Il ferragosto alternativo

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di Franco Iacono

1.
L’Isola d’Ischia viene percepita, soprattutto d’estate, come un luogo di caos, di confusione, di traffico esasperato e ….di pessime frequentazioni. Un luogo da evitare, in una parola, soprattutto d’agosto. Non vado ad elencare responsabilità, dico solo che la nostra Isola è anche altro. Molto altro: nonostante la mano dell’uomo, resta un’Isola straordinaria da conoscere: da esplorare, da vivere nei suoi luoghi, meglio in quelli sconosciuti ai più. E qui le responsabilità ci sono: una miope strategia della promozione dell’offerta turistica, condensata nello slogan – prezzi bassi, bassa qualità – ha trascurato di far conoscere il nostro territorio ed i suoi valori inestimabili. Quando si parla di carenza della cultura dell’accoglienza , si coglie nel vero soprattutto perché ai turisti ospiti non si “offrono”, non si fanno godere le ricchezze della nostra terra. Quanti, e mi piacerebbe essere smentito, degli operatori turistici raccontano dell’agricoltura ancora fiorente, dei terrazzi sapientemente coltivati, dei Boschi di Castagno, delle Case di Pietra, delle Fosse della Neve, dei Pizzi Bianchi? Quanti raccontano, e propongono, dei nostri vini e della Coppa di Nestore, che della cultura vitivinicola, portata qui dai coloni Eubei, otto secoli a.C. è la testimonianza più preziosa? Quanti informano di un Museo Archeologico straordinario quale quello di Pithaecusa nella Villa Arbusto, che raccoglie la memoria millenaria dell’Isola d’Ischia? Quanti dicono della cultura contadina, del pane e pomodoro con il quale sono “cresciute” intere generazioni, dei nostri orti, dei nostri pomodori “appesi” al piennolo? Si salva, forse, solo il povero coniglio di fossa, un po’ inflazionato per la verità, anch’esso testimonianza di culture antiche. Erano questi valori, insieme a quelli rappresentati dai forti nuclei di pescatori, che pure tengono vive memorie e mestieri antichi, ad attrarre i grandi della cultura mondiale come Auden, Truman Capote, Gilles, Henze, Walton, Bargher fino a Pasolini, Moravia, Visconti, Toscanini: un mondo incontaminato di valori forti e veri, vissuti da uomini che, anche con umiltà, hanno segnato la nostra terra e la sua storia. Fanno un po’ sorridere coloro che si affannano a ritenere che sia lo star system con presenze roboanti a far conoscere e promuovere l’isola d’Ischia. Una visione miope e provinciale: senza ricorrere a Vittoria Colonna ed al sommo Michelangelo, basta elencare i grandi nomi della cultura mondiale, a partire da Ibsen e Benedetto Croce, per dimostrare quanto Ischia fosse conosciuta ed amata, forse per le stesse ragioni per le quali oggi non lo sarebbe più. Per dare plastica visione di questa realtà, tuttora viva e palpitante,anche se in maniera residua, insieme a Cesare Mattera, contadino antico, organizziamo da anni un Ferragosto “alternativo”. L’ appuntamento è ad un orario insolito per un giorno di Ferragosto, le 7.30 del mattino: dal piazzale antistante il Ristorante Bracconiere, sui Monti di Serrara Fontana, si parte, attraversando le rocce infuocate (proprio così!) dei Frassitelli, per una escursione-esplorazione nei Boschi di Castagno della Falanga dove, testimoni di una civiltà secolare, ci aspettano le Case di Pietra e le Fosse della Neve, arricchite da una flora straordinaria nella quale spiccano felci rare e bellissime. Ci aspetta anche, ahimè, la “testimonianza” delle brutture di questo tempo violento: lo “spettacolo” della tragedia procurata dagli incendi di questi giorni. Saremo “i crociati dell’Ambiente e del Bello”, perché la nostra presenza sarà anche una sfida a quanti “Protagonisti” lugubri e tristi pensano di intimorirci e di indurci alla rassegnazione. Sarà questa l’occasione per lanciare tutti, insieme al “grido di dolore”, l’appello fermo ed accorato perché uomini, responsabili ed attivi, ricostruiscano qui, come al Vesuvio e nelle altre aree distrutte del paese, l’habitat che il Padre Eterno ci ha donato.
Il pane e pomodoro, l’insalata del contadino, insieme ad altre prelibatezze della gastronomia contadina arricchiscono l’escursione.
Nei Boschi di Castagno della Falanga, sull’Isola d’Ischia, un Ferragosto alternativo a quello chiassoso ed insopportabile, al quale solo pochi privilegiati hanno la forza di sottrarsi, per vivere paesaggi, panorami, atmosfere irripetibili. Un’emozione da non perdere, anche per tentare di recuperare, in questo tempo oscuro di mediocrità e violenza, un minimo di dimensione estetica per la nostra vita.

2.

L’11 agosto del 117 d.C., si insediò l’ Imperatore Adriano, che succedeva a Traiano, che lo aveva praticamente adottato. Quest’anno si celebra il 1900° anniversario della sua ascesa alla testa dell’Impero di Roma. Convegni e mostre lo celebrano in tutto il Mondo. Famoso per aver promosso Arte e Cultura, della sua opera restano testimonianze indelebili. Tertulliano lo definì “omnium curiositatum explorator”. Ai nostri giorni ce lo ha fatto conoscere bene Marguerite Yourcenar con le sue “Memorie di Adriano”. E più ancora Maurizio Scaparro per la sua mirabile intuizione di “ridurre” per il Teatro quel testo bellissimo di cui è stato interprete inimitabile, unico, Giorgio Albertazzi. Adriano per sempre. Ho avuto la fortuna di ammirare fin dalla prima rappresentazione nel 1989, a Tivoli, nella “sua” Villa Adriana, fino all’ultima, a Pozzuoli, all’inaugurazione del restauro del Teatro di Antonino Pio nel settembre del 2015. In questo tempo oscuro vale la pena “tuffarsi” in Adriano, e nelle sue “Memorie”. Ed “annegare” in quel mare di sapere, di sensibilità, di umanità, anche raffinata, di cui al suo rapporto con il giovane Antinoo, suicida nel Nilo: la sua morte arrecò un dolore profondo ed incancellato nell’animo dell’Imperatore. “Quel bel levriero (Antinoo), ansioso di carezze e di ordini, si distese sulla mia vita”. Resta memorabile il suo “addio” alla vita “…piccola anima smarrita e soave, compagna ed ospite del corpo, ora ti appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più… Cerchiamo di entrare nella Morte ad occhi aperti”.