Il varo della nave Energia con le scialuppe di appoggio è stato più che laborioso ma, alla fine, quando mancano dieci giorni alla fine della campagna elettorale, il governo è riuscito a trovare una formula che consenta agli italiani di non arrivare, per ora, a un punto di non ritorno all’interno del dramma economico provocato dalla crisi energetica. Oggi si conosceranno nel dettaglio i contenuti nelle misure approvate, che comunque devono essere considerate come tamponi e non come presidi continuativi, con validità estesa almeno al medio periodo. Ciò significa che esse avranno, con buona probabilità e da subito, i numeri per essere accolte bene e quindi coscientemente locupletate dal comportamento libero e diligente degli italiani. Sempre che dal Cremlino non reagiscano con azioni volte a caducare tali provvedimenti, incrementando ancor più l’attuale opera di stillicidio nella fornitura del gas all’ Europa. Tale atteggiamento, già in essere, al momento sta consentendo alla finanza speculativa internazionale di concludere transazioni più che lucrose. Tanto senza che debba nemmeno attivarsi per la ricerca di clienti, talmente rigida è la domanda di gas sul mercato. Si ritorna così al punto di partenza della questione: ben venga l’opera di affrancamento dalla fornitura del gas e degli altri combustibili fossili dalla Russia, sempre che non si perda di vista, anche per poco tempo, la necessità di passare all’ utilizzo di fonti rinnovabili. Basti solo immaginare l’ evoluzione del mercato dopo la chiusura delle saracinesche russe. Aumentando la percentuale del fabbisogno dei compratori soddisfatta da altri paesi, questi ultimi non mancheranno di alzare il prezzo, come da sempre avviene in situazioni del genere analoghe in tempi di pace. Quindi seppure si possa, meglio si debba, proseguire la forma di diversificazione della domanda già avviata, la stessa va sostenuta con interventi di processi innovativi sempre a valere sull’utilizzo di quanto è reperibile in tempi brevi su piazza o addirittura è già disponibile. Il riferimento va ai rigassificatori che in alcune parti del mondo già da tempo funzionano e sono quindi più che collaudati. I vantaggi apportati sono tanti, tra cui è bene ricordare almeno i più importanti, quali la modalità di trasporto, il rendimento energetico per unità di prodotto e, soprattutto, la disponibilità pressoché illimitata. L’impatto ambientale è tra i più bassi di quelli generati da combustibili fossili, quindi avanti così, a mani basse. Chiaramente la finanza speculativa vede tali alternative come il fumo negli occhi. In poco meno di un anno in quel campo si è verificato qualcosa di paragonabile a quanto è accaduto questa estate nel delta del Po. A causa della forte riduzione del volume di acqua che il fiume porta a mare, sono state le acque dell’Adriatico che hanno cominciato la risalita dell’ alveo del fiume. Lo scorso ottobre a Roma, alla conferenza sul clima, si era parlato con molta insistenza della messa al bando dell’uso del carbone. Oggi da più parti si invoca la possibilità di poterlo utilizzare in costanza di una situazione che si è fortemente involuta. Tante volte l’ umanità ha dovuto ricominciare daccapo e l’impresa è riuscita. Nel villaggio si dice che, durante la vita, l’ uomo costruisce sempre due volte. Una prima, inventandosi tutto il necessario per operare e solitamente ciò che realizza non lo soddisfa. Quindi demolisce quanto ha fatto e ricomincia a costruire, avendo fatto tesoro degli errori commessi nell’esecuzione della prima. Di norma la seconda realizzazione corrisponde ai suoi desiderata. Da tutto ciò trae origine il modo dire: “chi fa e poi disfa, non perde mai tempo”. Si dovrebbe pertanto stare tranquilli perché l’Occidente, in gran parte, sembra che sia pronto per girare la seconda parte di quel film che, come molti dei capolavori hollywoodiani che videro la luce a partire dalla seconda metà del secolo scorso, andavano avanti anche in serie per rinforzare l’ottimismo degli americani e non solo il loro. Si chiudevano con un allegro gingle e l’immancabile risata americana per sottolineare l’ Happy End. Con l’augurio che, dopo tanti anni, possano riproporsi situazioni analoghe adeguate ai tempi.