Ideatori, oltre la società dei manager e dei dipendenti

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La rivoluzione industriale ha creato posti di lavoro. Con la rivoluzione della conoscenza, io, l’Ideatore, sostituisco il lavoratore. Io trasporto i pensieri da una mente all’altra. Grande viaggiatore al pari del filosofo e scienziato René Descartes (1596-1650), apro il “grande libro del mondo” interagendo con persone di diversi temperamenti e di tutti i ceti sociali. Lo scambio reciproco fa acquisire loro nuove conoscenze. Più si acquisiscono conoscenze e più si è consapevoli che molto resta da scoprire. Il progresso si rivela nella mia professione. Non è più la fatica disumana di cui Cesare Pavese (1906-1950) ha poetizzato la fatica. Spinto dal talento, non solo dalle ore di lavoro, volo alto come Icaro. Se i raggi del sole sciogliessero la cera usata per riparare le ali, individuerei un difetto di progettazione o di fabbricazione e cercherei un rimedio.

Sono collegato ai compratori per co-creare prodotti e servizi – uno scenario completamente diverso da quello che ha progettato la fabbrica fordista, azzerando il potenziale imprenditoriale del dipendente. Con la rivoluzione digitale in corso, non dalla separazione ma dall’intreccio tra la mente umana e l’intelligenza artificiale, si otterranno prestazioni superiori, acquisendo così nuove conoscenze altrimenti non ottenibili. La società dei manager e dei dipendenti si sta ritirando mentre le comunità degli ideatori progrediscono facendo leva sul crescente potere delle nuove tecnologie. Sono loro i “fai da te”. Le professioni degli ideatori sono attività di pensiero svolte in forma digitale e ibrida, fondendo il mondo dei byte e quello degli atomi.

piero.formica@gmail.com