Imprese, Istat: Sale la fiducia, valori medi allineati a quelli del 2007

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Ad agosto l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta passando da 106,9 a 110,8, rafforzando i segnali di miglioramento emersi nei mesi precedenti; anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese registra un aumento spostandosi da 105,6 a 107. In questo caso l’indice si colloca sui valori medi del 2007. Lo rileva l’Istat, diffondendo i dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese. Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori – spiega l’Istituto di statistica – sono in aumento: il clima economico e quello personale passano, rispettivamente, da 123,1 a 128,1 e da 101,6 a 105,6; il clima corrente sale da 106,3 a 109,3 e il clima futuro aumenta da 108,4 a 114. 
“I giudizi e le aspettative circa la situazione economica del Paese sono in miglioramento e contemporaneamente tornano a diminuire le aspettative sulla disoccupazione – si legge in una nota -. Per quanto riguarda le opinioni sull’andamento dei prezzi al consumo, si rileva un aumento sia della quota di individui che ritengono i prezzi aumentati negli ultimi 12 mesi sia di quella di coloro che si aspettano un incremento nei prossimi 12 mesi”. 
Con riferimento alle imprese, nel mese di agosto i diversi settori economici mostrano segnali eterogenei. In particolare, il clima di fiducia aumenta nel settore manifatturiero e in quello dei servizi passando, rispettivamente, da 107,8 a 108,1 e da 105,1 a 107; invece nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio l’indice è in diminuzione (da 131,1 a 128,4 e da 108,8 a 105,3, rispettivamente).
L’analisi delle componenti dei climi di fiducia delle imprese evidenzia, nel comparto manifatturiero, un aumento delle attese sulla produzione in presenza di un lieve peggioramento dei giudizi sul livello degli ordini e di una diminuzione del saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino. Nel settore delle costruzioni, sia i giudizi sugli ordini sia le aspettative sull’occupazione presso l’impresa sono in peggioramento. Nei servizi, migliorano sia le aspettative sugli ordini sia i giudizi sull’andamento degli affari; invece, i giudizi sugli ordini registrano un lieve peggioramento. Nel commercio al dettaglio si registra una diminuzione sia del saldo relativo alle vendite correnti sia di quello relativo alle aspettative sulle vendite future; le scorte di magazzino sono giudicate in accumulo rispetto al mese scorso. 
“L’indice del clima di fiducia dei consumatori non è mai stato così alto dal 2007: quasi 111 ad agosto – scrive su Facebook il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi -. Lo comunica l’Istat, che evidenzia anche l’aumento della fiducia dei consumatori nelle prospettive economiche del Paese e nella riduzione della disoccupazione. Segnali positivi che accompagnano quelli sulla crescita del Pil nel 2017 superiore alle aspettative e i dati sul calo della disoccupazione. Un Paese che cresce è un Paese che ha fiducia nel futuro. Le riforme dei Mille Giorni e le misure del Governo producono risultati: andiamo #avanti per tornare a far crescere l’Italia”. 
Su un’altra lunghezza d’onda Federconsumatori: “Un quadro, quello rilevato dall’Istituto Nazionale di Statistica, a nostro parere eccessivamente fiducioso e ottimista – si legge in una nota dell’associazione -. Non dimentichiamo, infatti, che poco più di un mese fa, la stessa Istat diffondeva dei dati sconfortanti relativi alla grave situazione di povertà e disuguaglianza esistente nel nostro Paese”. 
“Riceviamo continuamente segnalazioni e denunce di cittadini in difficoltà, che non riescono a far fronte alle spese ordinarie. Tali testimonianze dimostrano, purtroppo, come sia ancora lontano il definitivo superamento della crisi economica” sostiene Emilio Viafora, presidente Federconsumatori. “Per questo – continua l’associazione – riteniamo urgente che il Governo resista alla tentazione di lasciarsi trasportare da questo quadro roseo, ma, con responsabilità, in vista dell’approvazione della legge di bilancio, adotti politiche strutturali orientate alla ripresa del potere di acquisto delle famiglie ed al rilancio dell’occupazione. Il lavoro rimane, infatti, la vera priorità del Paese: è il vero punto di svolta in grado di avviare una concreta uscita dalla fase depressiva”.