Frodi assicurative, perché sono un danno per tutta la collettività

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In foto Riccardo Vizzino

di Riccardo Vizzino*

La frode assicurativa è come una trama cinematografica in cui si muovono attori (i falsi testimoni) e altri soggetti, come avvocati, medici o altri esponenti attivi nella filiera della liquidazione del sinistro, che ricoprono un ruolo per orchestrare azioni illecite a danno delle assicurazioni. La cronaca torna regolarmente a raccontarci fatti costruiti con una creatività tale da farci a volte sorridere, a volte sorprendere, a volte indignare. Quando si parla di frodi alle assicurazioni, purtroppo, la comune morale è generalmente propensa a “chiudere un occhio” e far passare il costo gonfiato per ottenere un risarcimento come una innocua procedura sociale, una forma di giusto riscatto verso un settore considerato come uno dei poteri forti di cui il cittadino diffida.

La frode assicurativa è una vera e propria truffa attraverso la quale si cerca di estorcere denaro, in maniera fraudolenta, ad una compagnia assicurativa.
Negli ultimi anni, la crisi economica che grava sul nostro Paese ha fatto diventare il fenomeno delle frodi assicurative un vero e proprio ammortizzatore sociale, attraverso il quale tante persone, supportate dall’operato di professionisti del calibro di avvocati, medici, periti e altre professionalità cercano di “guadagnare” un po’ di denaro simulando incidenti stradali, incendi, rapine e eventi di questo genere.

Spesso si è portati a credere che la frode assicurativa sia un reato senza vittime o, nella peggiore delle ipotesi, che le vittime siano “i ricchi”. In verità le implicazioni sociali della frode assicurativa sono note e spesso sottovalutate.

Un business da milioni di euro, quello delle truffe alle assicurazioni, che contribuisce a fare dell’Italia il paese in Europa con i costi assicurativi più alti.
Un fenomeno che ha molte forme e che è cresciuto grazie alla crisi degli ultimi anni: non solo piccoli truffatori singoli, ma veri e propri gruppi organizzati che utilizzano la compiacenza (ben pagata) di professionisti: avvocati, periti, Giudici di Pace, medici.

I fenomeni fraudolenti sono una piaga che, non riguarda soltanto l’Italia o il Mezzogiorno. Si tratta piuttosto di un problema internazionale che grava sulla società in diversi modi. Innanzitutto le truffe hanno un costo che viene ripartito su tutti i cittadini, danneggiando chi vive ogni giorno di sacrifici e lavoro.
La crisi economica degli ultimi anni ha contribuito ad aumentare tali attività illecite. Si è notato, infatti, che sono sempre di più le persone che in modo occasionale commettono reati contro il patrimonio a volte anche per indennizzi di piccolo ammontare. Segno della recessione e della disoccupazione, di questo periodo di estrema difficoltà. Si ritiene che la truffa sia una sorta di rivalsa per il mancato impiego, sia un guadagno “dovuto”, un onere che lo Stato deve pagare per non aver provveduto al benessere di tutti.
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Come reagiremmo se pensassimo che la frode assicurativa se agita su larga scala potrebbe avere delle ripercussioni anche sul buon andamento democratico delle istituzioni?

I costi dei premi assicurativi sono troppo alti a causa delle attività speculative, ma è un circolo vizioso: si froda perché si ritiene elevato il costo dei premi assicurativi, si alzano i costi dei premi assicurativi perché si froda. Il truffatore ritiene di arrecare un danno alla compagnia assicurativa e non alla collettività, eppure per pagare tale frode la compagnia assicurativa attinge da un fondo rischi che tutti gli assicurati rimpinguano pagando le polizze.

Le frodi non solo in Italia costituiscono da sempre un elemento perturbativo grave dell’attività assicurativa. L’assicurazione r.c. auto è la più permeabile per la sua diffusione. Oltre Il 20 % dei sinistri è fortemente indiziato di frode. Accanto a presidi preventivi da implementare con l’applicazione della tecnologia, occorre un’operazione culturale di recupero della legalità a tutti i livelli, che faccia percepire i costi sociali dell’attività illecita.

