La valorizzazione dei castelli della Campania e di quelli della città di Napoli è una delle mission principali che persegue, sin dalla data di sua costituzione, l’Istituto Italiano dei Castelli Sezione Campania, che fa parte della più vasta famiglia che vede la presenza dell’IIC su tutto il territorio nazionale e che ha una prestigiosa sede a Roma in Castel Sant’Angelo.
L’Istituto Italiano dei Castelli in Campania, ente di alta cultura, rivolge le sue attività non solo a studiosi e studenti ma ad un pubblico vasto, ed ha anch’esso una sede prestigiosa e suggestiva collocata all’interno di Castel dell’Ovo, castello attualmente in ristrutturazione.
Dell’impegno per la conservazione e valorizzazione dei castelli di Napoli parliamo con il presidente dell’Istituto prof. arch. Leonardo Di Mauro.
Napoli ha al suo attivo cinque castelli, di uno di questi rimangono solo le torri in una zona che versa in pieno degrado. Ritiene, allo stato attuale, necessaria un’opera di maggiore valorizzazione di queste strutture e, per alcune, di recupero da parte delle Istituzioni?
Certamente tutti e cinque i castelli di Napoli, comprendendo anche quanto rimane del Castello del Carmine, oltre ai resti delle cinte murarie, hanno bisogno di essere valorizzati e mi sembra che da enti diversi quest’opera di valorizzazione sia stata avviata e dovrebbe dare già i suoi frutti nell’anno 2024. Un’attività che riguarda il Comune di Napoli per Castel Nuovo e Castel dell’Ovo, il Ministero della Cultura per Sant’Elmo e quello della Giustizia per Castel Capuano. La questione del decoro delle Torri superstiti del Castello del Carmine è un problema annoso a cui l’Amministrazione comunale cerca di porre rimedio con oggettiva difficoltà.
Qual è il vostro impegno per la conservazione dei castelli di Napoli?
L’impegno dell’Istituto è quello di promuovere la tutela e la conoscenza di queste strutture e di spronare le istituzioni alla valorizzazione anche turistica sorvegliando che essa avvenga con serietà, illustrando le specificità delle architetture nate per scopi militari, senza svilirle a fenomeni da baraccone fieristico come sempre più spesso accade in strutture di proprietà privata con restauri sbagliati e ricostruzioni di eventi spettacolari senza fondamento storico.
I fondi del PNRR possono essere utilizzati per opere di conservazione e risistemazione in modo da renderli maggiormente fruibili al pubblico di napoletani, campani e turisti che vogliono visitare questi gioielli?
I fondi possono essere utilizzati sempre a partire da bandi che devono essere promossi dai Ministeri competenti. In presenza di bandi di questo tipo certamente l’IIC si impegnerà perché essi siano condotti a buon fine.
Come l’Istituto Italiano dei Castelli Sezione Campania può contribuire alla migliore conoscenza e valorizzazione dei castelli di Napoli?
L’Istituto già opera in tal senso – e ormai da molti anni – con la pubblicazione di Quaderni che illustrano con serietà scientifica la storia di ognuno dei Castelli napoletani e delle altre fortificazioni che sono numerose nella regione; inoltre svolge una intensa attività di visite guidate oltre a promuovere annualmente il corso di cultura castellana rivolto a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo dei castelli, in particolar modo ai temi legati alla loro conoscenza, salvaguardia e valorizzazione.
Professore può darci qualche anticipazione sulle iniziative che intendete porre in campo nei prossimi mesi?
A settembre aderiremo alle Giornate Europee del Patrimonio con una serie di visite guidate a Castel dell’Ovo, in collaborazione con il segretariato regionale del Ministero della Cultura. In novembre dovrebbe svolgersi una tavola rotonda sul futuro dei castelli napoletani con l’obiettivo – che ahimè sembra ancora lontano – di creare un percorso di valorizzazione che comprenda i quattro castelli – S. Elmo, Castel Capuano, Castel dell’Ovo e Castel Nuovo. In primavera prevediamo di organizzare invece una giornata di studio e riflessione sul corretto approccio al restauro delle strutture fortificate – tema di grande attualità alla luce di quanto accaduto di recente anche nella nostra regione, con interventi purtroppo poco rispettosi dell’integrità del monumento, con la conseguente restituzione alla collettività di strutture spesso molto distanti dai caratteri originariamente posseduti. Poi a maggio la nuova edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli. Ci saranno infine le consuete conferenze e visite di studio, con cadenza mensile. Invitiamo tutti gli appassionati a seguirci sui nostri canali social facebook ed Instagram oltre che sul sito web www.castcampania.it.
Bianca Desideri