Il Pil tradisce Tokyo, Nikkei in calo del 2,96%

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A cura di Antonio Arricale La Borsa di Tokyo crolla nel finale e chiude gli scambi con un tonfo del 2,96% in scia al deludente dato del Pil di luglio-settembre che A cura di Antonio Arricale La Borsa di Tokyo crolla nel finale e chiude gli scambi con un tonfo del 2,96% in scia al deludente dato del Pil di luglio-settembre che ha sancito il ritorno del Giappone in una fase di “recessione tecnica”. L’indice Nikkei brucia 517,03 punti, attestandosi a quota 16.973,80, vicino ai minimi intraday. Il Pil del Giappone è calato dell’1,5% nel terzo trimestre del 2014, contro il crollo del 7,3% del precedente periodo (dato rivisto rispetto alla lettura preliminare di -7,1%) e a fronte di attese degli economisti per un progresso del 2,2%. Il Sol Levante resta in recessione e il dato diffuso dall’Ufficio di Gabinetto nipponico potrebbe mettere fine al dibattito sull’opportunità di un secondo incremento fino al 10% dell’imposta sui consumi, considerando che il primo, in vigore dal 1° aprile scorso, resta la principale causa per il crollo del Pil nel secondo trimestre e per l’ulteriore declino nei tre mesi terminati lo scorso 30 settembre. Su base trimestrale il Pil è calato dello 0,4% contro lo 0,5% di progresso del consensus e l’1,9% di declino della lettura rivista del secondo trimestre. Per il premier Shinzo Abe è un duro colpo, visto che domani dovrebbe annunciare lo scioglimento della Camera Bassa e indire elezioni politiche generali anticipate, oltre a promuovere il rinvio del rialzo dell’Iva al 10% che, senza interventi, sarà operativo da ottobre 2015. La caduta del Pil “è da legare alla lenta ripresa dei consumi e della rettifica delle scorte”. La domanda privata è scesa dello 0,9% sul trimestre, malgrado un rimbalzo debole dei consumi delle famiglie (+0,3%). Gli investimenti privati sono caduti del 6,7% e quelli delle imprese dello 0,2%, non compensati dal +0,7% della componente pubblica. Il contributo dell’export al Pil è stato positivo: +0,8% le importazioni contro il +1,3% delle esportazioni. Il Giappone era uscito dalla recessione negli ultimi mesi del 2012, poco prima dell’arrivo il potere di Abe che lanciò la “sua” ricetta per rafforzare l’economia, basata sulle tre frecce (politica monetaria espansiva, stimoli fiscali e riforme strutturali) della Abenomics. L’inizio è stato incoraggiante grazie alla crescita dell’1,5% del 2013, sostenuta dal maxi allentamento qualitativo e qualitativo (Qqe) deciso ad aprile 2013 dalla Bank of Japan che, di fronte agli affanni dell’economia, ha varato un allentamento addizionale a fine ottobre. I margini di manovra sembrano adesso essere minimi: dopo le mosse della BoJ, i pacchetti di stimoli all’economia del governo devono fare i conti con un debito pubblico oltre il 200% del Pil. Lo stesso rialzo dell’Iva al 10% era al servizio delle risorse di riordino delle spese del welfare e del social securty. Borse asiatiche Deciso ribasso questa mattina per la borsa giapponese con il Nikkei che ha ceduto il 2,96% portandosi a quota 16973. Il calo, che arriva dopo un rialzo del 20% circa da metà ottobre, è stato generato dal dato macro comunicato questa mattina in merito all’andamento della terza economia mondiale ed al rimbalzo dello yen nei confronti delle altre principali valute dopo un periodo di forte depressione per quella nipponica. In calo anche le altre principali piazze azionarie asiatiche con Shanghai che arretra dello 0,2% mentre Hong Kong perde l’1% nel primo giorno di contrattazioni con il nuovo accordo tra le due borse, atto a favorire una maggiore visibilità della borsa cinese per gli investitore esteri. Stabile invece Seul che si è mantenuta attorno alla parità lasciando sul campo un marginale 0,08%. