Geologi: viaggio nel cuore di un vulcano, sabato 30 aprile press tour sui Campi Flegrei

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Entrare in un vulcano “vivo”, osservarne le ricchezze e le caratteristiche geologiche, in luoghi altamente spettacolari quali i crateri del vulcano più misterioso mondo: i Campi Flegre. Misterioso perché è in questi luoghi che Virgilio ha ambientato l’Eneide ma anche perché non si tratta di un vulcano conosciuto dall’opinione pubblica quanto il Vesuvio ma sicuramente altrettanto pericoloso. L’evento mediatico previsto per sabato 30 aprile concluderà il primo Congresso nazionale dei Geologi in programma a Napoli dal 28 al 30 aprile alla presenza del ministro Gianluca Galletti.

“Sarà un’ occasione unica, irripetibile, per filmare e vedere – dice Lorenzo Benedetto, consigliere nazionale dei Geologi – e farlo con i geologi entrando nei crateri dei Campi Flegrei”.
“Avremo l’intera visuale panoramica sui Campi Flegrei – aggiunge Giuseppe Doronzo, membro della Commissione Organizzatrice del Congresso nazionale dei Geologi italiani e consigliere dell’Ordine dei Geologi della Campania – con l’illustrazione geologica degli esperti, dell’importante fenomeno del bradisismo. Vedremo da vicino la Bocca Grande, al cui interno si condensano alcuni sali contenuti nel vapore tra cui il realgar, il cinabro e l’orpimento che danno una colorazione giallo rossiccia alle rocce circostanti. Nell’alto Medio Evo erano attive ben 40 stazioni termali. C’è un pozzo, che vedremo, costruito nell’800 per estrarre allume dall’acqua emunta dalla sottostante falda a circa 10 metri di profondità. Noi lo vedremo. Due antiche grotte furono poi scavate, sempre nell’800 ai piedi della montagna che sovrasta la Solfatara per i trattamenti termali e ci saremo. Con i geologi la stampa vivrà un’emozione unica”. Si tratta della prima conferenza stampa dei geologi organizzata sui crateri di questo vulcano monitorato e studiato la cui ultima eruzione risale a ben 500 anni fa.
“I Campi Flegrei sono un campo vulcanico che occupa principalmente un’area situata ad Ovest del centro urbano della città di Napoli, quest’ultimo incluso. L’attività vulcanica flegrea – spiega il geologo Vincenzo Morra del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse dell’Università Federico II di Napoli – è stata caratterizzata da un gran numero di eruzioni a carattere principalmente esplosivo, che hanno dato origine a numerosi edifici vulcanici prevalentemente monogenici, responsabili della messa in posto di abbondanti volumi di depositi piroclastici, cui si aggiunge un numero molto più esiguo di eventi effusivi, rappresentati da sporadiche colate e duomi di lava di dimensioni ben più limitate. Sono generalmente considerati parte integrante del vulcanismo flegreo anche i prodotti delle vicine isole di Ischia e Procida, accomunati ai prodotti flegrei dell’area continentale”.
Il vulcanismo flegreo continentale è comunemente suddiviso sulla base del riconoscimento di due eventi eruttivi principali, i cui depositi da sempre hanno rappresentato degli ottimi marker stratigrafici per la ricostruzione dell’evoluzione geologica dell’area.