Il migliore amico?
Presto sarà un robot

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A cura di Roberto Paura Tra le strategie europee per adattare la società all’aumento della speranza di vita e al significativo incremento del numero di anziani previsto nei prossimi decenni, c’è quella A cura di Roberto Paura Tra le strategie europee per adattare la società all’aumento della speranza di vita e al significativo incremento del numero di anziani previsto nei prossimi decenni, c’è quella di sviluppare robot in grado di assistere persone anziane poco autonome. Numerosi i progetti finanziati, con l’Italia in prima linea: la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa lavora da anni nel settore ed entra ora in un nuovo consorzio, denominato Ramcip, finanziato per 4 milioni di euro dalla UE. Il nome è l’acronimo di “Robotic Assistant for Mild Cognitive Impairments Patients at Home”, che designa l’obiettivo: lo sviluppo di un assistente robotico per pazienti affetti da deterioramento cognitivo lieve, una condizione che spesso sfocia nella demenza senile. Questi robot saranno impiegati nelle case e, grazie ad avanzate funzioni cognitive, potranno interagire con i pazienti umani prestando l’assistenza necessaria: un braccio prensile permette di afferrare oggetti, per esempio posti su mobili alti, senza che il paziente debba intervenire con operazioni pericolose; un sistema di rotelle consente al robot di muoversi agilmente per gli spazi della casa, di cui possiederà una mappa mentale. Potrà aprire la porta, somministrare medicine, infilare le pantofole e molto altro. Attraverso una particolare interfaccia, i pazienti potranno comunicare con il robot in modo intuitivo. L’obiettivo è risolvere un problema destinato ad acuirsi nel prossimo futuro, quello dell’assistenza ad anziani soli.