Giornalisti, il sindacato contro Digitcampania: no al licenziamento di Donadono

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Licenziata l’unica giornalista assunta a tempo indeterminato da Digitcampania, partecipata della Regione Campania in liquidazione. Domani 8 novembre 2016 ci sarà la prima udienza della causa contro il licenziamento. Si tratta solo di uno dei tre ricorsi presentati dalla collega Elisabetta Donadono contro Digitcampania e SviluppoCampania per ottenere il riconoscimento dei propri diritti”. Lo riferisce in una nota Claudio Silvestri, segretario del Sindacato giornalisti Sugc. ”Una vicenda nella quale – sostiene Silvestri – le azioni illegittime da parte delle società controllate dalla Regione si sprecano. Nel 2015, con una sentenza esemplare, il Tribunale del lavoro di Napoli rileva che i contratti a progetto firmati ripetutamente con Digitcampania erano soltanto fittizi e riconosce il rapporto di lavoro subordinato della collega secondo quanto previsto dal Contratto nazionale di lavoro giornalistico. La società viene condannata a pagare gli arretrati e a collocare nell’organico la giornalista. Intanto, l’azienda viene messa in liquidazione e viene creata SviluppoCampania, dove sarebbero dovuti confluire tutti i dipendenti di Digitcampania. In effetti, i trasferimenti vengono effettuati, ma l’unico lavoratore che resta fuori è proprio la Donadono, nonostante il commissario liquidatore avesse comunicato a SviluppoCampania che l’elenco doveva essere integrato con la giornalista”. ”Risultato? Digitcampania non solo non ha pagato gli stipendi arretrati, come intimato dal giudice, ma ha anche licenziato la collega. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania chiede che venga ripristinata la legalità e che, quindi, venga ritirato il licenziamento, vengano pagati gli stipendi arretrati e che si dia seguito a quanto previsto dalla legge 15 della Regione Campania, con il trasferimento della collega presso SviluppoCampania. E’ impensabile che società controllate di fatto da un ente pubblico si comportino con tale disinvoltura nell’interpretazione delle regole a danno dei lavoratori”, conclude Silvestri.