Imprese di assicurazione, dati in calo ma mercato solido

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L’Associazione Nazionale delle Imprese di Assicurazione (ANIA) si accinge a divulgare i dati ufficiali della raccolta del trascorso anno 2016. Un anno che ha visto una contrazione totale dei premi raccolti. In termini numerici il calo del mercato è stato dell’8,8% rispetto al 2015.

Infatti dopo quasi 5 anni di continuo incremento, anche il ramo vita ha chiuso con il segno meno (-11%). Il ramo danni conferma il trend degli anni precedenti  per via del continuo decremento del settore R.C. Auto, che continua a registrare una significativa discesa dei premi medi. La diminuzione nel settore Auto incide moltissimo, visto che la flessione del settore è stata del 3,8% (la sola R.C. Auro ha un segno meno del 5,6%). In ogni caso la diminuzione complessiva del ramo danni è pari a -1%.

Bisogna dire che il ramo vita teneva in campo positivo l’intero comparto. Andando in sofferenza anche la raccolta di questo settore, tutto il mondo assicurativo ha chiuso con un decremento significativo. L’incidenza dei premi totali (Vita e Danni) sul Prodotto Interno Lordo è pertanto diminuita, passando dall’8,9% nel 2015 all’8% nel 2016.

Il dato però va sviscerato ed analizzato, in quanto è possibile leggere tra i numeri dei dati molto importanti per gli argomenti che più ci interessano. Infatti se la raccolta premi nei rami Danni è stata pari a 32 miliardi – in calo dell’1% rispetto al 2015, come avevamo già indicato – significativa è la dinamica all’interno di questo risultato.  

Al netto di questo dato riscontriamo che gli altri rami Danni sono cresciuti del 2,0%. E in questo dato leggiamo con piacere che il ramo cauzioni – che maggiormente cattura le nostre attenzioni – è cresciuto del 7,2%. Un dato significativo che si aggiunge ai segni positivi degli incrementi registrati negli anni precedenti.

A questo punto è necessaria una digressione non di poco conto, che ci porta a parlare del settore degli appalti pubblici, da sempre intrinsecamente connesso al ramo cauzioni. Il 2016 si è chiuso con una flessione fortissima sia del numero dei bandi (-12,3%) che del valore assoluto delle opere appaltate (-29,3%).

L’ entrata in vigore del D. Lgs 50/2016 (nuovo Codice degli Appalti) ha funzionato come una sorte di spartiacque per le stazioni appaltanti. Infatti nella prima parte dell’anno, prima dell’adozione del nuovo codice, si è registrato uno sprint positivo. Gli operatori del settore hanno parlato di una corsa allo “svuota-cassetti”, con la quale gli enti hanno bandito tutte le procedure in sospeso che sarebbero risultate inservibili alla luce dei nuovi indirizzi dettati dalla nuova normativa. Ma nonostante una leggera ripresa verso la fine dell’anno, il saldo è stato comunque fortemente penalizzante.

E anche l’avvio del 2017 non promette nulla di buono, visto che i dati relativi ai primi due mesi dell’anno parlano di un crollo delle gare (- 15,2% rispetto a febbraio 2016) e del valore assoluto degli appalti (- 15,4% rispetto a febbraio 2016).

Ciononostante il ramo cauzioni continua a segnare incrementi positivi che lasciano comprendere come il settore sia vivo e soprattutto si stia sviluppando in altri ambiti dell’economia, slegando il connubio che da sempre lo collegava agli appalti pubblici. E bisogna anche considerare che questo dato non rileva alcuni operatori che non vengono contemplati nelle tabelle pubblicate dall’Associazione delle Imprese. Basti pensare che i dati relativi alla performance di alcune importanti compagnie che, non aderendo all’ANIA, non trovano rilevazione. Parliamo per la maggior parte di Compagnie straniere in Libera Prestazione di Servizi (che operano senza stabilimento) le quali stanno conquistando fette significative di mercato.

Un mercato importante – quello delle cauzioni – che sta fornendo un contributo fondamentale alla nostra economia, sostituendo in gran parte il credito bancario che si è contratto per via delle nuove regole dettate dall’ accordo, per rafforzare i controlli prudenziali degli intermediari finanziari, stipulato tra le Banche Centrali Europeee meglio conosciuto come Basilea 3.