Il prete che inneggia a Mussolini: “Tajani non doveva scusarsi”

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Roma, 14 mar. (AdnKronos) – “per le affermazioni che ha fatto ma è evidente che c’è una pressione culturale che è cieca e che non vuole riconoscere alcuni fatti storici”. Dopo la bufera che si è scatenata sulle parole di Antonio Tajani, che poi ha chiesto scusa per aver detto che il primo Mussolini aveva fatto cose buone, una voce fuori dal coro si fa sentire a favore del presidente del Parlamento europeo. E’ quella di padre Giulio Maria Tam, il prete già scomunicato dal Vaticano che da anni partecipa a manifestazioni dell’estrema destra in tutta Italia, ordinato prete dal vescovo scismatico Lefebvre. “Ci si vergogna delle cose cattive – osserva padre Tam – ma penso a quello che Mussolini ha fatto per la famiglia e per lo stato sociale. Oggi abbiamo la dittatura dei poteri finanziari che tagliano allo stato sociale e si capisce che in questo Mussolini aveva visto bene, portando avanti riforme a favore dello stato sociale”.

“Come storico – annota padre Tam – constato che veniva dal socialismo. Oggi la famiglia e lo stato sociale sono in crisi nera. Lui aveva capito che non c’è un popolo se non ci sono figli e famiglie. Oggi abbiamo la dittatura dei poteri finanziari che tagliano lo stato sociale e allora si capisce che su questi argomenti lui aveva ragione”.

Su Tajani sono piovute critiche trasversali dal mondo politico, dall’Anpi, che lo ha definito “disgustoso”, all’Europarlamento molti partiti gli hanno imposto un aut aut, le scuse o le dimissioni. Tajani ha chiesto scusa a chi si è sentito offeso in conseguenza delle sue affermazioni. “Ha sbagliato a chiedere scusa – ribatte don Tam – ma è chiaro che c’è una pressione culturale che è cieca e che non vuole riconoscere i fatti storici. Giusto vergognarsi delle cose cattive ma prima o poi verrà fuori la verità storica su Mussolini a livello sociale ed economico”. C’è chi ha parlato di retorica fascistoide. “E che significa? Con il primo Mussolini sono state poste le condizioni di benessere sociale. Questi pilastri resteranno sempre, anche oggi che non si mettono più al mondo figli. Oggi senza questi pilastri le famiglie non stanno più insieme, lo stato sociale ce lo stanno portando via. Penso ad esempio alla reazione in Francia dei gilet gialli: è il popolo che si schiera contro la dittatura finanziaria. C’è stata la Repubblica Sociale ma il primo Mussolini non si contesta. Riconosciamo i fatti storici: il lavoro per la sanità, la struttura sociale, e vergogniamoci delle cose cattive”.