Fratture da fragilità, al via progetto Impact in 10 centri italiani

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(Adnkronos) – Ossa fragili sotto la lente della Siommms, la Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro, con il progetto Impact. “Prevede l’applicazione del modello del Fracture liason service (Fls), un sistema per identificare e inserire il paziente che si è fatturato, o è a rischio di frattura, in un percorso che lo identifichi, ne faccia diagnosi e terapia e lo segua, eventualmente, dopo l’evento fratturativo. In 10 centri di riferimento Siommms sperimenteremo l’Fls, applicando questo percorso per vedere se è fattibile, è cost-effectiveness, cioè sostenibile dal punto di vista economico, e applicabile su scala nazionale”. Così Iacopo Chiodini, presidente Siommms, durante il XXII Congresso nazionale della società scientifica, in corso a Bari fino al 15 ottobre. 

“In Italia – spiega lo specialista – si verificano circa 500mila fratture da fragilità all’anno: più di 100mila sono di femore”. Queste determinano, “oltre a una mortalità importante, costi per i pazienti e anche per il sistema sanitario nazionale”. Attualmente “questi pazienti non vengono identificati in modo adeguato in Italia, solo una minima parte (uno su 5)” lo è, “perché nei pronto soccorso italiani non c’è da subito l’identificazione del paziente con fragilità”. Invece, come previsto nel progetto Impact, “il paziente dovrebbe essere inserito in un percorso diagnostico terapeutico (Fls) che lo porti dal ‘bone specialist’, cioè l’esperto di osso, che lo tratta e ne riduce il rischio di frattura” in modo che, dopo, “sia seguito da un riabilitatore per ridurre l’impatto delle comorbidità (altre malattie eventualmente presenti, ndr) e delle conseguenze causate dalla fattura”. 

L’identificazione del paziente fratturato o a rischio di rifrattura è uno degli argomenti principali del Congresso Siommms, durante il quale esperti di livello internazionale tratteranno anche questioni relative ai nuovi farmaci e al ruolo della vitamina D, il cui deficit contribuisce alla fragilità ossea. 

“Questo congresso ha 4 direttrici fondamentali”, riassume Chiodini. La prima riguarda i giovani: “I più meritevoli, già presenti in termini di ricerca a livello nazionale, sono stati premiati, e hanno premiato la Siommms stessa, con un simposio autonomo”. L’altro asse è la trasversalità: “Abbiamo coinvolto, in simposi congiunti – continua il presidente Siommms – società scientifiche diverse che condividono temi e tematiche che sono tipicamente di pertinenza della nostra società ma possono affrontarle da un punto di vista diverso e produttivo”. Il terzo elemento è “l’internazionalizzazione: simposi con società scientifiche come l’americana Asbmr e l’europea Ects ci rendono presenti, come Siommms, nel panorama internazionale” e ci danno la “possibilità di scambiare opinioni, la cosa più importante per tutti i soci”. C’è poi “il territorio, dove il tentativo è di portare la conoscenza e la consapevolezza delle fratture di fragilità. Non è tanto importante l’osteoporosi, ma la frattura da fragilità – precisa Chiodini – Dobbiamo spingere il territorio a essere consapevole” della presenza “dei pazienti a rischio di frattura da fragilità e a individuarli”.