I tassisti incrociano le braccia contro la riforma. Due giorni di disagi per turisti e cittadini sotto la canicola

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“Siamo contrari a una riforma del settore che si basi solo su logiche economiche che nulla hanno a che fare con il servizio pubblico erogato, consegnando la gestione del settore a intermediari e relegando la funzione del tassista a quella di un fattorino su quattro ruote, sfruttato e senza diritti ma con tutti i rischi che sono a carico di un imprenditore”. Lo afferma Claudio Bontempi, di Cna Piemonte, in merito allo sciopero dei tassisti – proclamato a livello nazionale e confermato anche nella regione – il 5 e il 6 luglio. L’iniziativa, come osserva Carlo Baglione, presidente per la categoria Taxi di Confartigianato Imprese Piemonte, e’ diretta contro un provvedimento che ha per “unico obiettivo consentire a piattaforme multinazionali di monopolizzare la domanda con una intermediazione sregolata, che verosimilmente costringera’ i vettori ad accettare condizioni di erogazione del servizio in contrasto con la tutela del lavoro e lo sviluppo dell’artigianato, eludendo il principio di competenza esclusiva e sussidiaria delle Regioni e minando la responsabilita’ sociale a cui deve tendere la libera iniziativa privata.” “L’unico modo per far sentire la voce di tutti i lavoratori del settore – sottolinea Angelo Simone, rappresentante del settore Taxi di Sna Casartigiani – e’ portare avanti lo sciopero in forma decisa”.

Gli Ncc: Una protesta che penalizza gli utenti
Il Comparto noleggio vetture con conducente (Ncc) si schiera a favore dell’approvazione del Ddl sulla concorrenza e critica l’ostruzionismo dei rappresentanti dei tassisti. “La protesta dei taxi – spiegano le associazioni nazionali degli Ncc – nasce dal timore che l’articolo 10 del Ddl Concorrenza, in approvazione, possa portare alla liberazione dei servizi pubblici non di linea: in realtà neanche noi noleggiatori vogliamo la liberalizzazione e l’articolo in questione è relativo ad una delega del governo sulla materia della concorrenza. Il tutto con il fine di rivisitare la legge numero 21 del 15 gennaio 1992, ormai anacronistica: basta pensare che allora non esistevano nemmeno gli smartphone”. “I taxi protestano ma chi ci rimette sono turisti e cittadini – aggiungono gli Ncc italiani -. La responsabilità del loop normativo è di alcuni rappresentanti nazionali dei taxi che hanno reso incostituzionale parte della legge. Questi rappresentanti, inoltre, fino ad ieri avevano contestato piattaforme ed app: oggi hanno scelto di chiudere un accordo con la più importante piattaforma di prenotazioni di servizi di trasporto. Qualcosa non torna”. A firmare il comunicato sono le associazioni Acncc, Anc, Anc trasporto persone, Ancci, AniTra.V., Asincc, Comitato Air, Comitato sindacale Ncc Fiumicino, Federencc, Federnoleggio-Confesercenti, Fia-Confindustria, Fion, Fincc, Ora Ncc, 8Puntozero, Professione Travel Ncc Donne 2030, Sindacato nazionale Llp.