Il destino della Grecia è nelle mani di Tsipras

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A cura di Antonio Arricale “Puntare contro l’euro è senza senso. Fatelo se volete”. Il tema Grecia ha dominato nei corridoi e negli incontri del Fmi, ieri a Washington. Mario Draghi ha A cura di Antonio Arricale “Puntare contro l’euro è senza senso. Fatelo se volete”. Il tema Grecia ha dominato nei corridoi e negli incontri del Fmi, ieri a Washington. Mario Draghi ha ribadito e sottoscritto quanto già affermato nel 2012: “L’euro è irreversibile”. “Oggi però l’area euro – ha sottolineato Draghi – sta sperimentando una ripresa che si rafforza e “siamo meglio equipaggiati rispetto al 2012 e nel 2010“, potendo usare se necessario gli strumenti della Bce in un’eventuale crisi. Ma – ha avvertito il numero uno della Bce – la ripresa in atto non va compromessa: servono progressi sulla sostenibilità di bilancio e riforme strutturali altrimenti i rischi macroeconomici, che sono calati, potrebbero tornare a salire. E se la situazione greca dovesse peggiorare, avverte, “ci troveremmo in acque inesplorate“. Sostenendo come sia prematuro speculare su un addio della Grecia all’area euro, Draghi dunque ha esortato Atene ad agire. “C’è molto lavoro da fare, è urgente. Tutti vogliamo il successo della Grecia, e questo successo è nelle mani del governo greco“. Gli ha fatto eco il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble: ”Il governo greco deve decidere cosa vuole”. Deve presentare – ha aggiunto il ministro italiano dell’economia, Pier Carlo Padoan – un piano credibile ed efficace. ”L’interesse della Grecia è rimettere l’economia su un sentiero di crescita. Ognuno deve fare le sue parte” ha aggiunto Padoan, tranquillizzando su un potenziale impatto della crisi greca sull’Italia. ”In nessun modo. Questo problema non si pone”. Dello stesso avviso il governatore della Banca D’Italia, Ignazio Visco, che ritiene ”sbagliato parlare di contagio. Si può parlare di tensioni sui mercati”. Per un accordo ha premuto il segretario al Tesoro americano, Jack Lew, ammettendo che il lavoro da fare non è facile ma deve essere fatto. E un appello a chiudere velocemente la vicenda è arrivata ancora una volta anche dalla numero uno del Fmi, Chrsitine Lagarde. Intanto, ancora stamattina si sono rincorsi rumors: dall’allarme liquidità all’accordo con la Russia per ricevere fondi. Borse asiatiche Borse asiatiche deboli questa mattina. Il Nikkei ha chiuso le contrattazioni con una marginale flessione dello 0,09%, recuperando terreno nel corso della seduta dopo un avvio sotto tono. In deciso ribasso Hong Kong che cede l’1,8% e Shanghai che arretra dell’1,2% dopo un inizio positivo in scia alla decisione della Banca Centrale Cinese di intervenire con nuovi stimoli a sostegno dell’economia . Chiusura in leggero rialzo invece per Seoul che ha archiviato la giornata con una crescita dello 0,15%. La Banca centrale cinese ha tagliato di 100 punti base al 18,5% (con effetto dal 20 aprile) il reserve requirement ratio, la quota di liquidità che le banche devono accantonare. La mossa, che dovrebbe liberare sul mercato circa 1.000 miliardi di yuan (pari a poco meno di 150 miliardi di euro), secondo Pechino è necessaria per rilanciare l’economia del Paese dopo che nel primo trimestre il Pil è aumentato del 7,0% contro il 7,3% dell’ultimo periodo del 2014 (il consensus del Wall Street Journal era per un incremento del 6,9%), nella peggior performance dal primo trimestre 2009, nel pieno della crisi finanziaria globale. I prezzi delle case sono calati significativamente anche in marzo in quasi tutte le maggiori città della Cina, nel settimo mese consecutivo di declino causato da un eccesso d ’offerta. In 68 delle 70 città monitorate dall’Ufficio nazionale di statistica cinese in marzo i prezzi delle case sono calati del 6,1% contro il 5,7% di declino di febbraio (-5,1% in gennaio). Nota positiva da Pechino, che ha messo fine a un declino durato otto mesi segnando un progresso dello 0,3% (a Shanghai, invece, i prezzi sono rimasti di fatto invariati). La fiducia delle aziende manifatturiere del Giappone cala per la prima volta in tre mesi, mentre recupera terreno tra quelle del settore dei servizi. Il Reuters Tankan, indice che anticipa l’omonimo sondaggio trimestrale della Bank of Japan, ha registrato in aprile un declino in aprile a 12 punti da 16 punti di marzo (11 in febbraio) nel settore manifatturiero. In progresso invece da 21 a 25 quello dei servizi (22 in febbraio). L’outlook è per un progresso dell’indice manifatturiero a quota 18 punti e a 26 punti nei servizi per il mese di luglio. Secondo quanto comunica il ministero nipponico di Economia, Commercio e Industria, in Giappone l’indice di attività del settore