Gian Luigi Barra Caracciolo, manager di successo nonostante il Covid: Ho seguito l’esempio di nonno Vittorio

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di Maridì Vicedomini

Occhi verdi, fisico atletico, portamento naturalmente elegante, Gian Luigi Barra Caracciolo sembra uscito dalla copertina di una nota rivista americana. Appartenente ad un nobile casato che risale al “600, Gian Luigi Barra Caracciolo rappresenta l’immagine vivente dell’esatto contrario dell’antica convinzione popolare secondo la quale i veri nobili considerano il lavoro un’attività poco gratificante, dedicandosi piuttosto all’Otium nel senso latino del termine. Cresciuto con il nonno Vittorio Barra Caracciolo, noto ingegnere idraulico, nel segno di una vita dedicata al lavoro, ad appena trent’anni, Gian Luigi Barra Caracciolo è un imprenditore di successo capace di trasmettere sogni e speranze e di garantire un lavoro a giovani capaci e volenterosi.

Gian Luigi Barra Caracciolo ci racconti la sua vita
Sono nato da Maria Cristina Barra Caracciolo, figlia di Vittorio e di Adriana Paderni. Il cognome originario della mia famiglia è Barra Salone Caracciolo di Basciano, essendo originari di un piccolo paese abruzzese che faceva parte del Regno delle Due Sicilie. Dal punto di vista professionale nella nostra famiglia, regna una tradizione nel mondo dell’ingegneria in quanto il mio bisnonno Alfonso ebbe il geniale intuito di brevettare un sistema idraulico con il quale riuscì a bonificare tutta la zona paludosa del casertano quale Castelvolturno e Capua, suscitando grandi apprezzamenti tali da guadagnarsi anche una cattedra universitaria alla Federico II di Napoli. L’attività del mio bisnonno fu proseguita con successo dal mio nonno Vittorio, il mio mentore, il mio “faro” di vita, mentre io “figlio della crisi economica mondiale “ del 2008 ho deciso di interromperla.

Perchè?
Quando mi sono iscritto all’Università, la specialistica di Ingegneria idraulica non esisteva più e non avevo chi mi seguisse e mi indicasse la giusta via poiché mio nonno era morto quando io avevo appena 12 anni. Io sono figlio di Maria Cristina Barra Caracciolo, deceduta lo scorso anno all’età di 55 anni, non ho mai saputo chi fosse il mio papà perché mamma si è portata questo segreto nella tomba; pertanto il mio padre putativo è stato mio nonno e con grande orgoglio porto il suo cognome. Credo che i veri genitori non siano quelli naturali, ma quelli che ti allevano dedicandosi a te con amore e premura. Io ne sono la testimonianza vivente ed ho chiamato i miei nonni con i nomi di mamma e papà fin dall’età della parola.

Cosa le ha insegnato suo nonno Vittorio?

In primis, che non si può ottenere nulla senza grandi sacrifici personali. Ricordo di avere sempre visto mio nonno alzarsi puntualmente la mattina alle ore cinque, mettendosi alla sua scrivania a stilare progetti; lui era un appassionato professionista completamente rapito dal desiderio di affermarsi in maniera significativa e prestigiosa nel mondo del lavoro, anche se il suo successo lavorativo, avendo oggettivamente trascurato la famiglia, gli ha procurato tanti dolori ed amarezze nella vita privata. Fin da piccolissimo, l’ho sempre osservato attentamente cercando di trarre insegnamenti dai suoi pregi e difetti per poi cercare di costruirmi una sorta di equilibrio interiore.

Ritornando al suo percorso universitario?
Quando mi iscrissi all’Università sentii il peso di essere l’uomo di casa e osservando intorno a me tanti ragazzi matricole che erano disorientati, mi spaventai avendo coscienza di dover occuparmi e risolvere tante problematiche nella gestione del patrimonio familiare. Nel primo semestre del primo anno universitario diedi due esami che superai brillantemente ma poi, travolto dalla paura di ritrovarmi all’età di 25 / 26 anni senza un’indipendenza economica, abbandonai gli studi per dedicarmi ad un’attività di pubbliche relazioni, organizzando eventi serali nei locali, forte di una mia ottima capacità di interfacciarmi con il prossimo.

