Il commercio delle perle coltivate tra Italia e Giappone

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Il commercio delle perle coltivate è stato sempre fiorente tra Torre del Greco ed il Giappone. Già nel 1873 erano 39 le unità commerciali torresi in Giappone e più precisamente a Nagasaki. poi successivamente a Kobe.
Il Giappone è il paese principale produttore di perle. Ma ultimamente secondo i criteri Istat le cose sembrano cambiare. Le classificazioni sono più vaste ed aperte ad altri paesi quali Australia, Polinesia, Indonesia, Vietnam e la grande Cina.
Le classificazioni vanno da perle fini a perle grezze e per finire a perle coltivate lavorate. Dal 1997 ad oggi il commercio delle perle ha subito un aumento notevole. Anche l’Italia ha subito notevoli mutamenti di import.
Nel 1990 siamo in pieno Bubbles time ed in pieno aumento e boom delle perle coltivate in generale. Dai 8000 kg ben 7500 provengono della Cina e questo purtroppo influisce sull’andamento del commercio delle Akoya giapponesi.
Infatti dal 1990 la Cina ha prodotto e distribuito il 90% delle perle coltivate.
La reazione del Giappone a tale fenomeno su subito eclatante, e ben determinante a riacquistare il mercato della gemma più famosa e più antica al mondo. Ne è esempio l’associarsi di perlai in una unica associazione La Jpea Japan pearls export association di cui la mia famiglia D’Elia pioniera nel commercio delle perle fa parte integrante in qualità di azienda straniera perlaia.
Infatti dal 1998 il governo giapponese istituiva un ufficio Ispettivo che si occupava di certificare le qualità delle perle esportate. Questo service è stato svolto per ben 46 anni occupando un ruolo fondamentale dando un valore aggiunto alle perle giapponesi rispetto alla concorrenza cinese, anche se di fwp o meglio di acqua dolce.
In seguito a riforme governative l’ufficio fu chiuso, ma ora riaperto per poter nuovamente fronteggiare la concorrenza e dare un plus una certificazione che attesti la provenienza e la qualità.