Governo Renzi alla prova della sfiducia in Senato. Premier: ‘Programma realizzato’ LA DIRETTA

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Nell’Aula del Senato la discussione delle mozioni di sfiducia al Governo. Superato con successo lo scoglio referendario, il governo si prepara ad affrontare la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni sull’onda dell’inchiesta petrolio in Basilicata e delle dimissioni del ministro Guidi. Il voto in serata al Senato

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Presente al Senato anche il premier Matteo Renzi. “E’ legittimo non essere d’accordo sui provvedimenti ma è impossibile negare che quegli argomenti al centro dell’azione programmatica sono stati affrontati con successo da governo e parlamento. Mi riferisco alla riforma costituzionale, alla legge elettorale e ai provvedimenti sulle tasse”, ha replicato il presidente del Consiglio in aula alle critiche contenute nella mozione di sfiducia di Fi.

“Accetto la sfida sul tema della moralità in politica, tema sempre scivoloso”, ha detto ancora Renzi elencando i 5 punti delle critiche contenute nelle mozioni di sfiducia al Senato, in particolare quella di Fi.

“I numeri del Jobs Act – ha detto ancora Renzi – non sono numeri sui quali si possono avere degli equivoci. I dati Inps di oggi segnano rallentamento ma nel 2015, e sono dati molto semplici ci sono stati 911mila contratti a tempo indeterminato in più. Quell’incentivo lo abbiamo voluto noi e siamo fieri che questo incentivo abbia aiutato imprenditori ad assumere. E ci dispiace che qualcuno si sia tirato indietro rispetto a quell’impegno”. 

L’attuale schema di governo “è stato alla base del vostro sostegno al governo Letta venuto meno in base a valutazioni del vostro capo di partito – ha replicato il premier a Fi sull’accusa di mancata moralità politica di un governo non eletto -. Come potete contestare a Ncd e poi ad Ala di rimanere fedeli al patto al quale anche voi eravate legati ed è venuto meno per correttissime valutazioni politiche. Voi avete cambiato idea non gli altri”. 

Poi ancora: “Io sono per al giustizia non per i giustizialisti. L’Italia ha conosciuto figure di giudici eroi ma ha conosciuto negli ultimi 25 anni pagine di autentica barbarie legate al giustizialismo. L’avviso di garanzie è stata una sentenza mediatica definitiva, vite di persone perbene sono state distrutte mentre i delinquenti avevano il loro guadagno nell’atteggiamento populista di chi faceva di tutto un erba un fascio. L’avviso garanzia non è mai condanna”.  “I giudici devono parlare con le sentenze e noi li incoraggiamo ma le sentenze devono arrivare presto perchè noi vogliamo sapere chi è il responsabile, il colpevole, chi ruba”, ha detto Renzi parlando dell’inchiesta di Potenza.

“Siamo abituai a sentirci dire ‘non è questa, è la prossima’, noi aspettiamo ma nel frattempo vi faccio una proposta: provate a mandarci a casa non convinti neanche voi per due ragioni: o perchè vi piace perdere o perchè volete utilizzare il Senato come una cassa di risonanza, una bandierina da sventolare nei talk show. Penso però di dirvi con franchezza che i talk, i media, i social non sono l’Italia, l’Italia è altrove”, ha detto Renzi criticando il frequente ricorso delle opposizioni alla mozione di sfiducia.

“Oggi in Senato – si legge sul blog di Grillo – si vota sfiducia al Governo proposta da M5S. Sfiduciamoli. Per occuparci dei cittadini, non delle lobby”. Lo ha scritto Beppe Grillo su twitter con un link che rinvia al suo blog. “Oggi in Senato si vota la sfiducia al Governo dei banchieri e dei petrolieri proposta dal MoVimento 5 Stelle: devono andare a casa perché fanno solo gli interessi delle lobby, dei loro amici e dei loro parenti!”, si legge sul blog.

Il passaggio non preoccupa affatto la maggioranza, certa dei numeri e dell’appoggio, che non dovrebbe essere determinante, anche dei verdiniani. “Siamo affezionati alle mozioni di sfiducia – ironizza il premier – ce ne fanno una ogni quindici giorni, quando sono stanchi una al mese”. Tentativi di spallata che in realtà, secondo la maggioranza, si rivelano boomerang che rafforzano in il governo. Così come il mancato raggiungimento del quorum sulle trivelle conforta la maggioranza in vista della sfida su cui Matteo Renzi in primis ha puntato tutte le sue fiches: il referendum costituzionale di ottobre.

Fino ad allora, il presidente del consiglio punta a spiegare le ragioni “di una politica più semplice”, attribuendo agli avversari la volontà di strumentalizzare la consultazione, come fatto con il quesito sulle trivelle.

Zanda, da inizio anno 31 mozioni sfiducia, tempo perso – “Molti degli interventi delle opposizioni che ho ascoltato sinora nell’Aula di Palazzo Madama hanno già annunciato che il governo avrà la maggioranza”. Così il presidente dei senatori del Partito democratico Luigi Zanda parlando ai microfoni dei telegiornali. “In questa legislatura – aggiunge – tra Camera e Senato abbiamo avuto 31 mozioni di sfiducia, quasi una al mese. Presentare mozioni di sfiducia è diventato un rito seriale con un unico obiettivo, quello di far perdere tempo al Parlamento”.

Intanto alla Camera sono state raggiunte dalle opposizioni le firme dei deputati necessari alla richiesta del refrendum confermativo.

