Il confinamento dettato dalla pandemia dà scacco al ladro ma solo parzialmente e in maniera ancora insufficiente a garantire l’auspicata sicurezza agli italiani. Soprattutto quando sono a casa propria, con i propri affetti. Stando al Rapporto diffuso oggi dalla Cna, nell’anno dell’epidemia furti e rapine nelle abitazioni italiane sono diminuiti in maniera rilevante. Per la precisione, rileva il ministero dell’Interno, nel 2020 rispetto al 2019 i furti sono calati del 34,4% e le rapine del 14,4%. Dati da porre, evidentemente, in relazione alla crescita del lavoro da remoto, ai mancati viaggi e al crollo di uscite serali verso palestre, bar, ristoranti, cinema, teatri. Nonostante il calo, tra furti e rapine in abitazione si è superata quota 110mila. Vale a dire 301 reati al giorno, quasi 13 all’ora. A livello territoriale è a Firenze che va il primato di questa classifica non invidiabile con 536,1 furti in abitazione ogni 100mila abitanti. Sul podio, si fa per dire, la accompagnano Modena (526,7) e Ravenna (523,8). A seguire, nell’ordine, si piazzano Asti, Pisa, Pistoia, Bologna, Monza-Brianza, Savona e Livorno. Tra le grandi città, Torino è 25esima, Milano 30esima, Roma 59esima e Napoli 101esima. Per le rapine in abitazioni Asti, Rimini e Pisa sono le province più colpite, seguite da Prato, Pistoia, Parma, Vibo Valentia, Barletta-Andria-Trani, Mantova e Pescara. La Cna rileva che é abbastanza singolare, come sottolinea il 2° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia redatto dal Censis, che nonostante il calo di questa tipologia di reato verificato dal Ministero dell’Interno nel 2020 (-18,9%) la paura di rimanerne vittima non arretra. E’ possibile che una parte dei reati non venga denunciata per sfiducia, e quindi nella percezione comune persista la sensazione di un maggior pericolo rispetto a quella che emerge dai numeri ufficiali. Ed è ancora più probabile che i timori suscitati dal virus e dalle sue conseguenze abbiano ampliato le paure degli italiani.