Il decisionismo? Non sempre fa rima con peronismo. Talvolta è solo ragionevolezza

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(foto da Pixabay)

Nella nazione che ha inventato la democrazia nel XVII secolo, la GB, il tampone molecolare è gratis per i ricoverati (a eventuale conferma del COVID19) ma in moltissimi centri autorizzati può essere eseguito a pagamento a circa 140 euro; in Italia invece solo tra da qualche giorno, pochi centri privati lo eseguiranno su prescrizione motivata del medico di base a circa 40 euro. Misteri italici!
Abbiamo un concetto di sanità pubblica secondo cui, questa, per essere tale deve essere gratis anche se diversamente, i costi pubblici sarebbero sensibilmente minori e i servizi più efficienti e veloci. Il nostro servizio pubblico di trasporto (bus, metro, treni locali) ha le tariffe tra le più basse (lasciamo perdere i paesi del nord Europa dove sono talmente pochi e corretti verso il fisco per cui tutto è gratis) e quelli comunali su gomma, di fatto, sono gratuiti viste assenza o leggerezza dei controlli. Nell’Italia di prima e dopo Tangentopoli la regola non scritta è che una medicina o un passaggio sul bus non si nega a nessuno perché sono diritti di status individuale del cittadino italiano come il diritto di immigrare, in Italia, è diritto di status individuale dei cittadini del Mondo.
Maurizio Molinari ha invitato Italia ed Italiani a prendere esempio dai paesi del Far East, dove le omologhe della nostra app “immuni” spopolano e consentono controlli tali da incidere significativamente sul contenimento della pandemia. Parole al vento, da noi il rifiuto della terapia intensiva ad una 94enne ammalata ha costretto un’anestesista a giustificare la decisione spiegando quanta maggior sofferenza ed inutilità quella terapia importa per una persona così gracile. Ci riempiamo la bocca parlando di assistenza sanitaria pubblica ma dimentichiamo che alcune pretese costituiscono accanimento terapeutico, ispirato dall’egoismo di chi non si arrende all’ineluttabilità della morte.
Quella italiana è una società strabica, vive guardando ad un passato di cui non si può avere rimpianto nè rispetto: lasciamo in eredità a figli e nipoti oltre 2400 miliardi di euro per le scelte economiche e sociali dei politici che abbiamo votato. Ed è una società guardona, perchè tassa il modo in cui spendiamo i soldi anzichè il reddito. Eppure sappiamo bene che per molti una bella auto o una barca a vela vale uno o più anni di rinuncia a ristoranti, bar e sale gioco…..
Le mamme napoletane hanno manifestato con i prof delle superiori contro gli orari differenziati e lo smart working: follia della demagogia spicciola. Ho vissuto in prima fila la crisi di lavoro di centinaia di famiglie; ero a Napoli nel 1983 quando oltre 2000 padri e madri famiglia rimasero senza lavoro per il fallimento della Flotta Lauro e 20 miliardi erano finiti nel nulla. Nulla di tutto questo: c’era più rispetto delle difficoltà. Per questo mi sento di dire che la pandemia ha innescato una crisi economica da paura ma, con l’esperienza maturata, aggiungo che il governatore della Campania ha ragione. Troppo laurino per piacere? forse, ma il decisionismo non sempre fra rima con peronismo e putinismo, talvolta solo con ragionevolezza.
Questo Governo non ha mai dato segni di coraggio e preda dei ritardi propri dei partiti che lo sostengono, arranca scaricando su Comuni e Regioni il compito di chiudere piazze ed esercizi e lascia agli industriali di caparsi i problemi organizzativi e la crisi di liquidità. Questo Governo è il governo dell’equilibrio dinamico ossia del disimpegno dai problemi. Lo stop and go sul MES ne offre prova diretta.
PD e 5Stelle si subiscono senza gradirsi, ambedue ondeggiano tra estinzione e irrilevanza. Le grandi manovre per le comunali di Roma la dicono lunga; Calenda ha messo in crisi il PD e forse molti elettori del centrodestra; la Raggi condanna il Movimento Pentastellato al surplace e col Centrodestra orfano della Meloni, Calenda deve solo guardarsi da Giletti e sussurrare ai moderati. Per vincere.