Il discorso di Theresa

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Londra, 16 nov. (AdnKronos) – Il non ferma Theresa May. Nella conferenza stampa convocata a Downing street dopo le dimissioni a valanga di oggi, la premier britannica difende la bozza di accordo sull’uscita dall’Ue con le unghie e con i denti mentre esclude categoricamente la possibilità di un nuovo referendum. “Credo che la strada da me scelta sia quella giusta per il Paese”, ha detto, parlando di un accordo “nell’interesse nazionale”. Accordo in cui crede, specifica, “con ogni fibra di me stessa”. Dopo una giornata segnata da una rivolta di una parte del suo partito e dalle polemiche e dimissioni di diversi membri del suo governo, alla domanda se si batterà contro un possibile voto di sfiducia, la premier ha risposto che avere “leadership significa prendere le decisioni giuste, non quelle più facili”. “Il mio lavoro – ha sottolineato del resto May – è ottenere un accordo che porti risultati per il popolo britannico. E penso che questo accordo lo faccia”.

Per il Primo Ministro, d’altra parte, il popolo “vuole che andiamo avanti” e “questo accordo ci darà quello per cui abbiamo votato ed è nell’interesse nazionale”. E il riferimento al popolo arriva anche alla domanda sull’ipotesi di un secondo referendum sulla Brexit, popolo che “ha votato e ci ha dato un compito. Per quanto mi riguarda, non ci sarà un secondo referendum. Lasceremo l’Unione Europea e la lasceremo il 29 marzo 2019”.

“Questa è una Brexit che rispetta le priorità del popolo britannico”, aggiunge la premier. Nel corso delle trattative, ammette che sono state necessarie “decisioni difficili”. “Credo con tutta me stessa che” l’intesa “sia quella giusta per il nostro paese e per il nostro popolo. Sin dall’inizio ho saputo che il mio desiderio era arrivare al traguardo per il popolo britannico, per onorare il voto espresso nel referendum” del 2016. “Se non andiamo avanti con questo accordo – prosegue – nessuno può essere certo delle conseguenze. Significherebbe intraprendere un percorso di profonda e grave incertezza, mentre il popolo britannico vuole solo che noi andiamo avanti”.

La giornata campale della premier britannica si conclude con un paragone tirato fuori dal cilindro, quello con Geoffrey Boycott, 78enne ex stella del cricket. Boycott, uno dei più famosi interpreti dello sport che spopola nel mondo anglosassone, in campo aveva la capacità di resistere e di portare a casa il risultato.”Cosa sapete di Geoffrey Boycott? Non mollava – sottolinea non a caso May – e alla fine conquistava i punti”. Del resto, Boycott in carriera ha segnato 48.000 punti, e dopo un quarto di secolo sui campi ha intrapreso la carriera di commentatore radio-televisivo. Dettaglio non trascurabile: è un sostenitore dichiarato della Brexit e recentemente ha definito “bambini viziati” coloro che invocano un secondo referendum.