“Futura”, Intesa e Save the Children contro la povertà educativa delle ragazze

Sostenere 300 giovani donne tra i 13 e 24 anni, di cui 50 mamme, provenienti da zone socioeconomicamente svantaggiate di Roma, Napoli e Venezia, con “percorsi educativi” verticali di “realizzazione personale” funzionali al raggiungimento di un’occupazione stabile. È messo in campo con questo obiettivo il progetto “Futura”, promosso da Save the Children, Forum Diseguaglianze e Diversità e Yolk in collaborazione con Intesa Sanpaolo, presentato lo scorso martedì 18 aprile a Roma alla presenza del CEO della prima banca italiana Carlo Messina. L’iniziativa vuole contrastare quella povertà educativa femminile che contribuisce a generare divari sociali e territoriali, offrendo opportunità di crescita, emancipazione, scoperta e riscoperta dei propri talenti e capacità a 100 ragazze per ciascuna delle tre città coinvolte.

L’iniziativa, ultima di tante finalizzate al raggiungimento di quella “parità di genere” che è una delle priorità trasversali individuate nel PNRR oltre che in linea con l’Obiettivo n. 5 di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, durerà 2 anni e sarà applicata a partire da alcuni tra i quartieri più sofferenti. Le ragazze saranno infatti “prese in carico” integralmente tra famiglie, scuola, servizi sociali e associazioni di terzo settore attive in loco, mettendo a sistema i vari tasselli di quelle “comunità educanti” che è fondamentale collaborino sinergicamente per la costruzione di un nuovo sistema territoriale di welfare.

In Italia c’è un bisogno impellente di iniziative simili. Per capirci: oltre 2 milioni di bambine, bambini, ragazze e ragazzi vivono in condizioni di povertà assoluta o relativa; sono circa 870.000  ragazze e giovani donne tra i 15 e i 29 anni, più di 1 su 5 (20,5%), che si ritrovano sospese nel limbo dei NEET (Not in Employment nor Education and Training, ragazze e ragazzi che non studiano né lavorano – più degli uomini della stessa età al 17,7%); solo 1/3 delle 25-34enni con la licenza media è occupato (si scende al 27% se ci sono figli), mentre il diploma superiore apre le porte del lavoro in più della metà dei casi (56% che scende al 47% con figli), e si raggiunge il 71,3% tra le giovani laureate, con una percentuale ancora maggiore in presenza di figli (72,6%).

Sono questi i dati che il progetto “FUTURA” vuole contribuire ad invertire, aiutando concretamente quelle ragazze più esposte al rischio di scontare questi svantaggi di partenza anche nel loro percorso educativo verso l’età adulta e l’autonomia, e di trovarsi senza le risorse necessarie per spezzare il circuito vizioso tra povertà economica ed educativa.

Le giovani mamme, che beneficeranno di un sostegno di accompagnamento rispetto ai bisogni concreti collegati all’accesso al mondo del lavoro e alla cura dei figli, che include anche attività laboratoriali per rinforzare il grado di autonomia e percorsi mamma-bambino per favorire una genitorialità positiva, saranno divise in fasce di età di riferimento: adolescenti tra i 13 e i 18 anni, con focus relativo al conseguimento del titolo di studio o al reinserimento in un percorso formativo, e giovani tra i 18 e i 24 anni, con riferimento al percorso di professionalizzazione ed emancipazione.

I 300 piani educativi personalizzati, sostenuti da una dote educativa individuale, saranno definiti a partire dai bisogni, inclinazioni e aspirazioni di ciascuna persona destinataria dello stesso intervento. Prevedranno, inoltre, la predisposizione e la fornitura di beni o servizi, come l’acquisto di libri scolastici e della strumentazione necessaria al percorso formativo; le spese di trasporto per raggiungere le sedi di studio; il pagamento delle rette scolastiche o dei corsi di formazione e di servizi di consulenza o supporto in ambito psicologico, medico, educativo, legale, di orientamento al lavoro, ma anche l’erogazione di voucher per l’acquisto di beni di prima necessità (generi alimentari, igiene, salute e altro).

“Messa a terra”, sì, ma anche misurazione: anche grazie al contributo di un Comitato Scientifico composto da esperti negli ambiti di azione della progettualità, FUTURA attiverà un piano specifico di valutazione dell’impatto degli interventi sul percorso educativo e di emancipazione delle giovani coinvolte, rispetto alle competenze acquisite con l’obiettivo di rendere la metodologia sperimentata nell’arco dei primi due anni, riproducibile e scalabile a livello nazionale.