Giovani di Confindustria, Lepore: Voucher, Zes e agevolazioni. Ecco il piano per le imprese

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Affiancamento delle imprese che vogliono esportare o internazionalizzare ma soprattutto sostegno a quelle realtà imprenditoriali che decidono di investire in Campania: queste le due leve su cui è incentrata l’attività di Palazzo Santa Lucia, dove sono in cantiere importanti misure a favore dell’imprenditoria. A fare un quadro della situazione è il massimo responsabile del settore Attività Produttive. 
 
Assessore Amedeo Lepore, gli ultimi dati accreditano all’export campano un aumento del 3%. Lo giudica un buon risultato?
Certo. Soprattutto rivela una buona vitalità da parte delle imprese campane. Sappiamo però che la base di partenza è bassa e per questo lo sforzo deve essere ancora più  forte.  
 
Cosa sta facendo la Regione per dare una scossa al territorio?
Tante cose. Insieme  alla collega Fascione abbiamo approvato un piano per l’internazionalizzazione che prevede misure sistematiche a favore delle imprese. Abbiamo firmato due protocolli di intesa con l’Istituto per il commercio estero e con Sace per offrire in modo organico alle nostre aziende i canali che queste realtà hanno sui mercati internazionali. Molto importante è anche l’intervento prodotto sul fronte della partecipazione alle fiere per la quale le imprese campane potranno godere di specifiche agevolazioni e voucher. Inoltre  in accordo con Ice intensificheremo  la possibilità  per le nostre imprese di utilizzare le piattaforme  estere dell’Agenzia per una presenza più costante e diffusa  sui mercati internazionali. 
 
Ultimamente la Campania ha suscitato l’interesse di grandi gruppi industriali, segno che le aziende estere vogliono tornare a investire nella nostra regione. E’ così?
Sì, è così. Questa credo che sia la parte più importante del lavoro che stiamo portando avanti, quella che riguarda più da vicino la leva di sviluppo dell’economia campana. L’attrazione degli investimenti richiede un’azione strutturata, la stessa che stiamo cercando di portare avanti, direi, con risultati notevoli. Al punto che possiamo dire che la Campania è la regione più conveniente per gli investimenti dall’esterno. 
 
Di cosa si tratta nel concreto?
Di un insieme di misure connesse tra di loro per le quali stiamo anche preparando una  guida che distribuiremo attraverso le nostre ambasciate e l’Ice. Oltre alle leggi di semplificazione, che hanno portato a ridurre i tempi dei procedimenti regionali ad un massimo di tre mesi e a costituire  lo sportello unico regionale  per le attività produttive (Surap), oltre a Industria 4.0 e alla  legge sulla Bioeconomia, fanno parte di questo pacchetto provvedimenti importantissimi, tutti già approvati e funzionanti .
 
Quali sono?
Il primo è il Credito di imposta sugli investimenti che a livello nazionale abbiamo finanziato prima e con più risorse di tutte le altre Regioni. Parliamo di 116 milioni di euro, di cui 25 milioni già erogati. Questo ha consentito di attrarre investimenti nel 2017 per 1,1 miliardi di euro su un totale a livello nazionale di quasi 2,9 miliardi. Altra iniziativa importante riguarda la decontribuzione al 100% sulle nuove assunzioni, adottata come misura regionale nel 2016 e finanziata con 50 milioni di euro. Questa misura ci ha permesso di ottenere in Campania oltre 7600 nuove assunzioni a tempo indeterminato ed è stata in seguito fatta propria dal Governo per tutte le regioni meridionali: il ministro per i Mezzogiorno è pronto a prolungarla per tutto il 2018 .Vi sono poi le agevolazioni sull’Irap che attraverso due misure specifiche permettono lo sgravio  e l’esenzione a Startup e imprese di nuova costituzione per 5 anni. 
 
Entriamo nel capitolo Zes.
Queste costituiscono sicuramente il più potente motore di attrazione degli investimenti. Ci abbiamo lavorato per due anni e all’inizio pochi ci credevano. Ora, anche grazie al nostro lavoro riconosciuto dal governo, stanno per diventare realtà. 
 
