Francia, da Salerno a Marsiglia: la storia di Erminda e del suo sogno d’impresa

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Avere il coraggio di “intraprendere”, di fare tesoro della propria esperienza per investire su se stessi e dare il via a un capitolo professionale indipendente. Erminda Gallo è una giovane donna di 34 anni, vive a Marsiglia e da settembre 2020 è imprenditrice. Il suo percorso ha inizio a Salerno, sua città d’origine, e si arricchisce attraverso tappe, progetti, confronti, con cui costruisce un curriculum d’eccezione. Un lungo “viaggio” che l’ha portata lo scorso autunno a registrare in Francia una società che porta il suo nome, “Erminda Gallo”. La società si occupa di comunicazione e marketing digitale, traduzione e organizzazione di eventi.

Ma facciamo un passo indietro. La prima tappa per Erminda è Trieste, dove nel 2011 si laurea in Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori. Nel 2012 la scelta di volgersi oltre i confini italiani: «Dopo la laurea ho presentato domanda al MIUR per fare uno stage in una istituzione estera, indicando Marsiglia e Barcellona, e dopo alcuni mesi fui chiamata per tre mesi al Consolato di Marsiglia. Quello è stato il primo approccio con la città, che non conoscevo. Al Consolato mi sono trovata benissimo, ho avuto la possibilità di lavorare in tutti gli uffici imparando molto. Ma non era il momento di mettere radici in Francia: dopo lo stage sono tornata a Trieste, dove ho lavorato per un’agenzia di eventi internazionali». Anche in questo caso si tratta di un contratto a tempo determinato, al termine del quale decide di tornare a Salerno. “Dopo pochi mesi ho però realizzato che non era possibile tornare alle origini e ho cominciato a cercare lavoro a Bruxelles. E proprio quando stavo per comprare il biglietto aereo, il Consolato di Marsiglia mi richiama offrendomi l’opportunità di lavorare ancora per loro. Ho accettato subito”.

Dal 2013 si succedono varie esperienze lavorative: dopo il Consolato è la volta del Mucem, Museo delle civiltà dell’Europa e del Mediterraneo, dove lavora come mediatrice linguistica culturale, per poi passare a un’azienda armena di prêt-à-porter femminile marsigliese, “un’azienda familiare, eravamo circa venti persone, ricoprivo il ruolo di commerciale e responsabile logistica per la Spagna, curando anche marketing e comunicazione. Ho lavorato lì per un anno: è stata un’opportunità molto formativa, la prima esperienza lavorativa forte”. Parallelamente a quello lavorativo, Erminda inizia il suo inserimento sociale a Marsiglia, vivendo come tutti gli italiani all’estero l’esperienza di doversi orientare, avere punti di riferimento, conoscere persone. Da qui l’idea di creare un gruppo su Facebook, una sorta di piattaforma aggiornata sulla vita marsigliese. “Nel 2014 ho creato su FB il gruppo Les sorties marseillaises au quotidien! (Uscite/notizie quotidiane a Marsiglia!) che oggi conta trentasettemila persone. Volevo sapere cosa succede a Marsiglia: non conoscevo tante persone, eravamo un gruppo a maggioranza italiana e ho pensato di creare un riferimento social per conoscere gli eventi, condividere interessi. Non c’erano i gruppi WhatsApp e la nostra comunicazione passava soprattutto da lì, e lo è ancora oggi, con il gruppo che continua a crescere e a creare costantemente interesse”.

Nello stesso anno passa a un’azienda di comunicazione digitale, un’esperienza che dura cinque anni: “Cercavano una traduttrice di italiano e francese che conoscesse un po’ di comunicazione e marketing, in cinque anni sono diventata responsabile marketing per l’Italia. A quel punto ho iniziato a pormi delle domande sul futuro, sui miei progetti”. In questa fase interlocutoria partecipa a un seminario sul tema “Osare per riconvertirsi” e inizia a maturare l’idea che l’avrebbe condotta a diventare imprenditrice: “Prendi la tua vita in mano e trasformala è stato il leitmotiv di quei giorni, sapevo che qualcosa stava accadendo in me”. Tra dubbi e nuova pianificazione lavorativa – “I miei progetti erano diventati chiari ma temevo di non riuscire, di non esserne capace” – nel 2019 Erminda si sposa con Clement e lavora per un anno presso il BGE (Booster et Garant de l’Entrepreneuriat), una rete nazionale che accompagna nella creazione di attività di impresa, ed è proprio lì che decide di aprire la sua società. “Tutto questo non sarebbe stato possibile in Italia: ho dovuto disfarmi di molte credenze e paure. Quando ho lasciato il primo contratto a tempo indeterminato non sono stata compresa, mettersi in proprio non è facile: avevo i miei timori prima di lanciarmi ma oggi so di aver fatto quello che volevo. In Francia sono stata accompagnata nella creazione dell’azienda da un punto di vista giuridico e non solo. E io che pensavo di essere troppo giovane ho conosciuto donne imprenditrici che hanno dato il via alla propria attività a 25 anni”. La società porta il suo nome “perché la gente mi conosce e riconosce il mio lavoro”.

(fonte 9Colonne)