La famosa frase di Enrico IV “Parigi val bene una messa” si presta perfettamente alla parafrasi “Pompei val bene un viaggio complicato”. Nonostante il lancio pubblicitario della linea EAV di Treni Turistici – Napoli – Ercolano -Pompei– Sorrento, purtroppo raggiungere la meta per i turisti è sempre un avventura. Orari, guasti, folla, tutto il disagio è servito sempre ad abundantiam. Pompei però vale tutto il disagio e la prova è data da un affluenza di pubblico straordinaria che più di ogni spiegazione chiarisce il peso che il sito ha nei desiderio di conoscenza del turista. “vòlli, e vòlli sèmpre, e fortissimaménte vòlli”. Non solo Alfieri o Galileo col suo “Provando e riprovando”. Tante espressioni di personaggi famosi potrebbero calzare alla situazione, la conclusione sarebbe sempre uno scrosciante applauso a Pompei. La mostra Egitto a Pompei nella tappa allestita nella Palestra Grande con richiami lungo tutto il percorso archeologico, non può che definirsi interessante. Non possono che attrarre le altissime statue delle divinità egizie provenienti dal Museo di Torino. C’è Sekmet, colei che è potente, con la sua testa leonina, c’è il faraone Thutmosi, ma principalmente c’è Iside e il suo culto. L’Egitto, i suoi misteri non lasciano mai indifferenti: la curiosità dei turisti e l’interesse degli esperti ne sono la testimonianza. Il gemellaggio con Torino funziona alla faccia di tutti quelli che si trastullano nel fomentare le incomprensioni tra Nord e Sud Italia. Successo. La grande piramide lignea al centro della Palestra Grande accoglie tutti i tesori d’importazione e introduce cosi a una visita mirata al neo restaurato tempio di Iside e alle case in stile egittizzante disseminate lungo il percorso della visita agli scavi. La premessa c’è tutta. Il materiale è di un valore immenso, la gente però sofferma l’attenzione sui singoli capolavori e sebbene la piramide dovrebbe servire proprio a contestualizzare le iscrizioni e i dipinti, a proiettare il turista in un ambiente storicamente e geograficamente diverso, il risultato non è la visione globale e il salto in un’altra epoca che probabilmente si voleva realizzare.
Nell’allestimento di una mostra gli oggetti d’esposizione sono fondamentali ma l’allestimento, sebbene non preponderante sugli oggetti, deve costruire le condizioni perché l’esperienza diventi coinvolgente, emozionante, indimenticabile. Gli antichi romani, popolazione che con termine contemporaneo non può che definirsi fichissima, avevano capito l’importanza dell’interpretazione e la usavano a larghe mani per vivere nel modo migliore tutto ciò che li circondava.
Le case di stile egittizzante che possono essere visitate lungo il percorso archeologico avevano le pareti dipinte con temi e soggetti nilotici e in una di esse, c’era perfino una cascatella d’acqua che doveva riprodurre i suoni e l’atmosfera dell’ambiente fluviale mentre sui triclini si libavano le prelibatezze locali.
L’allestimento realizzato oggi per questa mostra è forse ispirato a questa tecnica di trasportare il turista in quel mono lontano, ma le realizzazioni non riescono a colpire un visitatore non strutturato culturalmente perché troppo concettuali. Sono opere d’arte a se stanti il canneto simulato da una parete fortemente ondulata ma senza colore, la pozza d’acqua a terra realizzata con una macchia a terra dello stesso colore del supposto canneto. In assenza di una guida tutto questo non colpisce, non emoziona, è difficile da percepire. Negli ambienti chiusi della piramide un canneto artificiale, o la proiezione sui muri degli ambienti naturali dell’Egitto avrebbe certamente acceso l‘emotività dell’osservatore. Una parete ondulata, monocromatica e in penombra, sembra più un opera da esporre al museo d’arte contemporanea che lo sfondo per mostrare una statua egizia. La luce alle spalle di Osiride dio del sole è, al contrario, perfetta. Cosa più di un raggio di sole per enfatizzare la figura del dio che lo rappresenta? Purtroppo l’uso dell’interpretazione cui a volte si arriva nelle attuali esposizioni appare del tutto casuale, ma l’emozione e l’immediata intuizione dei ciò che il raggio di sole, in questo caso, vuole suscitare sono la più chiara delle enunciazioni.