Ideatori, alla ricerca di ciò che è sconosciuto

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Mentre la natura mette in discussione il comportamento degli esseri umani nei suoi confronti, l’uomo vede minacciata la sua sicurezza economica. Al segno “-” della perdita di posti di lavoro, gli ideatori contrappongono il segno “+” della produzione di idee. Queste, prima di tutto, vengono da dentro di noi. Le estraiamo come farebbe il filosofo scozzese David Hume (1711-1776), attingendo al potere della creatività, della passione e della saggezza dell’immaginazione. A differenza di Menone (c. 423-c. 400 a.C.) – giovane aristocratico, interlocutore di Socrate (c. 470-399 a.C.) – io, l’Ideatore, vado alla ricerca di ciò che è sconosciuto, anche se non so cosa devo cercare.

Sono un narratore di verità provvisorie che creano disordine, lasciando gli ascoltatori senza parole. I numeri e i grafici vengono dopo, perché un insieme di fatti e dati non è conoscenza, come un mucchio di pietre non è una casa: questo ho imparato dal matematico francese Henri Poincaré (1854-1912). È la parte destra del cervello che attivo. Per la parte sinistra, quella della logica e della razionalità, potrebbe essere il computer a funzionare meglio dell’uomo.

Vado oltre l’interazione dei due bit di intelligenza, la mia e quella del computer. La consapevolezza della forza della comunità in difesa di interessi consolidati mi spinge a dialogare con il cervello collettivo formato da piccole squadre, gruppi intimi in grado di influenzare il comportamento della comunità su larga scala. Se le nuove idee sono rinchiuse in un ghetto, la loro energia non raggiunge il grande pubblico. I responsabili dell’allocazione delle risorse nella ricerca e nello sviluppo si conformeranno alla volontà della maggioranza. La mia esplorazione intellettuale non porterebbe al cambiamento immaginato, poiché l’innovazione derivata dai pensieri originali rimarrebbe ai blocchi di partenza. Pertanto, gli investimenti necessari per la salute, l’ambiente e l’istruzione richiesti dalla voce della natura, che ascolto con attenzione, non verrebbero attuati. Un tale risultato mi lascerebbe molto deluso e prostrato, poiché non mi limito a mettere in pratica le mie capacità, ma lo faccio per uno scopo specifico. L’obiettivo è quello di rispondere positivamente alla voce della natura e agire di conseguenza per raggiungere una proposta di valore in contrasto con la tendenza attuale con pochi produttori che fanno fortuna, molti lavoratori a basso salario e la voce della natura inascoltata.
piero.formica@gmail.com