I fenomeni fraudolenti sono un problema culturale e sociale, dunque, una manifestazione del malcostume e della mancanza di senso civico sul quale bisogna intervenire. Le istituzioni stanno prendendo sempre più coscienza del problema e si stanno attivando affinché si possano contenere i danni, tenendo presente, però, che le attività illecite non interessano solo l’Italia o il Mezzogiorno, ma tutti i Paesi indistintamente e che si dovrebbe intervenire anche a livello europeo e internazionale.

La costituzione di banche dati, la possibilità di scambio e incrocio di informazioni, il bisogno di panoramiche statistiche rappresentano, del resto, il fulcro su cui costruire sofisticati strumenti digitali e operativi per contrastare le frodi. E per continuare, da parte delle compagnie, a tener fede a quel concetto alla base della gestione dell’Rc auto: la mutualità.

Con questo obiettivo i cantieri aperti per migliorare la gestione dei sinistri e il sistema di liquidazione si sono moltiplicati nel tempo, non solo sotto la spinta normativa o a seguito dei provvedimenti del regolatore.

Sullo sfondo dei vari cantieri sembra costantemente regnare quella cartina geografica, conosciuta attraverso la produzione di analisi, cifre e proiezioni, che suddivide le regioni italiane in zone più o meno fraudolente: una piaga sociale, illustrata dai numeri, che non può essere sanata da una parte del mondo politico con annunci approssimativi e promesse agli italiani di non specificati interventi legislativi per contenere “i costi indecenti delle polizze in alcune aree del nostro Paese”. La soluzione al problema non può che partire dalla capacità di valutare le cause, il peso sociale ed economico, di ingiustificati livelli di incidentalità in quelle stesse aree. Aumentare il livello di comprensione del fenomeno, evitando proclami dannosi per tutti, è il punto di svolta nella questione del caro tariffe: per risolverla servono, oltre alle azioni delle compagnie, adeguate norme che favoriscano il monitoraggio delle anomalie legate ai sinistri e il contrasto al proliferare degli attori delle frodi assicurative, tutelando così anche i cittadini virtuosi e l’intera collettivi.

Nulla, pertanto, cambierà fintantoché detti discutibili e districati coacervi di rapporti tra legali, ovvero, come consuetudinariamente accade, soggetti neppure abilitati al patrocinio legale, consulenti e giudicanti compiacenti che, sempre più spesso, si pongono ai limiti della collusione verranno comunemente accettati, e soprattutto scusati, al pari delle manifeste disfunzioni strutturali afferenti un crescente numero di uffici giudiziari del tutto sprovvisti di adeguati sistemi di sorveglianza e palesemente irrispettosi delle più basilari norme di sicurezza. E’ di fondamentale importanza, dunque, affichè possa realmente essere modificata la situazione “stagnante”, che siano proprio i principali protagonisti che si esibiscono sul palcoscenico processuale, avvocati e giudici in primis, a voler migliorare le condizioni, denunciando le evidenti antiscritte disfunzioni, sia strutturali che professionali, in un “Libro Bianco”, le cui evidenze – a cadenza trimestrale – dovranno essere trasmesse alla Procura della Repubblica di Napoli.

Al di la di tutti gli sforzi per contrastare questo fenomeno delle frodi assicurative, di sicuro la depenalizzazione sulle frodi assicurative avuta col del decreto legislativo 28/2015 si sta rivelando una sorta di incentivo a delinquere contro le compagnie assicurative, per questo si auspica un intervento del legislatore al riguardo, capovolgendo il tutto infliggendo addirittura pene più severe per chi commette determinati reati, di contro non nego nello stesso tempo un altro intervento del legislatore teso a deflazionare i tempi di giustizia in materia di risarcimento danni ma soprattutto rivedere le tariffe assicurative del Mezzogiorno soprattutto per i cittadini più virtuosi che spesso si trovano premi altissimi pur non avendo mai provocato sinistri. Anche questa è giustizia.

Di questo parleremo il 19 novembre alle 10.30 al Tribunale di Nola in un convegno da titolo “Premi, frodi e contenzioso r.c. auto: novità positive in vista per la collettività?” insieme al presidente del Tribunale e ai rappresentanti di Consap, Ivass e delle compagnie assicurative.

*Avvocato del Foro di Lagonegro