I fondi Ue non aiutano la ripresa, alle aziende solo l’11% delle risorse

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Un convegno all’Università Pegaso sul tema “Strumenti finanziari nella politica di coesione 2014/2020” è l’occasione per fare il punto sullo stato dell’impiego dei fondi europei in Campania. Un convegno all’Università Pegaso sul tema “Strumenti finanziari nella politica di coesione 2014/2020” è l’occasione per fare il punto sullo stato dell’impiego dei fondi europei in Campania. L’evento, coordinato dal direttore generale di Unipegaso, Elio Pariota, e promosso dal presidente dell’ateneo telematico Danilo Iervolino, presenta un’ampia panoramica sulle risorse del settennio 2007/2013. Dall’analisi dei dati emerge che, al 31 maggio 2014, in Campania le aziende ottengono appena l’11,26 per cento del totale dei fondi. La maggior parte delle risorse, invece, finanziano infrastrutture (58,25 per cento) e acquisti di beni e servizi (25,19 per cento). Se invece si guarda ai livelli di spesa ecco emergere un quadro più in linea con le aspettative del mondo economico. Il Fesr raggiunge una certificazione del 33,3 per cento a fronte di un target del 31,8 per cento mentre il Fse è al 59,1 per cento a fronte di un obiettivo del 59,6. Entro fine anno la Regione Campania è chiamata a raggiungere obiettivi di spesa del 38,7 per cento in relazione al fondo europeo di sviluppo e del 72,9 per cento in riferimento al fondo sociale. Il nuovo corso, infatti, oltre ad assegnare 15 miliardi di euro per lo sviluppo delle imprese coinvolge i privati nella gestione delle risorse. Come fare per migliorare la qualità della spesa e aiutare maggiormente il tessuto produttivo? Adriano Giannola, economista e presidente di Svimez, punta l’indice contro i passati governi regionali “incapaci di fornire alle aziende gli strumenti necessari per accedere ai finanziamenti”. Ora il quadro è differente. “La crisi impone di convogliare quante più risorse è possibile alle imprese, soprattutto quelle di piccolissime dimensioni”, dice Giannola. “Per farlo servono procedure semplificate e personale adeguatamente formato dal punto di vista tecnico e operativo”. Amedeo Giurazza, numero uno del fondo Vertis, si sofferma su un altro aspetto di particolare importanza: la capitalizzazione delle aziende. “Per aumentare la quota di spesa a favore delle imprese – dice – oggi troppo ridotta bisogna investire sul rafforzamento finanziario delle unità produttive e coinvolgere, in questa operazione, i fondi di private equity e venture capital”. Il coinvolgimento dei privati rappresenta una svolta secondo Mario Caputo, senior partner di Meridiana Italia, “perché solo chi opera quotidianamente nel tessuto economico può fornire i giusti strumenti per accrescere quantità e qualità della spesa”. Massimo Deandreis e Alessandro Panaro, rispettivamente direttore generale e responsabile politiche di sviluppo di Srm Intesa San Paolo vedono nel nuovo corso “un’occasione unica per sostenere la ripresa economica della Campania, partendo però da un incremento del sostegno alle imprese”.