Accolti i ricorsi delle principali associazioni dell’avvocatura per l’annullamento del regolamento elettorale forense. Vince il principio pluralistico, dunque: il Tar Lazio richiama quanto già statuito dal Consiglio di Stato in sede di appello cautelare, precisando che “il sistema di elezione a voto limitato è un meccanismo tipico dell’elezione di organi collegiali, tendenzialmente preordinato a permettere che all’interno dell’organo da eleggere siano rappresentate anche le minoranze”. Si chiude con una vittoria la battaglia portata avanti per mesi dall’avvocatura per vedere garantito il diritto di rappresentazione delle minoranze all’interno degli Ordini. “La vicenda processuale si può dire conclusa con il riconoscimento del pluralismo della rappresentanza ordinistica forense”, spiega Maurizio De Tilla, presidente dell’Associazione nazionale avvocati italiani. In sostanza, si tratta di rispettare, secondo l’Anai, lo stesso principio già garantito per l’elezione della Cassa di previdenza, con la presentazione di liste con quozienti per l’elezione dei delegati, e per l’elezione dell’Organismo unitario dell’avvocatura, dove le preferenze non possono superare i due terzi dei delegati congressuali da eleggere. Analoga previsione è stata prevista nella legge di riforma dell’ordinamento forense, con cui il regolamento elettorale annullato dal Tar era in contrasto. “Gli Ordini che fino ad oggi non hanno provveduto alle elezioni possono accingersi a farlo in base alle regole sancite dal Tar che ha, nello specifico, dichiarato la illegittimità degli articoli 7 e 9 del regolamento ministeriale”. In particolare, di queste due norme si contestava la possibilità di esprimere un numero di preferenze pari al numero di candidati da eleggere, la presentazione di liste con il medesimo numero e schede elettorali con con un numero di righe pari a quello dei componenti del Consiglio da eleggere. Sono circa 40 in tutta Italia quindi gli Ordini che andranno alle urne dopo il necessario adeguamento regolamentare. Tra questi, in Campania, Napoli, Nola, Avellino e Benevento. “Il Consiglio nazionale forense dovrà assumere un ruolo fondamentale perché si proceda con regolarità alle elezioni”, precisa De Tilla, che prosegue: “La questione che però rimane in piedi è quella della sorte delle elezioni già celebrate in numerosi Ordini, eccetto Salerno che, come in altri casi, si è già attenuto ai principi sanciti dal Tar e invocati dall’Anai”.