Il matriarcato di Nanni

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A cura di Maria Elena Viscardi Fa bene all’Italia un film come quello di Moretti perché delicato ed estremamente toccante. Insieme a Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, A cura di Maria Elena Viscardi Fa bene all’Italia un film come quello di Moretti perché delicato ed estremamente toccante. Insieme a Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, Moretti rappresenterà il cinema italiano a Cannes per la 68esima edizione del festival, mercoledì 13 maggio, con il film “Mia madre”. A distanza di cinque anni dalla scomparsa della madre, professoressa di lettere al liceo romano Ennio Quirino Visconti, Moretti è andato a rileggersi i diari scritti durante la malattia dell’estinta e le ha dedicato un commosso ricordo con il film “Mia madre”. Un’opera che rimanda al nostro ancestrale radicamento alla madre terra italica, al lutto dell’identità più antica, al primo sereno riverbero del mondo filtrato dalla madre, all’accoglienza archetipica delle sue braccia affinché le brutture del mondo fossero celate ai nostri occhi e l’inadeguatezza dei figli scomparisse. “Mia madre” è molto più dell’elaborazione di un lutto è una testimonianza intima e personale di amore filiale in cui emerge la solidità di una donna ancorata al mondo antico di Cicerone e Tacito, ferma nelle regole di vita che non mutano e le danno rigore e austerità. Il regista, pudico, affida le scene più struggenti alla figlia, interpretata da Margherita Buy, che riesce a calarsi nei panni di una sorta di Nanni Moretti al femminile, rimanendo comunque se stessa. Si esce dalla sala con la convinzione che il matriarcato resta l’organizzazione più antica del mondo.