Fumetti, Miller a Napoli: Lavoro su Sin City ma penso a Superman

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In foto Frank Miller

“I supereroi? Li amo, come i fumetti sono legati alla nostalgia, a quello che ognuno si porta dentro della propria giovinezza. Non li lascio, anzi, adesso ho messo gli occhi su Superman”. Frank Miller sceglie Napoli per lanciare la sua idea nella costruzione di una nuova cosmogonia, moderna, dark, del mondo degli eroi pop del XX secolo. L’artista americano è al Comicon, dove già ieri ha incontrato i fan in religiosa attesa per una sua dedica e oggi si dedicherà a un bagno di folla nell’auditorium. Il creatore di Sin City e 300, l’uomo che ha rilanciato e modernizzato il mito di Batman, è il regalo che Comicon si è fatto per il suo ventesimo anniversario, portandolo a Napoli. “È una delle città più belle in cui sono stato – racconta Miller, da un albergo sul lungomare -. Vorrei conoscerla al meglio, mi piacerebbe andare anche a Pompei e Capri, vorrei esplorarle”. Artista poliedrico, che passa dal fumetto al cinema, Miller spiega i punti di contatto tra le due forme d’arte: “Fumetti e cinema hanno sentieri simili, si basano entrambi sull’importanza di combinare parole e immagini. Ma con le differenze. Nel cinema ci sono reali attori e reali emozioni, e poi sono grande schermo. I fumetti li puoi leggere sul divano o in bagno. Ma entrambi danno una visione potente e grandi storie”. Storie legate ai momenti di chi legge e guarda, ma anche di chi li crea, come lo stesso Miller confessa: “Il mio Batman me lo chiedevano da tempo – racconta – poi decisi come farlo quando avevo 29 anni. Era la vigilia del mio trentesimo compleanno, avevo paura di invecchiare, di quello che mi aspettava. Così decisi di fare un Batman 50enne, immaginare le sue ansie personali ma anche i suoi dolori muscolari”. Non solo supereroi, però, Miller guarda anche all’America contemporanea: “Sto studiando, vorrei fare una buona parodia sul corrente regime in America. Ma non è facile, perché sarebbe come fare una parodia di una parodia. E poi la situazione negli Usa è troppo inquietante per sembrare divertente”. Ma Miller collega la nostalgia all’attualità politica: “Come dicevo per i supereroi ognuno di loro fa scattare la nostalgia, perché è legato a una generazione. E questo influenza anche la politica, il mondo è sempre governato da uomini di mezza età che pensano alla loro gioventù. Ne abbiamo avuti alcuni che sono cresciuti durante la guerra, negli anni Sessanta, negli anni Settanta. Oggi ci sono quelli che hanno nostalgia degli anni ’80 il che è un po’ strano perché in effetti non sono stati il miglior periodo della storia”. Miller, però, continua a raccontare il passato e il presente dell’immaginazione collettiva e ha voglia di farlo: “Ho un nuovo progetto su Sin City – dice – ma anche con la Dc Comics. Ma mi piacerebbe fare tante cose, ad esempio vorrei collaborare con Milo Manara, ma lo farò appena ha tempo, è sempre super impegnato”.