Il nostro patrimonio monumentale produce ricchezza ma continua a essere trascurato

24

A turbare il sonno degli italiani mancava l’incubo dei crolli, del tipo Torre dei Conti, accaduto l’altro ieri a Roma. Ha dell’incredibile e perciò occorre riflettere su di esso con calma. Così facendo si arriva a una conclusione verosimile ma difficile da accettare: la manutenzione di quel manufatto carico di storia era stata scarsa e quella in corso non proprio a regola d’arte.  Poiché quel crollo ha precedenti in ogni tempo e in tutto il Paese, la domanda dei romani e di tutti gli Italiani alle autorità competenti, che sono numerose, dovrebbe essere quella, schiettamente retorica, se, nell’adempimento del proprio compito specifico, ciascuno degli addetti a quei lavori, avesse tenuto nella dovuta considerazione, cioè valutato fino in fondo, le manovre che avrebbe dovuto fare. Allontanandosi dal caso di specie e scendendo ancora di più nel dettaglio di diversi casi dello stesso genere, già verificatisi, è indispensabile fare e fare presto e bene. Tanto perché il turismo archeologico, nazionale e internazionale verso quelle località oramai più che note per quel motivo specifico, continui. Dopo le norme di sicurezza ma con la stessa attenzione almeno, deve essere curato l’intero pacchetto di adempimenti che renderà ai turisti la permanenza in quei luoghi più che piacevole, nonché particolarmente confortevole.
Si arriva così a concludere, con cinismo non voluto, che l’Italia, come altri paesi vicini al Mare Mediterraneo, traggano dal turismo, in specie da quello cosiddetto “dei monumenti”, entrate che contribuiscono non poco alla formazione del Pil. Nei bilanci degli ultimi anni, per l’assuefazione al timore del Covid, peraltro mai scomparso, il turismo in generale si è reimpossessato dei suoi numeri. Nei paesi del Mediterraneo, in Italia si sta già assistendo a esso, è in corso anche un discreto consolidamento dello stesso. Del resto l’unicità di alcune opere di diversa specie che sono rimaste entro i confini del Bel Paese, costituisce un efficace elemento di attrazione. Da cosa nasce cosa e, una volta giunti in Italia, gli impavidi escursionisti esteri, e con essi anche quelli nazionali, non faranno ritorno dove vivono a mani vuote: l’Italia, è noto ovunque, è piena di cose belle e buone. Si apre e chiude così un circolo virtuoso di buona portata. In tempi come quelli attuali, quando la concorrenza mondiale si fa spazio a spallate, alcuni dettagli vanno curati con maggiore attenzione di quella usata di routine. In situazioni del genere, in campagna si suole augurare che qualcosa di nuovo operi come innanzi descritto. Pertanto si rivolge al fine dicitore di turno con l’esclamazione:” fosse (possa diventare, ndr) oro quanto sta uscendo dalla tua bocca”. In tal modo si aspettano le feste di fine anno, pensando alle cose descritte, sempre tenendo presente che ci sarà anche da sparare i botti. Non fosse per altro che scaramanzia.