Graffiti Art in Prison: il progetto artistico che rivitalizza le carceri di Palermo

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Un linguaggio comune, quello dell’arte, per (provare ad) abbattere i pregiudizi e le disuguaglianze all’interno delle carceri di Palermo, coinvolgendo i detenuti in progetti di natura partecipativa, per dare loro una seconda chance e un’opportunità di riscatto. È tutto questo, e molto altro, il progetto Gap “Graffiti Art in Prison” che il Simua-Sistema Museale dell’Università degli Studi di Palermo, in partenariato con il Kunsthistorische Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, il Dems dell’Università di Palermo, l’Università di Saragozza e l’Accademia di Arte e Design – Abadir di Catania, ha lanciato nel corso della scorsa settimana.
L’obiettivo dell’iniziativa, finanziata nell’ambito del programma europeo Erasmus+ (Strategic Partnerships for Higher Education) col patrocinio del Ministero della Giustizia e del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, è quella di intraprendere nuovi percorsi di apprendimento e di inclusione sociale nelle Case di reclusione “Ucciardone” e “Pagliarelli” e l’Istituto Minorile Malaspina di Palermo attraverso le arti contemporanee. Obiettivo: sollecitare nuove forme di recupero alla socialità valorizzando la sinergia tra arte, cultura e formazione.
Protagoniste cardini, oltre ai detenuti (che dovrebbero essere oltre venti), sono le artiste coinvolte, Matilde Cassani, Stefania Galegati, Elisa Giardina Papa, Giovanna Silva. Ciascuna di loro proviene da ambiti disciplinari differenti tra cui fotografia, video-making, design progettuale, azioni partecipative ed interventi su scala urbana.
GAP, che ha cadenza triennale ed è coordinato da Gabriella Cianciolo, Laura Barreca e Gemma La Sita, sperimenta un modello di ricerca interdisciplinare attraverso collaborazioni orizzontali e condivise tra l’Università e il contesto penitenziario, con la presenza di artisti, docenti, studiosi ed esperti da tutto il mondo.
I progetti saranno realizzati nel corso del 2022-2023, con la collaborazione dell’Associazione Acrobazie di Palermo, specializzata in pratiche sociali e di welfare culturale, per poi essere presentati in un progetto espositivo all’Università di Palermo nel 2023. Ma non solo: perché oltre alla mostra “in presenza”, “GAP” e i suoi protagonisti approderanno anche sul grande schermo.
Grazie alla partnership con Sky Arte, un film-documentario a cura di Chiara Agnello, racconterà infatti il progetto, portandolo nelle case di tutta Italia. Nella speranza che possa poi essere emulato anche da altre istituzioni, del mondo della formazione e dell’universo penitenziario, per andare oltre e creare vero valore aggiunto, mettendo le carceri al centro.