Il colpo d’ala di Renzi

74

1.

Ragionevolmente, con i tempi che corrono, si dovrebbe pensare che Matteo Renzi è finito.  E che la sua è una parabola irrimediabilmente discendente. A prescindere dalla sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale denominata Italicum, sarà difficile che qualcuno, a parte Salvini, gli consenta le elezioni a breve. E non solo perché, per ovvie ragioni,  i Parlamentari  vogliono… conservarsi a lungo. Il “suo” Partito, e tutto il sistema politico attuale, lo manderà a… sperdere. Come si dice in gergo. E se dovesse anticipare il Congresso, lo perderebbe sicuramente, con le regole vigenti. Dal carro del perdente scenderebbero in molti e più velocemente di quanto non siano saliti. A me sembra, questa appena accennata, una analisi addirittura scontata. Sicuramente ovvia. Epperò : in giro chi c’è? Quali sono i leader emergenti? Quanto tempo durerà la “luna di miele” del Movimento 5 Stelle con l’elettorato? Fino a quando Grillo e la Casaleggio Associati saranno considerati dall’elettorato la “scopa nuova” per mandare tutti a casa, a prescindere dall’uso corretto dei congiuntivi, dai guai fatti dalla Raggi a Roma e dalle “improvvisazioni” sull’asse Strasburgo-Bruxelles? E’ davvero il fu-Cavaliere, ammesso che recuperi l’agibilità perduta, può essere l’eterno leader riconosciuto da tutto lo schieramento di centro-destra? Ed il duo Salvini-Meloni potrà davvero sfondare in forza di una eventuale, autentica, tempesta populistica, di stampo “trumpiano”? Ed a sinistra, si fa sempre per dire, in quella disordinata galassia di leader senza truppe, chi potrà emergere tra tanti nomi, così numerosi, che sarebbe lungo, ed arduo, elencare?! La verità è che il fronte del No, a pensarci bene, poteva centrare un solo obiettivo: far cadere Renzi. Ma di costruire una alternativa non poteva avere nessuna speranza. E non perché non ve ne fossero le condizioni, ma perché quei consensi, al fronte del No, nella larga parte, non discendevano dal prestigio e dalla credibilità dei protagonisti di quel fronte davvero variegato: se li erano soltanto intestati. Nascevano invece, soprattutto nei giovani e negli elettori del Mezzogiorno, dalla “pancia”, dal malessere, dalla insoddisfazione, dalla mancanza di “ educazione” politica, che al tempo della Democrazia dei partiti discendeva proprio dai filoni ideali, ai quali i Partiti stessi si riferivano. Democristiani, Comunisti, Socialisti, Fascisti, Liberali, Repubblicani, Radicali. Questo al tempo in cui la Politica non era ridotta a Mercato.  Come che sia, Matteo Renzi è nella condizione, molto di più fuori dal recinto del suo partito, di avere un “colpo d’ala” all’altezza dei tempi, se ne sarà capace,  che gli consenta di dar vita ad un novello Partito Personale, quello “della Nazione”, lo stesso che vagheggiava quando sognava la vittoria al referendum. Chi vivrà vedrà. Ma già da oggi, almeno per il PD, si respira aria da “rompete le riga”. Liberi tutti. Non è un caso che Antonio Bassolino è tornato a partecipare ad una delle stantie assemblea del PD. Evidentemente intende raccogliere un po’ di cocci per l’ennesima…ripartenza. Beato lui…che ci crede ancora. Vincenzo De Luca, pare, più concretamente, pensa già anche ad altro, senza, comunque,  avere la minima tentazione di regalare il PD a nessuno, neppure i suoi resti. Ma, ad onor del vero, in tempo di tragedie e di dolore, conseguenza anche di una irresponsabile gestione del territorio e dell’assenza di ogni seppur minima strategia della prevenzione, tutti questi ragionamenti mi sembrano fuori luogo, al di sotto ed al di fuori del necessario.

2.

Maradona è venuto. Ha suscitato mille emozioni. Ha chiesto scusa al figlio per l’abbandono durato una trentina di anni, condito da vicende giudiziarie e qualche cattiveria gratuita, ha incontrato la sua mamma, la signora Sinagra, ha mancato, ed ha mantenuto  soprattutto con gli sponsors, mille appuntamenti.  Ha incontrato i giocatori del Napoli ed il suo allenatore, Dando la carica giusta per i futuri appuntamenti, che attendono la squadra. Ed ha fissato il suo ritorno per maggio prossimo, quando gli verrà consegnata la cittadinanza onoraria e si farà la festa per il trentennale dello scudetto, questa volta allo Stadio San Paolo. Per nuove emozioni e per qualche risultato concreto del suo amore per Napoli e per i Napoletani. Detto questo: ma non vi sembra tutto esagerato?! Questa corsa all’… esserci al Teatro di San Carlo, all’esibirsi, al dire… c’ero anch’io! E poi, senza radicalismi di sorta, i miei, era proprio necessario andare al San Carlo? Per l’entusiasmo che Maradona suscita, ancora e sempre, si poteva andare anche al Pala Partenope. Si sarebbe riempito lo stesso, certamente a prezzi inferiori e  si sarebbe data la possibilità a tanti, che non si potevano permettere il costo del biglietto al San Carlo, di esserci. Questa Città ha mostrato, e non sarà l’ultima volta, una sorta di provincialismo e pochi hanno saputo dir di no o rinunciare. Il migliore, al netto del suo sontuoso cachet, ha saputo essere  ancora una volta, Diego Armando, soprattutto quando ha lanciato il suo appello: “Dico ai ragazzi, non prendete droga, non sparate. Vincete come ho vinto io. E’ stato l’unico, in tanta euforia, che ha saputo almeno sfiorare una delle tragedie della Città: al Pallonetto perfino i bambini, ma si sapeva già, vengono utilizzati per confezionare e spacciare bustine di droga. ” Personalmente ho ritrovato in queste parole il Maradona che portai al carcere minorile Filangieri, nel 1985, prima che vincesse il Campionato del Mondo e lo Scudetto con il Napoli, per regalare una giornata di felicità ed un poco di speranza a quei ragazzi sfortunati. Per quando tornerà, a maggio, gli chiederò di lanciare a tutte le Istituzioni un appello perché facciano qualcosa per quei ragazzi al tempo in cui usciranno dal carcere di Nisida, senza essere “obbligati” a tornare tra le braccia tragiche della camorra.  Ho chiesto a Luciano Sommella, in forza della sua competenza e della sua esperienza, di approntare un progetto sulla scorta di quello che sostenni, coinvolgendo proprio Maradona, da Presidente della Provincia nel 1985. Lo sottoporrò all’attenzione del Presidente della Regione e  del Sindaco-Presidente della Città Metropolitana. Mi aspetto , come tanti, provvedimenti concreti: sarà il modo migliore per onorare un grande campione, che ha saputo riscattarsi anche dai suoi errori personali. A quel tempo,  buio  e doloroso per lui,  si trovò vicino molto di  più Fidel Castro che non Napoli e le Istituzioni napoletane: vinse, praticamente da solo, forse la sua partita più bella. Ieri fu costretto a fuggire di notte, ora il trionfo: anche di questo è capace Napoli.