I Bastardi di Pizzofalcone sbarcano in Rai: dal 9 gennaio la fiction sceneggiata da de Giovanni

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Pane è l’ultimo libro di Maurizio de Giovanni per la serie de i Bastardi di Pizzofalcone, edito da Enaudi stile Libero sta riscuotendo come sempre un enorme successo, oltre 115000 copie vendute ad oggi. In questo capitolo ritroviamo una squadra ancora più compatta e collaborativa, per un caso di omicidio di un panettiere del quartiere, Pasquale Granato. I Bastardi indagano parallelamente alla Dia, poiché la vittima è testimone oculare di un reato per mano della criminalità organizzata. Pane mette al centro dell’attenzione valori che nella società odierna si stanno perdendo, il nuovo contro il vecchio. Pasquale è legato in modo sacrale alla conservazione del metodo tradizionale della preparazione del Pane, una lievitazione lenta, tramandata di generazione in generazione col lievito madre. Il pane che si ottiene costa il doppio di quello che si trova in commercio. Economicamente non conviene ma Pasquale sente di dover mantenere fede alla tradizione, è una missione, lui è il Principe dell’Alba, e ripete ogni mattina come una litania i gesti che gli ha insegnato il padre.
“Sussurra alcune parole, quelle che gli sono state insegnate proprio lí mezzo secolo prima. Acqua d’a funtanella; farina d’o campo ’e grano; mosto d’a cullina; merda d’o pullidro. Ripete la frase due, tre volte. Il Principe lavora, impasta e aspetta. Il tempo giusto. Il tempo di sempre. Tanti pensieri, tante battaglie, tante discussioni, papà: tutto per questi minuti, in mezzo all’alba, da un confine all’altro, per dare alla gente il primo profumo e il primo sorriso”.
In Pane lo scrittore ci traghetta con sapienza nel più variegato dedalo di emozioni, dal riso al pianto. Ridiamo a crepapelle con le battute di Aragona, fino a farci emozionare con la vicenda di Romano che vorrebbe adottare Giorgia, la neonata che ha ritrovato vicino a un cassonetto, che rischiò la vita.
Tutti i personaggi, anche minori rivestono un ruolo significativo, tale da lasciare tracce indelebili, come il caso della vecchina che soccorre un mancamento per strada di Alex di Nardo. Napoli come sempre protagonista della storia, e mai cornice.
Un linguaggio senza fronzoli come è solito de Giovanni, ma che ti cattura fino all’ultima pagina.
In Pane ci sono tanti colpi di scena legati ai protagonisti, in particolare, la Di Nardo che avrà il coraggio di andar via di casa; ma anche Ottavia farà uscire con forza il suo carattere, questa volta si ribella alla tacita esclusione del turno di notte per il grave problema familiare. “Prima di lasciare l’ufficio perfino Aragona le si era avvicinato, sussurrando: «Mammi’, guarda che a me non mi pesa fare due notti consecutive. Io sono di ferro».  Lei gli aveva sorriso, era gentile e premuroso, come tutti, ma avesse potuto gli avrebbe tirato uno schiaffo. E avrebbe urlato ai presenti: ma lo sapete che sono io la piú forte? Che non c’è prova piú dura che vivere come vivo io? Nessuno di voi nemmeno si sogna cosa significa stare svegli ogni notte nel terrore di sentire un rantolo giungere dalla stanza accanto, essere sempre pronti a scattare in piedi per una variazione del respiro. Il vostro turno di notte, si disse chiudendo gli occhi, cosí faticoso e temuto, per me è una vacanza”.

La Rai trasmetterà dal 9 gennaio 2017 una fiction ispirata alla serie de I Bastardi di Pizzofalcone con la regia di Carlo Carlei. Alessandro Gassmann interpreterà il ruolo di Lojacono, la sceneggiatura è a cura di Maurizio de Giovanni insieme agli sceneggiatori Silvia Napolitano e Francesca Panzarella. Il cast è formato da Carolina Crescentini (la pm Laura Piras), Tosca D’Aquino (Ottavia), Massimiliano Gallo (Luigi Palma), Gianfelice Imparato (Pisanelli), Simona Tabasco (Alex Di Nardo), Antonio Folletto (Marco Aragona) e Gennaro Silvestro (Francesco Romano detto Hulk).