L’inizio della sua attività nel mondo dell’impresa?

Frequentando i locali notturni, decisi di intraprendere un percorso lavorativo nel settore dell’efficienza energetica ed insieme ad un caro amico cominciai ad occuparmi della manutenzione energetica di tutti i locali che conoscevo; ad appena 19 anni fondai con questo amico una prima ditta e fu così che entrambi, armati di una valigia con tanti sogni, lampadine al led e campioni di pannelli solari, partimmo alla ricerca di clienti in tutto il sud Italia. Dopo tre anni di duro sacrificio, riuscimmo ad ottenere il primo contratto degno di nota che stipulammo con un’azienda di Frosinone avente ad oggetto una fornitura molto importante per il Ministero della Difesa; questo episodio fu l’input per andare avanti, e mi portò ad ampliare il mio giro d’affari ed a fondare la New Energy Group Srl, coinvolgendo altri 2 amici. In pochi anni il volume d’affari dell’azienda si moltiplicò e con un aumento di capitale sociale si è poi trasformata in una Società per Azioni. A quel punto, mi sono fatto liquidare dalla società ed ho intrapreso una nuova mission nel mondo dell’immobiliare.

Ci racconti la genesi?

Tutto parte dalla messa in vendita di un appartamento molto prestigioso che avevo ereditato a Napoli, in via Tasso; ero convinto che si trattasse di un’abitazione poco consona alla mia giovane età, ma soprattutto non volevo avere un capitale che fosse lì senza dare i suoi frutti. Pertanto mi rivolsi ad un’agenzia immobiliare per la vendita dove incontrai tra gli agenti il mio ex maestro di tennis che ricopriva un ruolo rilevante all’interno dell’azienda. Fu così che ebbi l’intuito di intraprendere un nuovo percorso lavorativo nel campo immobiliare, aprendo con lui a maggio 2016 una prima agenzia in franchising Tempocasa a Mergellina; in poco tempo, abbiamo fondato un nuovo punto “Tempocasa” a Napoli Arenaccia ed appena prima dell’inizio della pandemia, del primo lockdown lo scorso anno, dovevamo inaugurare Tempocasa a Sorrento.

Signor Barra Caracciolo come vede il mercato immobiliare in questo momento di pandemia?

Devo dire che rispetto agli effetti catastrofici della pandemia sull’economia mondiale, il mercato immobiliare in Italia sta tenendo abbastanza bene, soprattutto al sud, sulla base della convinzione diffusa di considerare l’immobile come “bene rifugio” a dispetto di tanti economisti che spingono gli investitori verso un mercato mobiliare.

Lei è un imprenditore di successo ad appena 30 anni; quali consigli può tramettere ai più giovani?

Bisogna avere un sogno da raggiungere e credere fermamente che un giorno lo si potrà realizzare. A ciò si deve aggiungere uno stile di vita sano, una disciplina rigorosa nell’alimentazione accanto ad un sonno regolare ed alla pratica di sport. Ma soprattutto, bisogna avere un atteggiamento molto etico verso se stesso e verso il prossimo e tanta umiltà. Spesso vale di più un uomo di modesta cultura, ma molto educato anziché un arrogante professore.

Il suo futuro?
In primis mi reputo già un uomo fortunato per avere conseguito e mantenuto una buona posizione lavorativa, in un periodo di crisi economica epocale come questa; attualmente, accanto allo sviluppo delle nostre agenzie immobiliari, abbiamo fondato una nuova società di costruzioni e ristrutturazioni tesa anche alla riqualificazione edile sulla scia dell’Ecobonus e del Superbonus concessi con il Decreto Rilancio.

Gian Luigi Barra Caracciolo, lei è anche nel privato un papà vigile ed affettuoso; il suo più grande insegnamento?
Noi genitori siamo formalmente e giuridicamente responsabili dei nostri figli fino alla maggiore età. Vorrei essere un esempio di professionista onesto e di gran lavoratore che ha enorme rispetto per il prossimo, trasmettendo loro un codice comportamentale, quale strumento da applicare per avere successo nella vita privata e nella professione.