Il venerdì rosa del premier tra Roma e Bruxelles. Istat e Bankitalia spargono ottimismo, italiani scettici

55
in foto la conferenza stampa di Giorgia Meloni dopo il Cdm

La premier Meloni a Bruxelles è stata accolta bene, nonostante portasse con sé virtualmente compiti a casa svolti con dubbia diligenza, il risultato dell’ultimo CdM. Venerdì, al suo ritorno, l’aspettava per la riprova della validità sua personale e del suo governo, un Consiglio dei Ministri con all’ordine del giorno argomenti di particolare importanza, primo fra tutti la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, propedeutico alla approvazione del Bilancio dello Stato. Per quanto riguarda quella Nota, c’è da osservare che è tale l’esigenza di far presto e bene gli aggiustamenti previsti nel suo corpo, che ha meritato precedenza assoluta sugli altri argomenti pur cogenti. Essa è stata adottata anche per gli impegni presi dal governo Draghi con la EU per il completamento del PNRR. Così il governo ha deciso di rimandare al prossimo CdM la discussione delle misure di contrasto al caro energia in favore delle aziende e delle famiglie. Intanto, sempre nella stessa giornata, sono arrivate notizie che avrebbero dovuto dare agli italiani una botta di ottimismo. Invece, con buona probabilità, almeno in quella parte di loro che segue le informazioni con una certa continuità, avrà sortito piuttosto un effetto di scoramento misto a rabbia. L’ Istat fa sapere che in ottobre l’occupazione ha ricominciato a crescere. Andando nel dettaglio si viene a conoscenza che la percentuale di incremento di quell’importante fattore della produzione nel sistema socioeconomico del Paese, è cresciuto dello 0,2% sul dato simile appena precedente. È evidente che i diretti interessati si sentano becchi e bastonati o più semplicemente costretti a subire, oltre al danno, la beffa. Altrettanto vale per le comunicazioni del Governatore della Banca d’ Italia Visco. Intervenendo giovedì all’ OMFIF, il forum dell’Osservatorio di Moneta e Finanza Internazionale, ha detto che per la tenuta dell’economia del Paese non si intravedono particolari ostacoli per lo sviluppo. Tale andamento durerebbe almeno fino a tutto il 2024, seppur con percentuali di crescita della produzione limitate, dell’ordine di quelle già indicate dall’Istat per l’occupazione. Inoltre altre situazioni internazionali si stanno dimostrando meno negative del previsto, sia per quanto riguarda le partite positive che quelle negative. Solo per dare un’idea, per la prima valga la tenuta globale dell’export tricolore, per la seconda un aumento più limitato del previsto del caro energia. Degli sviluppi della situazione ucraina il Governatore non ha ritenuto di valutare, neppure a grandi linee, i possibili sviluppi e effetti, quindi avanti così che si va bene, o almeno è quanto pensano i vertici dell’Istituto di Emissione. Nel numero uno di Palazzo Koch deve aver preso forma un anelito di ottimismo che, appena una settimana fa, era distante da lui mille miglia. Motivato da chi o da che, probabilmente lo sa solo lui. Un’altra componente di tale euforia potrebbe essere la sindrome dell’acquafrescaio napoletano che, per dar risalto al suo mestiere, alla domanda degli avventori se la sua acqua sia fresca, risponde senza esitazione che è gelata. Malgrado i vari pannicelli caldi usati finora per riscaldare gli animi degli italiani, i loro effetti si stanno rivelando decisamente insufficienti. Per avere una verifica sul campo del forte disagio provato dalla popolazione di fronte all’impegno della spesa quotidiana o settimanale di una famiglia, è sufficiente prestare attenzione alle considerazioni che fanno gli agricoltori all’uscita da un supermercato. Gli stessi si chiedono vicendevolmente come mai trovano sui banchi al suo interno prodotti della terra simili a quelli che coltivano anche loro a enne volte il prezzo che riescono a spuntare sul campo loro stessi e i colleghi. È evidente, concludono gli stessi preziosi e meritevoli operatori del settore primario, che oltre ai naturali rincari c’è qualche altra cosa che fa, come un determinato tipo di insalata, da rinforzo ai rincari generalizzati. I vari operatori economici, autori dei diversi processi che portano I prodotti dalla terra sulle tavole, sono consapevoli che molti dei ricarichi, anzi troppi, sono frutto di speculazioni. Le stesse che, nel corretto operare mercantile, non hanno neppure un ombra di requisito per essere presenti. Il fenomeno del diffondersi di tali comportamenti è esteso a tutti i comparti socioeconomici operanti in un mercato libero. L’ ultima serie di episodi macroscopici dello stesso genere è ancora sotto gli occhi di chi vuol vedere. Basta concentrare l’attenzione su quanto accade ogni giorno alla Borsa Valori di Amsterdam. La precisazione del tipo di entità compravendute é d’obbligo perché in quel mercato virtuale vengono scambiati titoli che rappresentano solo marginalmente gli idrocarburi, soprattutto il gas. A passare di mano sono prevalentemente documenti derivati dalle operazioni reali, solo in parte legati a vere e proprie transazioni mercantili. Il resto, la parte più volatile, si muove con logiche (?) da tavolo verde, quindi di pura sorte. Fa riflettere che a questa conclusione i vari governi siano arrivati con forte ritardo e con scarsa convinzione, prestando così il fianco a dubbi legittimi. Come quello che la Finanza internazionale, la stessa che viaggia su binari a alta velocità senza fermarsi nelle stazioni dell’economia reale, riceva dai governi di diversi paesi un trattamento di particolare riguardo. Null’ altro da aggiungere oltre a un particolare non di poco conto. Il Consiglio dei Ministri è atteso all’importante prova del varo di ulteriori misure di difesa in favore di aziende e famiglie per aiutare entrambe le categorie a contrastare il caro energia. È un collo di bottiglia molto significativo per quella che sarà l’attività del governo d’ora in avanti. Uomini e donne avvisati, in buona parte salvati. Con l’aggiunta rivolta alla Presidente del Consiglio che chi è causa del suo male, non potrà far altro che piangere se stesso. Vale per entrambi i sessi, va da sé e solitamente non concede appelli.