Con quali tempi?
Entro la fine di ottobre avremo l’approvazione del decreto attuativo da parte dell’esecutivo e per fine anno – questo è l’impegno del Ministro – la Zona Economica Speciale in Campania. Una Zes che riguarderà non solo i due porti di Napoli e Salerno ma anche le aree retroportuali di Nola, Marcianise, Battipaglia, l’Agro nocerino sarnese e la Valle Ufita. Un traguardo importantissimo che si aggiunge ad altri già raggiunti… 
 
A cosa fa riferimento?
Ai contratti di sviluppo. Abbiamo finanziato tre accordi di programma con realtà del calibro di Nestlé, Denso e General Electric Avio che sul nostro territorio hanno deciso di investire circa   160 milioni di euro. E si tratta solo di una piccola parte di ciò che si sta muovendo in Campania dove, tra contratti di sviluppo del triennio 2015-2018 e  l’accordo di programma quadro con il Governo sottoscritto  a luglio, si prevedono complessivamente 2 miliardi e mezzo di euro di investimenti . A tal riguardo sono stati già finanziati 2 accordi di sviluppo per le aree di   Arzano e Teverola, che comportano  oltre 106 milioni di euro di investimenti. 
 
Recente è anche l’avviso pubblico per le aree di crisi industriale non complessa.
Sì e, su questi, i numeri che si prevedono  sono significativi per la Campania. Pensi che per quanto riguarda le aree di crisi non complessa, su 231 domande, 119 riguardano imprese che investono in Campania. In pratica del miliardo di euro di investimento totale previsto 550 milioni ricadono sul nostro territorio, degli 80 milioni di euro finanziati dal Governo 37 milioni andranno a investimenti in Campania. Il tutto a conferma della grande proattività del nostro tessuto produttivo. Per questa ragione abbiamo approvato  un nuovo accordo di programma quadro con il Governo che prevede 113 mln di finanziamenti per consentire l’assorbimento delle proposte di investimento  presentate a Invitalia.
 
E per le aree di crisi complessa?
Per quelle abbiamo definito tre poli, quelli di Acerra, Marcianise e Airola, di Castellammare e Torre Annunziata e di Battipaglia e Solofra, 24 comuni in totale, e definito un intervento che prevede l’utilizzo di tutte le provvigioni della legge 181 per la ristrutturazione e la riconversione industriale. Il tassello che manca sono i contratti di programma per le Pmi, unico provvedimento non ancora adottato, che sarà licenziato a breve. Riguarderà soprattutto il sostegno degli investimenti legati all’innovazione, alla bioeconomia e alla creazione di filiere produttive complete, dalla ideazione alla produzione e commercializzazione dei prodotti . 
 
Quali saranno i prossimi passi della Regione?
Stiamo lavorando ad un provvedimento molto significativo a favore dell’artigianato campano  e ad altri sull’efficientamento delle imprese il cui primo bando da 20 milioni di euro ha avuto molto successo. In questo quadro stiamo realizzando un censimento delle aree industriali collegato tra l’altro al progetto di riforma delle Asi. 
 
Ha parlato di una nuova vitalità delle imprese campane. Cosa si sente di dire ai Giovani Imprenditori che si riuniscono a Capri?
Che la Regione intende sostenere questa nuova vitalità e che  sta ampliando le occasioni di investiment o produttivo, che possono far crescere il territorio, specie se vedono impegnate i giovani e le donne. Ogni nostra iniziativa si svolge in una logica di ferma lotta alla distorsione dell’assistenzialismo e alla malapianta della criminalità organizzata. Siamo impegnati ogni giorno con i fatti a far emergere le attività produttive virtuose, anche attraverso la legge che abbiamo approvato sul rating di legalità  delle imprese, poiché siamo convinti, ribaltando un postulato dell’economia, che la moneta buona possa scacciare la moneta cattiva e che gli investimenti produttivi e i comportamenti ispirati alla legalità siano moneta buona.