terziario, rettificato su base stagionale, è cresciuto a 100,5 punti in febbraio da 100,4 punti di gennaio (99,8 punti in dicembre). Il dato segna un progresso mensile rettificato su base stagionale dello 0,3% dopo il guadagno dell’1,4% di gennaio (-0,3% di dicembre) e si confronta con la flessione dello 0,7% attesa dagli economisti. Sul fronte societario da segnalare che il gruppo Shanghai Gm, joint venture di General Motors e Saic Motor, prevede di investire 100 miliardi di yuan (pari a poco meno di 15 miliardi di euro) nei prossimi cinque anni per lo sviluppo di nuove vetture per il mercato cinese. Lo ha dichiarato Wang Yongqing, presidente della joint venture, alla vigilia dell’inaugurazione dello Shanghai Auto Show, aggiungendo di attendersi entro il 2020 il superamento di quota 1 milione di veicoli venduti sia per il brand Buick che per Chevrolet. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso l’ultima seduta della settimana in netto ribasso. Il Dow Jones ha perso l’1,54%, l’S&P 500 l’1,13% e il Nasdaq Composite l’1,52%. A spingere le vendite sono state alcune trimestrali societarie poco brillanti e le nuove indiscrezioni su una possibile uscita della Grecia dalla zona euro. Nel mese di marzo l’indice grezzo dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,2% rispetto a febbraio (in linea con le attese e alla lettura precedente). Su base annuale l’indice ha registrato una variazione lievemente negativa (-0,1%). L’indice Core (esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato una variazione positiva dello 0,2% rispetto al mese precedente in linea con la rilevazione di febbraio. Su base annuale l’indice e’ salito dell’1,8%. Le attese erano per un incremento dell’1,7%. La stima preliminare di aprile dell’indice di fiducia dei consumatori statunitensi, calcolato dall’Università del Michigan e da Reuters, sale a 95,9 punti, in crescita rispetto alla rilevazione di marzo (93 punti) e al di sopra delle previsioni degli addetti ai lavori pari a 94 punti. Nel mese di marzo, l’Indice Anticipatore (Leading Indicator), che misura l’andamento dell’attività economica statunitense nei prossimi 6-12 mesi, è cresciuto dello 0,2% su base mensile, risultando lievemente inferiore alle previsioni degli economisti (+0,3%) ma superiore al dato precedente (+0,1%). Europa Le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta della settimana in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,65%, il Cac40 di Parigi lo 0,7%, il Ftse100 di Londra lo 0,68% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,3%. Bene in particolare il settore legato alle risorse di base e il comparto chimico. Tra i singoli titoli KPN +2,6%. L’operatore telefonico olandese ha ceduto la divisione mobile belga Base a Telenet per 1,325 miliardi di euro. Teleperformance +2%. Il fornitore di servizi di outsourcing e call center ha confermato gli obiettivi 2015. Accor +1%. La catena di hotel ha acquistato il sito di prenotazioni Fastbooking. Nestlé -2%. Il colosso alimentare stacca oggi il dividendo di 2 franchi per azione. Italia Il Ftse Mib segna +0,45%, il Ftse Italia All-Share +0,43%, il Ftse Italia Mid Cap +0,34%, il Ftse Italia Star +0,77%. Buon avvio per Mediolanum (+2%), seguita da BP Milano (+1,7%) e Banco Popolare (+0,7%) su indiscrezioni del Corriere della Sera in base alle quali i due istituti sono in contatto per valutare l’opportunità di una eventuale integrazione. L’operazione darebbe vita a un gruppo bancario da 170 miliardi di euro a livello di attivi e capitalizzazione di borsa pari a 10 miliardi di euro. Molto bene Yoox (+1,8% a 29,95 euro) che sembra intenzionata a lasciarsi alle spalle gli ostacoli a 29,50/30,00 euro. La scorsa settimana gli analisti di Citigroup hanno deciso di alzare il prezzo obiettivo da 23,5 a 33,0 euro confermando un consiglio di acquisto (buy). Acquisti su Saipem (+1,5%) che approfitta del rally del petrolio sui massimi da dicembre con WTI e Brent rispettivamente oltre i 64 e i 58 dollari/barile. L’indice EURO STOXX Oil & Gas segna +0,6%. Secondo alcune fonti vicine al dossier raccolte da Reuters la scorsa settimana, Saipem sta trattando con Gazprom la trasformazione dei contratti per la realizzazione di una tratta di South Stream (gasdotto Russia-Europa via Mar Nero e Bulgaria, bloccato d al presidente russo Putin) in una di Turkish Stream (con approdo in Turchia invece che in Bulgaria). Sale Buzzi Unicem (+1,6% a 13,84 euro) grazie a UBS che alza il target da 13,30 a 16,50 euro, raccomandazione BUY. In verde Luxottica (+1% a 59,75 euro): Citigroup alza il target da 60 a 64 euro.


I dati macro attesi oggi Lunedì 20 aprile 2015 01:50 GIA Indice del settore terziario feb; 08:00 GER Indice prezzi alla produzione mar; 12:00 GER Bollettino mensile Bundesbank