Governo, Amendola: Rischio ritardo sul Recovery. Io sindaco? Prima l’alleanza con i napoletani poi i nomi

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In foto Vincenzo Amendola

“Rispetto alle nostre previsioni il rischio di ritardo c’è” sulla presentazione del Recovery. È quanto afferma il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola in un’intervista al Mattino, nella quale non esclude anche “il rischio di elezioni anticipate”.
“Ottenuta la fiducia alle Camere, dobbiamo continuare a lavorare senza sosta per la ripresa – osserva – la maggioranza di governo deve condividere valori simili, aprendosi a nuovi contributi, fare leva sull’europeismo e garantire stabilità. Sono ore decisive e tutti gli scenari sono aperti. Per scongiurare una nuova crisi, non basta una maggioranza fragile, ma serve una compagine stabile che condivida un progetto politico. Il rischio altrimenti è che si aprano esiti incerti, non escluso quello di elezioni anticipate”.
“La scelta di Italia Viva di lasciare la maggioranza è stata un errore – rileva – se siamo in questa situazione è perché qualcuno ha deciso di alzarsi dal tavolo di governo e andare via. Quando ci sono dei problemi vanno affrontati con il dialogo e il confronto, come abbiamo fatto e stiamo facendo, proprio in questi giorni, sul Recovery plan. Quindi noi del Pd abbiamo poco da fare autocritica”.
Sul Recovery, aggiunge, “l’Italia segue i tempi dettati dalla Commissione europea. Però mi lasci dire che le fibrillazioni nella maggioranza e la crisi politica non aiutano, anzi ci hanno fatto rallentare. Rispetto alle nostre prime previsioni il rischio di ritardo c’è, ma questo è il momento di unirsi in uno sforzo che travalica i confini della maggioranza”.
In merito ad una eventuale candidatura a sindaco di napoli spiega: “Sono chiamato, finché potrò, a fare il ministro per gli Affari europei. Serve dare slancio alla città con una nuova visione della ‘Grande Napoli’, dopo 10 anni che definire confusi sarebbe un eufemismo. L’alleanza deve essere stretta prima di tutto con i napoletani, è necessario partire dalle emergenze e da come superarle. Discutere dei nomi è l’ultimo passo”.