Giudici di pace: Così smantellano un settore che funziona

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In un periodo in cui imperversa la polemica sulla lentezza della Giustizia in Italia, che determina, ogni anno, risarcimenti per la legge Pinto prudentemente stimati in mezzo miliardo di Euro, è paradossale che il Ministro della Giustizia si accanisca contro la magistratura di pace, arrivando, addirittura, ad ipotizzare nella riforma della magistratura onoraria attualmente all’esame del Senato, pur a fronte di un cospicuo aumento delle competenze del Giudice di Pace, il loro utilizzo in via parziale ed occasionale. Ci si chiede quali standard di produttività ed efficienza potranno garantire i futuri giudici di pace, già precari e privi di ogni forma di tutela previdenziale ed assistenziale, ivi compresa l’assoluta carenza di tutele per la maternità, la salute, del diritto ad un congruo compenso (attualmente i magistrati onorari percepiscono stipendi dieci volte inferiori a quelli dei magistrati di carriera, pur essendo onerati di carichi di lavoro in numerosi casi maggiori, anche tenuto conto delle maggiori difficoltà che comportano le cause trattate dai magistrati professionali)? Eppure i dati ufficiali del Ministero della Giustizia, divulgati dal DOG fra la fine dell’anno passato e quest’anno, in sede di censimento della Giustizia civile e penale, evidenziano che i giudici di pace in sede civile, nel periodo di un anno preso in esame, hanno definito 1.344.081 procedimenti, mentre, in sede penale, hanno definito 172.439 procedimenti. Se si computa il numero complessivo di processi definiti (1.516.520) e lo si divide per il numero di giudici di pace in servizio nel periodo in esame (1.770 giudici), si perviene alla conclusione che ogni anno i giudici di pace trattano e definiscono 857 procedimenti civili e penali ciascuno, peraltro garantendo la definizione dei processi mediamente in meno di un anno.