L’output brevettuale riflette in Italia le caratteristiche della specializzazione produttiva. Rispetto alla media Ue le domande per invenzioni sono piu’ che doppie per il settore del tessile-abbigliamento-pelletteria, mentre cresce la specializzazione nei brevetti per l’industria alimentare. Lo rileva Istat nel Rapporto sulla conoscenza. Tuttavia, considerando anche il numero di brevetti, le aree di gran lunga dominanti sono quelle dei macchinari e attrezzature, delle apparecchiature elettriche, dei mobili e altra manifattura (gioielleria, articoli sportivi) che, insieme, nel 2013 rappresentano il 51,9% delle domande nazionali di brevetto (in aumento dal 47,3% nel 2007). La forza dell’Italia si osserva nell’intensita’ di marchi e disegni industriali: le imprese italiane mantengono una posizione di primo piano (nel 2016 le domande di marchi all’Ufficio europeo per proprieta’ intellettuale sono state 9mila su 69 mila dall’Ue).
La meta’ delle imprese con almeno 10 addetti realizza attivita’ innovative, in linea con la media Ue, ma meno del 20% delle imprese innovatrici nel 2012-14 lo ha fatto collaborando con altre imprese e centri di ricerca, contro circa un terzo nell’Ue.
In Campania il 30% di Pmi innovatrici
La quota di imprese innovatrici varia dal 50% in Veneto al 30% in Sicilia e Campania; Centro e Sud sono sotto la media nazionale. Le esportazioni di servizi rappresentano nel 2016 il 12,4% del Pil nell’Ue (9,1% nel 2006) e il 5,4% in Italia (5,2%), all’ultimo posto in Europa. I servizi d’impresa evoluti (finanziari, gestionali, informatici, tecnici e di leasing, e per i diritti di sfruttamento della proprieta’ intellettuale) nel 2015 incidono per il 39,3% sull’export di servizi nell’Ue e appena il 19,2% su quello italiano. Il nostro Paese e’ rimasto chiuso all’interscambio di servizi. La crisi ha avuto per effetto la caduta della domanda di servizi avanzati da parte delle imprese e ha favorito il surplus nei servizi turistici. Negli anni piu’ recenti si osserva una crescita nelle esportazioni di servizi di R&S (salite oltre la media Ue) e di quelli informatici (ancora molto distanti). Migliorata invece la qualita’ dei beni piu’ che negli altri paesi Ue, con livelli superiori o prossimi a tre volte la media mondiale per i prodotti di abbigliamento e pelletteria e quasi due volte per il tessile. Anche artigianato e opere d’arte hanno presentato un saldo attivo per quasi mezzo miliardo.