Genova, l’esperto: “Possibile difetto di progettazione”

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Roma, 15 ago. (AdnKronos) – Il ponte Morandi si è letteralmente sbriciolato. Impossibile, per ora, capire perché. “Un’ipotesi plausibile, visto il filmato della caduta del ponte, è che si sia persa la campata centrale” dice all’Adnkronos Giuseppe Mancini, in pensione da pochi mesi, già Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, in teoria e progetto dei ponti. “Che la campata centrale, appoggiata da un lato sulla pila 9 e dall’altro sulla pila rimasta in piedi, abbia perso l’appoggio sulla pila 9 e quindi sia andata giù eccitando dinamicamente la pila”. “La pila -dice Mancini- non era progettata per questa condizione estrema e quindi si è rotta”.

Ma cosa può aver indotto la perdita di appoggio? “La vibrazione indotta dalla combinazione di vento e pioggia, che si manifesta quando c’è pioggia intensa e vento anche non troppo elevato -spiega il professore- Perché l’acqua che cade forma una specie di torrente che si stacca e va a terra; quando si stacca la massa cambia repentinamente e lo strallo oscilla. Queste oscillazioni possono essere aumentate dal vento. Ciò può aver comportato una variazione di geometria; si muoveva la zona di appoggio delle travi, è uscita dall’appoggio ed è caduta da un lato”.

Se questo fosse il motivo, si tratterebbe, secondo Mancini, di un difetto di progettazione “perché a quell’epoca nessuno sapeva cosa fosse il fenomeno, scoperto nel ponte di Rotterdam solo successivamente”. E sul fatto che si potesse scoprire il problema, il professore non ha dubbi: “Su un ponte con stralli in calcestruzzo non era possibile vederlo, se fosse stato con stralli in acciaio sarebbe stato diverso, perché sono molto numerosi ed a breve distanza”, conclude.