Ict: Federmanager, governare Ai, blockchain e data protection

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Roma, 12 feb. (Labitalia) – Utilizzo della blockchain, applicazione dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali e protezione dei dati personali. Questi sono i 3 nodi cruciali da cui passa un’effettiva transizione digitale del nostro Paese. I motivi per cui le imprese devono investire in questi tre asset sono stati discussi durante il convegno ‘La trasformazione digitale per lo sviluppo del sistema Paese’, organizzato a Roma da Associazione Blockchain, imprese ed enti e Associazione prestatori di servizi di pagamento, in collaborazione con Federmanager.

Nella cosiddetta ‘Quarta rivoluzione industriale’ le imprese cercano competenze qualificate che sappiano gestire l’innovazione dei processi e prodotti. È stata questa una delle ragioni che hanno spinto Federmanager a strutturare un apposito percorso di certificazione delle competenze dedicato agli innovation manager, come ha spiegato il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla: “Sono oggi – ha dichiarato – oltre 200 i manager, certificati attraverso il nostro percorso BeManager, ammessi nell’elenco degli innovation manager pubblicato dal Mise. Le tecnologie avranno sempre bisogno delle persone. Noi lavoriamo sulle competenze manageriali che servono alle imprese per governare le tecnologie”.

Rispetto all’intelligenza artificiale, tema che sarà al centro di un prossimo Libro Bianco della Commissione Von der Leyen, le questioni sul tavolo sono tante: innanzitutto l’esigenza che sia prevista sempre una sorveglianza umana dei sistemi di AI e, poi, l’impatto di questa sul mercato del lavoro. Infatti, secondo una recente rilevazione effettuata, tra un campione di imprese italiane, dall’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, il 33% delle aziende intervistate dichiara di aver dovuto assumere nuove figure professionali qualificate per realizzare soluzioni di AI.

La prospettiva di una trasformazione digitale del Paese come opportunità, quindi, ma anche come occasione per riflettere sull’idoneità degli strumenti giuridico-normativi per la tutela dei diritti e degli interessi in gioco. “Se algoritmi di intelligenza artificiale, machine learning, Internet of Things riescono a risolvere problemi differenti è pure vero che tali tecnologie sono accomunate da un utilizzo di enormi volumi di Big Data che, in alcuni casi, possono ledere i diritti fondamentali della persona”, sottolinea l’avvocato Massimo Giuliano, moderatore dell’evento ed esperto presso il Mise. Rispetto alla blockchain, i regolatori avvertono alcune problematiche legate al controllo esterno del processo, ma l’industria mostra crescenti segnali di apertura.

Una survey condotta nel 2019 da Deloitte, su oltre 1.300 senior executive di aziende di tutto il mondo, racconta quanto questa tecnologia si stia affermando. Il 53% degli intervistati mette la blockchain tre la prime 5 priorità strategiche per la propria azienda e il 77% pensa di perdere un vantaggio competitivo se non adotterà questa tecnologia.

Gli attori economici e istituzionali sono pertanto chiamati a compiere scelte che guardino alla crescita del Paese in una cornice che offra piena tutela ai cittadini. Su questo sono intervenuti Cesare Avenia, presidente Confindustria Digitale, Giuliano Pierucci, presidente Abie, Maurizio Pimpinella, presidente Apsp, Mariano Carozzi, consigliere Abie, Luca Di Donna, professore ordinario di diritto privato europeo. Le conclusioni sono state affidate a Marco Bellezza, consigliere giuridico per l’innovazione del ministero dello Sviluppo Economico.