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso l’ultima seduta della settimana poco mossi. Il Dow Jones ha lasciato sul terreno lo 0,10% mentre l’S&P500 e il Nasdaq Composite hanno guadagnato rispettivamente lo 0,02% e lo 0,18%. Più luci che ombre dai dati macroeconomici pubblicato in giornata. Le vendite al dettaglio hanno evidenziato nel mese di ottobre un incremento dello 0,3% m/m, a fronte di attese pari a +0,2%, mostrando un miglioramento rispetto al -0,3% del mese precedente. L’indice escluso il comparto auto è cresciuto dello 0,3% su base mensile (consensus +0,2%). I prezzi alle importazioni sono diminuiti dell’1,3% nel mese di ottobre a seguito di un calo dello 0,6% in settembre, risultando anche lievemente al di sotto delle a ttese degli analisti (-1,2%). I prezzi alle esportazioni sono diminuiti dell’1,0% su base mensile (consensus -0,2%). La stima preliminare di novembre dell’indice di fiducia dei consumatori statunitensi, calcolato dall’Università del Michigan e da Reuters, è salito a 89,4 punti da 86,9 punti della rilevazione di ottobre e al di sopra delle previsioni degli addetti ai lavori pari a 87,5 punti. Le scorte delle imprese hanno mostrato nel mese di settembre un incremento dello 0,3%, in linea con le attese e superiore alla rilevazione del mese precedente (fissata al +0,1%). Sul fronte societario in ribasso il settore biotech, colpito da prese di beneficio. Hertz -4,58%. Il gruppo del noleggio di auto ha annunciato che dovrà rivedere i bilanci 2012 e 2013 a causa di errori contabili. Europa Le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta dell’ottava in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,6%, il Cac40 di Parigi lo 0,1%, il Ftse100 di Londra lo 0,3% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,35%. Italia Il Ftse Mib segna -0,64%, il Ftse Italia All-Share -0,59%, il Ftse Italia Mid Cap -0,20%, il Ftse Italia Star -0,25%. Autogrill (-1,7% a 5,68 euro) in leggera correzione dopo il +8% messo a segno venerdì grazie ai dati del terzo trimestre: escludendo i proventi netti non ricorrenti registrati nel 2013, gli effetti della cessione del Ramo US Retail e i costi di riorganizzazione sostenuti, Autogrill ha segnato EBITDA in progresso dell’8% a/a e utile in crescita da 63,9 milioni di euro a 65,4 milioni. Stamattina Credit Suisse ha promosso Autogrill a neutral da underperform ma al contempo ha limato il target price a 5,80 euro dai 6,40 euro precedenti. Bancari in flessione: l’indice FTSE Italia Banche cede lo 0,8%. In evidenza Banco Popolare (-1 ,7% a 9,48 euro) che conferma il segnale ribassista inviato la settimana precedente e risulta ora esposto al rischio di riattivazione della tendenza negativa in forza da inizio anno verso area 8,70 euro. In controtendenza Banca MPS (+0,2%) dopo l’intervista a Maria Latella dello Sky TG24 del presidente Alessandro Profumo, in cui il manager ha dichiarato che l’ipotesi di aggregazione va resa seriamente in considerazione anche se per il momento non ci sono state proposte. Debole Telecom Italia (-1,1%) nonostante il comunicato che la società ha diffuso questa mattina per smentire le indiscrezioni di stampa dei giorni scorsi relative a un’operazione di aumento del capitale. In calo anche Mediaset (-1,7%), indicata da alcuni rumor come candidata a un’aggregazione con Telecom. WDF (+4,5% a 6,92 euro) accelera in scia ai dati comunicati venerdì pomeriggio: nel terzo trimestre 2014 i ricavi si sono attestati a €726,3mln , in progresso del 19,3% rispetto allo stesso periodo del 2013. Ulteriore allungo per Geox (+5% a 2,75 euro) dopo il +10% di venerdì in scia ai risultati del terzo trimestre (ricavi +16% a/a) e alla conferma degli obiettivi previsti nel Business Plan per il 2014. Il titolo ha completato un doppio minimo (figura rialzista) e ora punta con decisione verso le resistenze a 2,85/2,90.


I dati macro attesi oggi Lunedì 17 novembre 2014 00:50 GIA PIL (prelim.) T3; 10:00 ITA Bilancia commerciale (EU) set; 10:00 ITA Bilancia commerciale (totale) set; 11:00 EUR Bilancia commerciale set; 14:30 USA Indice Empire State Manufacturing nov; 15:00 EUR Audizione Draghi (BCE) al Parlamento europeo; 15:15 USA Impiego capacità produttiva ott; 15:15 USA Produzione industria le ott.