G20, il messaggio dell’arcivescovo di Napoli: Abbiate cura della casa di Dio non in nome del profitto, ma per amore delle persone

64
in foto l'arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia

“Sorelle e fratelli potenti, governanti di ricche nazioni e grandi Stati, nel darvi il benvenuto anche a nome della Chiesa napoletana in questa terra generosa e accogliente, vi chiedo perdono se in questo mio discorso osero’ prendere la parola a nome vostro. Prendo indebitamente in prestito il vostro prestigio e l’attenzione che esso comporta per rivolgermi a quanti non godono di alcun privilegio e di alcun diritto. A nome vostro, sorelle e fratelli primi, parlero’ agli ultimi. Parlero’ a voi, fratelli e sorelle, che siete i primi agli occhi di Dio, a voi vedove e orfani, stranieri e ammalati, anziani e soli, popolo dei diseredati, degli scartati; a voi che nessuno vuole e che nessuno considera: a voi voglio innanzitutto chiedere perdono a nome dei fratelli potenti, che reggono le sorti di numerosi popoli, per non aver ascoltato il vostro grido, il vostro dolore, per non aver dato un volto alla vostra sofferenza. Sono sicuro che non si offenderanno se a nome loro chiedo scusa”. Lo ha scritto, in un messaggio di benvenuto ai partecipanti al G20 di Mapoli, l’arcivescovo di Napoli, Mimmo Battaglia. “In questi giorni, nella nostra amata citta’, si riuniscono quanti hanno diritto ad un nome e a un’opinione, coloro che ascolti in silenzio e che non osi interrompere, la cui parola si trasforma in azione se solo lo vogliono, se solo lo desiderano. Allora dico ai poveri: gridate! Gridate il vostro bisogno di dignita’ e di uguaglianza!”, ha aggiunto il presule. ” Non si arresti il vostro grido per ottenere giustizia da quanti hanno una parola efficace. Prima o poi, fratelli miei poveri, sorelle mie povere, questo grido si fara’ storia e come seme cadra’ sulla terra buona. Non siate indifferenti a quanto accade intorno a noi – conclude – siate voce nel deserto per un mondo alla deriva. E tu, Chiesa di Dio, chiamata a difendere il diritto dei poveri, la dignita’ degli ultimi, unisciti al loro coro e alza la tua voce: questo e’ il tempo opportuno per la tua profezia”.
Sempre rivolgendosi “ai grandi del G20”, don Mimmo Battaglia aggiunge: “Abbiate cura della casa di Dio, della Madre Terra, non in nome di un profitto, ma per amore di volti e persone. Voi dite “crisi economica”, io leggo “Antonio, Gennaro, Francesca, Annamaria…”, nomi e storie di quanti hanno perso il lavoro per questioni di “revisione gestionale”, perche’ sono cambiate le esigenze di mercato a fronte della richiesta, perche’ la borsa e’ in calo e… tante cose che sono numeri e non persone. Penso alla Whirpool e ai tanti disoccupati della nostra citta’, del Sud e di tutti i Sud del mondo, che per il ricatto tipico dell’economia del consumo, vedete minacciato il vostro diritto al lavoro e a un equo compenso. Voi che non chiedete piu’ del dovuto e a cui e’ negato anche il minimo, gridate, che’ io, vostro fratello nella battaglia, grido con voi!”. Lo scrive, in un messaggio di benvenuto ai partecipanti al G20 di Napoli, l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia. “Infine, mi rivolgo ai giovani e, a nome dei miei fratelli e sorelle primi, vi dico: aiutateci! Siate aria fresca! Noi promettiamo di aprire le finestre del cuore, per permettere che la vostra voce possa portare frutto. Promettiamo che non ci sara’ bisogno che ricorriate alla violenza per farvi sentire, che non vi costringeremo piu’ alla sommossa perche’ la vostra voce giunga in alto. Sapremo farci orecchio attento, che non ha bisogno di eclatanti sommosse per essere richiamato all’attenzione. Da parte vostra, pero’, chiedo collaborazione e comprensione: che la nostra citta’ sia esempio di grido pacifico, ma convincente, affinche’ all’ingiustizia non si aggiunga la violenza”, ha aggiunto.