capua, nel salernitano, da Nocera, a Pontecagnano, Fratte, Nola, Acerra e, forse Suessola, Ercolano, Pompei, Sorrento, fino a Sala Consilina nel Vallo di Diano. Strabone ricorda come i Tyrsenoi vi avessero fondato ben dodici città, replicando il modello della dodecapoli già conosciuto nei territori centrali e settentrionali. Una storia coinvolgente che, gradualmente, al fascino del mistero sostituisce una profonda partecipazione, la consapevolezza di radici ritrovate. Nel patrimonio genetico degli italiani, nelle tradizioni, nella lingua e nel pensiero, non è difficili ritrovare i segni di questa cultura raffinata e intimamente moderna. Gli scavi archeologici ci raccontano di una civiltà molto avanzata, soprattutto dal punto di vista sociale, nella quale le donne godevano di piena libertà e autonomia. Avevano gli stessi diritti degli uomini, ricevevano un’istruzione, potevano avviare un’attività, avevano una tomba propria e usufruivano dell’eredità, avevano la facoltà di trasmettere ai figli il proprio cognome, assistevano alle cerimonie pubbliche, agli spettacoli, ai giochi sportivi e presenziavano ai banchetti e ai simposi accanto al marito. A questo proposito, gli Etruschi erano molto abili nell’arte culinaria, precursori del buon mangiare contemporaneo e mantenevano relazioni intense con le altre culture. Dopo nove secoli, come previsto dagli aruspici, la potenza etrusca è tramontata definitivamente ma la sua eredità è rimasta attuale. Giovanni Schioppo prende per mano i lettori e li conduce in un viaggio intrigante e, finalmente, troviamo parole adatte a nutrire la mente e non solo le emozioni.