Certe volte, capita di rado, ma succede, una città può essere raccontata attraverso la vita di un solo uomo. Accade in questo caso con Napoli e, a raccontarla, è la vita artistica di Gianni Pisani. Non è un caso allora che, a partire da Mercoledì 9 Marzo, il Pan | Palazzo delle Arti di Napoli dedichi al grande maestro un’ antologica, a cura di Maria Savarese, dal titolo Uomo che Cammina. L’esposizione, in mostra fino a Giovedì 17 Aprile 2016, sarà dislocata in altre e varie sedi, tra cui il Museo di Capodimonte, Castel Sant’Elmo, il Museo Madre o ancora la Metropolitana di Salvator Rosa. Ogni tappa, arricchita di incontri e dibattiti, rappresenta i momenti chiave del rapporto instancabile tra l’artista e la sua città.
Del resto Gianni Pisani è stata una di quelle personalità che ha segnato la scena culturale partenopea. Classe 1935, appartiene ad una generazione di artisti attivissimi e provocatori, slegati dall’idea di arte da esporre e produrre in uno spazio determinato. E’ alla fine degli anni ’60 che nasce allora la Galleria Inesistente e le performance della “cricca” di Pisani iniziano a destar scalpore. Opere estemporanee come Il Risveglio del Vesuvio, inscenato con un falò di copertoni all’interno dello stesso cratere, o le Maniche di Gianni Pisani, quindicimila maniche di plastica lanciate da un aereo a nolo, destano l’attenzione di pubblico e stampa. Saranno quelli gli anni di una primavera artistica, del Rinascimento culturale di Napoli.
Nel corso della sua carriera, l’artista esplorerà New Dada, Pop Art, Body Art, attraversando l’arte trasversalmente e con un occhio sempre puntato sul suo orizzonte interno, mentre la pittura continua ad essere un’ esigenza fortissima. Era così già quando era bambino e si rifugiava in bagno, improvvisando pennelli con ciocche di capelli immerse nel colore. Iscrittosi all’Accademia di Belle Arti, incontrerà Emilio Notte, suo maestro e mentore. E l’Accademia sarà uno dei punti fermi della sua vita, ne sarà infatti direttore per ben 14 anni.
Ecco quant’è solido il legame tra Napoli e Gianni Pisani. E’ quello delle radici ma è anche quello del restituire quanto si è preso attraverso la formazione di menti giovani, fresche. Ci sono artisti che semplicemente si fanno carico di un certo immaginario collettivo, decodificandolo. Gianni Pisani no. Gianni Pisani quell’immaginario lo crea, immagina e colora.
Saranno in mostra al Pan e sedi varie, sotto il patrocinio dell’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Napoli, 22 opere degli ultimi anni e tre serie di racconti: Il Mare, Il Bosco e Uomo che cammina. E’ quest’ultima a dare titolo all’intera esposizione, indicando il percorso di quell’enfant terrible dell’arte a cui l’esperienza ha donato maggiore dolcezza, senza scalfirne, però, forza e piglio quasi spudorato. Una grande antologica capace di farci comprendere come lo sguardo di un solo uomo possa diventare lo sguardo di un’intera città.