Nell’Aula del Senato la discussione delle mozioni di sfiducia al Governo. Superato con successo lo scoglio referendario, il governo si prepara ad affrontare la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni sull’onda dell’inchiesta petrolio in Basilicata e delle dimissioni del ministro Guidi. Il voto in serata al Senato

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Presente al Senato anche il premier Matteo Renzi. “E’ legittimo non essere d’accordo sui provvedimenti ma è impossibile negare che quegli argomenti al centro dell’azione programmatica sono stati affrontati con successo da governo e parlamento. Mi riferisco alla riforma costituzionale, alla legge elettorale e ai provvedimenti sulle tasse”, ha replicato il presidente del Consiglio in aula alle critiche contenute nella mozione di sfiducia di Fi.

“Accetto la sfida sul tema della moralità in politica, tema sempre scivoloso”, ha detto ancora Renzi elencando i 5 punti delle critiche contenute nelle mozioni di sfiducia al Senato, in particolare quella di Fi.

“I numeri del Jobs Act – ha detto ancora Renzi – non sono numeri sui quali si possono avere degli equivoci. I dati Inps di oggi segnano rallentamento ma nel 2015, e sono dati molto semplici ci sono stati 911mila contratti a tempo indeterminato in più. Quell’incentivo lo abbiamo voluto noi e siamo fieri che questo incentivo abbia aiutato imprenditori ad assumere. E ci dispiace che qualcuno si sia tirato indietro rispetto a quell’impegno”. 

L’attuale schema di governo “è stato alla base del vostro sostegno al governo Letta venuto meno in base a valutazioni del vostro capo di partito – ha replicato il premier a Fi sull’accusa di mancata moralità politica di un governo non eletto -. Come potete contestare a Ncd e poi ad Ala di rimanere fedeli al patto al quale anche voi eravate legati ed è venuto meno per correttissime valutazioni politiche. Voi avete cambiato idea non gli altri”. 

Poi ancora: “Io sono per al giustizia non per i giustizialisti. L’Italia ha conosciuto figure di giudici eroi ma ha conosciuto negli ultimi 25 anni pagine di autentica barbarie legate al giustizialismo. L’avviso di garanzie è stata una sentenza mediatica definitiva, vite di persone perbene sono state distrutte mentre i delinquenti avevano il loro guadagno nell’atteggiamento populista di chi faceva di tutto un erba un fascio. L’avviso garanzia non è mai condanna”.  “I giudici devono parlare con le sentenze e noi li incoraggiamo ma le sentenze devono arrivare presto perchè noi vogliamo sapere chi è il responsabile, il colpevole, chi ruba”, ha detto Renzi parlando dell’inchiesta di Potenza.

“Siamo abituai a sentirci dire ‘non è questa, è la prossima’, noi aspettiamo ma nel frattempo vi faccio una proposta: provate a mandarci a casa non convinti neanche voi per due ragioni: o perchè vi piace perdere o perchè volete utilizzare il Senato come una cassa di risonanza, una bandierina da sventolare nei talk show. Penso però di dirvi con franchezza che i talk, i media, i social non sono l’Italia, l’Italia è altrove”, ha detto Renzi criticando il frequente ricorso delle opposizioni alla mozione di sfiducia.

“Oggi in Senato – si legge sul blog di Grillo – si vota sfiducia al Governo proposta da M5S. Sfiduciamoli. Per occuparci dei cittadini, non delle lobby”. Lo ha scritto Beppe Grillo su twitter con un link che rinvia al suo blog. “Oggi in Senato si vota la sfiducia al Governo dei banchieri e dei petrolieri proposta dal MoVimento 5 Stelle: devono andare a casa perché fanno solo gli interessi delle lobby, dei loro amici e dei loro parenti!”, si legge sul blog.

Il passaggio non preoccupa affatto la maggioranza, certa dei numeri e dell’appoggio, che non dovrebbe essere determinante, anche dei verdiniani. “Siamo affezionati alle mozioni di sfiducia – ironizza il premier – ce ne fanno una ogni quindici giorni, quando sono stanchi una al mese”. Tentativi di spallata che in realtà, secondo la maggioranza, si rivelano boomerang che rafforzano in il governo. Così come il mancato raggiungimento del quorum sulle trivelle conforta la maggioranza in vista della sfida su cui Matteo Renzi in primis ha puntato tutte le sue fiches: il referendum costituzionale di ottobre.

Fino ad allora, il presidente del consiglio punta a spiegare le ragioni “di una politica più semplice”, attribuendo agli avversari la volontà di strumentalizzare la consultazione, come fatto con il quesito sulle trivelle.

Zanda, da inizio anno 31 mozioni sfiducia, tempo perso – “Molti degli interventi delle opposizioni che ho ascoltato sinora nell’Aula di Palazzo Madama hanno già annunciato che il governo avrà la maggioranza”. Così il presidente dei senatori del Partito democratico Luigi Zanda parlando ai microfoni dei telegiornali. “In questa legislatura – aggiunge – tra Camera e Senato abbiamo avuto 31 mozioni di sfiducia, quasi una al mese. Presentare mozioni di sfiducia è diventato un rito seriale con un unico obiettivo, quello di far perdere tempo al Parlamento”.

Intanto alla Camera sono state raggiunte dalle opposizioni le firme dei deputati necessari alla richiesta del refrendum confermativo.