Roma, 21 ago. (Labitalia) – “Comunque vada, sarà difficile rimpiangere un governo che ha sistematicamente cercato di demolire il Codice degli Appalti a favore di furbetti e mafiosi, che ha più volte rimesso in discussione il programma di investimenti pluriennali ‘Connettere l’Italia’, che non ha fatto nulla per rilanciare politiche industriali mirate per la riconversione e rigenerazione del costruito, che ha smantellato ‘Italia Sicura’ e il piano straordinario per la messa in sicurezza delle scuole. Un governo giallo-verde che ha fallito tanto in versione Lega che in versione grillina, che alle politiche razziste e xenofobe di Salvini, ai pericoli della secessione delle regioni ricche, ha accompagnato una politica economica inconcludente e dannosa”. Lo dichiara in una nota Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil.
“Solo per citare le ragioni per cui da mesi come lavoratori delle costruzioni siamo mobilitati, ricordiamo che al presidente Conte e al ministro Di Maio avevamo chiesto una seria lotta al lavoro nero, ripristinando il Durc per cantiere e attuando l’articolo 105 del Codice Appalti, che vuol dire generalizzare la congruità e combattere seriamente il lavoro irregolare”, ricorda.
“Avevamo chiesto di introdurre il reato di omicidio sul lavoro e attuare la ‘patente a punti’ per premiare chi investe in sicurezza in un settore che conta ancora centinaia di morti ogni anno e non certo di tagliare le risorse dell’Inail”, continua Genovesi.
“Avevamo chiesto – avverte – di facilitare, con la legge sulla rappresentanza, non tanto un salario minimo legale che, se in cifra fissa, rappresenterà un ulteriore colpo ai salari reali dei lavoratori, ma una seria lotta al dumping contrattuale che colpisce centinaia di migliaia di lavoratori privandoli di diritti e tutele, dando attuazione finalmente all’articolo 39 della Costituzione”.
“Avevamo chiesto quella programmazione di interventi per la tutela del territorio e la manutenzione straordinaria delle infrastrutture che non c’è stata, anzi. Avevamo chiesto di riconoscere che i lavoratori non sono tutti uguali e che ai lavoratori dei nostri settori, che vivono mediamente molto meno di altri vista la gravosità delle mansioni, venissero riconosciute uscite pensionistiche anticipate. E potremmo continuare con l’elenco”, sottolinea Genovesi.
“Insomma, premesso che non spetta al sindacato dire al Parlamento cosa fare e ribadita la totale fiducia nel Presidente del Repubblica, se al Paese serve un nuovo Governo, anche per affrontare le tante emergenze occupazionali e sociali in atto, o esso è in grado di mettere in moto quella svolta di politica economica che sposti gli equilibri a favore del lavoro e dei lavoratori, con una forte discontinuità rispetto a quanto successo in questi mesi, o qualunque sia l’esito di questa crisi, per i lavoratori cambierà ben poco”, conclude il leader degli edili Cgil.