Il ricordo del console Armando Ginesi

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Un ricordo nella vita diplomatica di un console vale indipendentemente dalla nazione che rappresenta perché egli appartiene ad uno Stato che forse non c’è più, ma che ci accomunava tutti sin dal tempo degli antichi romani, ed era l’ambito elevato del contatto e della comunicazione che spezza le catene del mutismo, e irrompe nelle stanze dell’interesse spinto per ricordare che lo sviluppo di una società passa attraverso l’incremento del valore diplomatico di un rapporto, e questo vale ancor più durante un conflitto, anche il più crudo. L’abbiamo recensito più volte ma non può sfuggire perché la sua dipartita è vecchia solo di circa due mesi, ma il saluto estremo che si deve ad Armando Ginesi, critico d’arte marchigiano e console russo è un moto doveroso e spontaneo. Ne diede notizia il figlio Marco sul profilo social di Facebook del padre: «Comunico agli amici che mio padre Armando ha appena raggiunto la sua amata moglie Anna alla casa del Padre. Vi chiedo una preghiera». Ginesi aveve compiuto 84 anni il 6 marzo 2022, ed è stato uno dei più importanti critici d’arte marchigiani, docente di storia dell’arte all’Accademia delle belle Arti di Macerata, nonché esperto delle avanguardie storiche del Novecento europeo.

Armando Ginesi è stato soprattutto qun critico d’arte italiano, nato a Jesi il 6 marzo 1938, e fu nominatoconsulente culturale e componente del comitato scientifico di Ultradesign Formazione. Egli ha fondato “Spazio della Fantasia”, rassegna annuale dedicata a Gianni Rodari a Pievetorina in provincia di Macerata. Nel 2007 è nominato Cittadino Onorario di San Marcello, nonché Socio Onorario dell’Accademia Imperiale dell’Arte Russa di Mosca, fondata da Pietro il Grande nel 1757. Il volume “Le Marche e l’Arte del XX secolo. Atlante degli artisti”, da lui curato per le edizioni Motta di Milano, ha ricevuto una delle due segnalazioni del Premio Internazionale di Critica d’Arte Salimbeni, edizione 2007. E’ il primo libro di critica d’arte contemporanea a ricevere, nella lunga storia del Premio, una segnalazione che era stata sempre riservata alle disamine di arte antica.
Nel 2007 ha curato la mostra “Biblia Pauperum” (quarta edizione) dedicata al libro biblico “Il Cantico dei Cantici” con annessa esposizione “Attualità dell’arte sacra”, per conto della Diocesi di Jesi. Nel settembre del 2008 è uscito“Cinquant’anni attorno all’arte. Dall’A alla Z”, per i tipi editoriali “Affinità Elettive” e “Cattedrale” di cui sono state realizzate nell’anno due edizioni.

Nominato Presidente del Comitato Scientifico della mostra antologica “Per gli 80 anni di Walter Valentini”: Settembre 2008, Mole Vanvitelliana di Ancona, a cura di Elena Pontiggia, Armando inizia la collaborazione con il mensile “Russia-Italia” (bilingue) edito a Milano.
Nel 2008 il Circolo della Stampa di Milano gli ha assegnato il Premio Cultura per cinquant’anni di ricerca storico- artistica compendiata nei suoi ultimi volumi; premio che l’anno precedente era stato attribuito a Papa Ratzinger per il libro “Gesù di Nazareth”.
Nello stesso anno è stato inserito nel Comitato Nazionale per le Celebrazioni Pergolesiane del 2010, in occasione del 300° anniversario della nascita del compositore, presieduto dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta e con Presidente Onorario il Cardinale Angelo Comastri. A dicembre del 2008 è stato pubblicato, per il Gruppo Industriale Loccioni di Rosora, il suo scritto “Jesi dentro le mura” e sempre nel dicembre 2008 ha promosso, in qualità di Console Onorario della Federazione Russa, la pubblicazione di un ricco volume di oltre 400 pagine a colori dal titolo “Tesori artistico-religiosi delle Marche”, in lingua italiana e russa, in cui alla sua firma si è aggiunta quella di Sua Santità Kirill I, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, all’epoca Metropolita di Smolenskij e Kaliningrad. Seguono tante raccolte e onorificenze ma quello che conta è il valore umano che il critico d’arte possiede ed opera nella comunicazione diplomatica volta alla pacifica convivenza dei popoli, un esempio che mai come oggi molti dovrebbero adoperare, almeno per non andare a cercare losche figure in coloro che dovrebbero svolgere il ruolo diplomatico definitivo per la fine di una guerra, perché le grandi personalità diplomatiche ci sono, o almeno c’erano, ma non si sono volute coinvolgere negli atti di pacificazione che a chiacchiere tutti affermano di desiderare intensamente ma non è vero.