Hong Kong, i disordini fanno male al business

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A cura di Alfonso Vitiello Il mercato di Hong Kong ha risentito molto, nelle scorse settimane, dei disordini causati dai giovani contestatori del Governo. I social media, limitati dalla censura, hanno diffuso A cura di Alfonso Vitiello Il mercato di Hong Kong ha risentito molto, nelle scorse settimane, dei disordini causati dai giovani contestatori del Governo. I social media, limitati dalla censura, hanno diffuso notizie non tanto esatte. La Borsa è scesa del 2 per cento. La Hk Federations of student non ha molta scelta: rivelandosi impossibile il dialogo, per un accordo, con il Governo centrale. Di conseguenza di questa situazione continuano a risentire i mercati finanziari. Le proteste hanno avuto senza dubbio un effetto negativo su tutto il business della città di Hong Kong: mettendo sotto pressione i consumi con particolare riferimento a quelli legati al lusso. In una città come Hong Kong dove apparentemente tutto filava liscio, la rivoluzione degli ombrelli proprio non ci voleva. Ciò fa riflettere. Dal 2010 l’economia di Hong Kong era cresciuta con un ritmo superiore al 7 per cento. Questo grazie anche alla posizione strategica che Hong Kong occupa nel mercato internazionale: dato che si tratta della piattaforma di eccellenza per le relazioni con la Cina continentale. A questo punto c’è da domandarsi se il mito di Hong Kong sia finito oppure no. Ciò che sembra trapelare è che il Governo centrale di Pechino, dopo lo storico accordo fra Deng Xiaoping e la lady di Ferro, Margareth Thacher, non voglia cedere. Si chiamava Basis Law la Costituzione di Hong Kong che dal 1997 era diventata regione amministrativa. Questo accordo assicurava ad Hong Kong un sistema di più partiti: ma questa promessa è svanita il 30 agosto scorso. Se, sul fronte internazionale, la Casa Bianca afferma di sostenere gli studenti, dall’altra parte la Cina riponde seccamente co un “No alle ingerenze straniere”. “Hong Kong è cinese”, ha dichiarato Hua Chunyng: e questi, per Pechino, sono affari interni cinesi. Il Mercato italiano resta comunque dinamico e ricettivo anche se ci sono molte perplessità in vista del prossimo dialogo del 2017. I generi di lusso tra cui la gioielleria hanno subito un calo imbarazzante. Le vendite sono diminuite notevolmente, e cresce la preoccupazione per tutto il made in Italy.