Abbiamo avuto l’occasione, per gentile mediazione dell’autore di poter parlare direttamente con i Bastardi di Pizzofalcone. Ad accettare il nostro invito l’ispettore Lojacono e l’agente scelto Aragona.


Ho letto nella bandella dei libri che l’autore traccia una piccola descrizione, che cambia a seconda del capitolo. Vi ritrovate d’accordo con la descrizione?  E i vostri colleghi?
Rispondo io, Lojacono, che sono oramai diventato il protagonista della serie, nonostante le intenzioni dell’autore che voleva incentrare i suoi libri su una intera squadra, visto che Alessandro Gassmann avrà il mio ruolo nella fiction imminente. Le descrizioni sono deliziose, in particolare quelle della bandella di Pane mi sembrano molto calzanti. Secondo me, una buona idea di de Giovanni.
Siete a conoscenza della fiction? Vi somigliano gli attori?
Ti dicevo che abbiamo saputo della fiction prima di ogni altro. L’autore ci ha chiesto rispettosamente il nostro parere sull’opportunità di portarci in televisione. Eravamo scettici, visto che di solito i film tratti dai libri deludono il lettore. Ci abbiamo pensato e abbiamo deciso di rischiare. Il livello degli attori ci sembra una garanzia. Incrociamo le dita, nella consapevolezza che comunque vada i libri resteranno.
Lojacono lei in quest’ultimo capitolo ha messo da parte l’orgoglio, puramente ai fini lavorativi, a suo parere può essere sempre una scelta vincente?
Credo di sì. Non sempre, ma il più delle volte.
Lojacono, sin dagli esordi della squadra de i Bastardi ha dimostrato il suo infallibile intuito, additato da qualche livido commissario per es De Vincenzo, come pura fortuna. Secondo lei è proprio la mente ottusa e livorosa che non fa “produrre” bene?
Non penso che De Vincenzo abbia torto. Sono stato sicuramente fortunato. La fortuna è il principale ingrediente del successo. Ma di certo il preconcetto fuorvia sempre.
In questo ultimo capitolo Pane la squadra sembra essere più forte, si potrebbe iniziare a parlare anche di un sentimento di amicizia? Come vi considerate?
La vita che facciamo e i nostri passati non certo gloriosi hanno creato tra noi una sorta di rete. Non parlerei di amicizia, o almeno non ancora. Ma di comunanza di intenti e solidarietà, senz’altro. Inoltre, le nostre profonde diversità ci legano anche al di là della nostra volontà.
Lojacono con quale dei suoi colleghi si sente più legato, e perché?
Il mio preferito è Giorgio Pisanelli. Un uomo profondamente buono e segnato dalla vita, che ancora, nonostante la delusione professionale, crede nella sua funzione, anche al di là di quanto gli si chiede.
Lo stalking seguito insieme alla Di Nardo, come gli altri casi seguiti da lei Aragona, hanno sempre messo alla prova il suo carattere. Tra i vari casi qual è quello più nitido nella sua memoria?
Un bravo poliziotto sta sempre sul pezzo. Quindi il caso più nitido è sempre l’ultimo.
Aragona, cambierebbe qualcosa ne la squadra de i Bastardi?
Tutto tranne me.
Com’è il vostro rapporto con la città, le sue contraddizioni e come convivete con i suoi lati oscuri?
Se non ci fossero lati oscuri, il nostro lavoro non avrebbe senso. Ognuno di noi ha un rapporto diverso con la città e le sue contraddizioni, ma il risultato è uno solo: cercare di portare luce, per quanto possibile.
Se vi chiedessi di descrivere de Giovanni?
Un artigiano completamente immerso nelle nostre vicende di vita. Un uomo grande – meglio, grosso – con un gran cuore.
Cosa è per voi l’amore? Un amore che si nasconde può essere definito tale?
L’amore è vita. E la vita è sempre vita e si impone prepotente, anche quando si nasconde.