Giornata mondiale degli oceani, a Roma il focus su acqua, clima e migrazioni

115

In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, si è tenuto a Roma, alla Casa dell’Aviatore presso il ministero della Difesa, nella sala Baracca, in via dell’Università 20, il convegno dal titolo “Acqua, Clima e Migrazioni“.
Delineare strategie ambientali e migratorie per il benessere di tutte le popolazioni attraverso la salvaguardia del pianeta e delle sue acque è stato il filo conduttore dell’evento promosso dalla Fondazione Francesco Terrone di Ripacandida e Ginestra.
Tra le personalità politiche, del mondo accademico e delle istituzioni presenti al convegno, Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia, esperto in ricerche e indagini sociali, che si occupa di comunicazione, marketing e Terzo settore, ha sottolineato come la soluzione ai problemi ambientali certamente non possa arrivare dalle Nazioni Unite. L’unica questione al centro dei loro interessi è quella economica, ha spiegato il presidente, che ha poi aggiunto dati rilevanti per far comprendere la gravità del problema: “Ogni anno 413 milioni di tonnellate di ghiaccio finiscono negli oceani e il fabbisogno di acqua potabile aumenta dell’1% all’anno”.
Angelo Mario Talaborrelli, professore di Politiche Energetiche e Ambientali presso la Luiss di Roma, ha affrontato, invece, il tema, in questo periodo di grande attualità a causa del conflitto russo-ucraino, degli effetti delle politiche energetiche dei maggiori protagonisti della scena internazionale sulle relazioni internazionali.
Il professore ha illustrato le politiche dell’Unione Europea, della Russia, della Cina e degli Stati Uniti e il ruolo che tali politiche possono giocare nell’evoluzione dell’ordine internazionale. La posizione dell’Italia in relazione alla politica energetica e ambientale
della Unione Europea e ai suoi tradizionali rapporti con la Russia per l’approvvigionamento ha chiuso poi l’intervento. “La comune percezione dello spazio geografico oscura la realtà e non dà conto del ruolo che le acque interne e quelle marittime hanno nel processo di umanizzazione del pianeta” ha affermato il professor Franco Salvatori.
Gianfranco Lizza, già professore ordinario di geografia politica ed economica, esperto di geopolitica ha dichiarato: “Sappiamo molto del cambiamento climatico, sappiamo tutto sui danni che comporta, vediamo la siccità, con le moderne tecnologie quasi la tocchiamo, sorvoliamo campi deserti, acque avvelenate e torbide, possiamo accarezzare il volto di bambini affamati, percepiamo il dolore dei conflitti, sorridiamo rassegnati alle trattative di borsa sui cereali e su tutto ciò che mangiamo. Realmente che facciamo per cambiare il futuro? Ecco perché il maggiore pericolo per l’uomo è l’uomo”.
Fausta Speranza, giornalista inviata dei media vaticani, e prima donna a occuparsi di politica internazionale per L’Osservatore Romano, ha una particolare sensibilità verso la “sacralità dell’acqua”, elemento fulcro di religioni, arte, filosofie. Ha parlato dunque di “sete” di diritti. Gianluigi Rossi, professore emerito di Storia dei trattati e Politica internazionale presso l’università La Sapienza, a Roma, è da quasi trent’anni
direttore della Rivista “Africa” e il suo intervento ha approfondito le problematiche di questo continente.