In Irpinia chiude la Novolegno, a casa i 105 dipendenti. Rifiutati gli incentivi regionali. Il sindaco: Azienda scorretta

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“La politica ha fatto il possibile. Non hanno accettato alcuna collaborazione, ma Fantoni ha rifiutato gli incentivi della Regione Campania e non ha mostrato alcun interesse ai tavoli al Mise. Ha abbandonato questo territorio sfruttato negli ultimi 40 anni licenziando 105 operai il giorno successivo l’emanazione del decreto rilancio del governo che offre incentivi alle imprese. Non proprio una bella figura”. Così Valentino Tropeano, sindaco di Montefredane (Avellino), sull’epilogo della vertenza Novolegno, azienda ospitata proprio nel comune irpino. Dopo mesi di occupazione dell’Aula consiliare del Comune da parte degli operai della fabbrica, protesta inscenata per non far calare il silenzio sulla vertenza, il gruppo Fantoni proprietario dell’azienda irpina con stabilimento a Montefredane e sede principale a Osoppo (UD) ha confermato la procedura di licenziamento avviata a maggio del 2018 chiudendo lo stabilimento e, sottolinea una nota di Tropeano, “rispedendo al mittente tutte le proposte e le aperture di governo e Regione Campania” sollecitate a più riprese anche dall’Amministrazione cittadina di Montefredane. “Abbiamo riscontrato poca collaborazione, scorrettezza. Ho avuto la sensazione che siamo antipatici all’azienda”, rimarca Tropeano prendendo atto della decisione “di non concedere la cig in questo periodo molto particolare”. La cig covid, approvata dal ministero del Lavoro e rifiutata dal cda, sarebbe costata all’azienda una decina di migliaia di euro e avrebbe dato respiro a 105 famiglie per i prossimi 4 mesi oltre alla possibilità di portare avanti trattative per la ripresa. Una mancata firma che il primo cittadino legge come “segnale inequivocabile di una ferma volontà di lasciare a tutti i costi”.
Dubbi del primo cittadino anche sulla legittimità dei licenziamenti che chiederà all’azienda di manutenere l’impianto e le decine di migliaia di metri quadri: “mi attiverò – scrive – per garantire massima sicurezza ai cittadini vigilando sul futuro di questa area”. Il gruppo Fantoni dovrà presentare un piano di “bonifica, manutenzione dell’impianto e messa in sicurezza. Dobbiamo essere sicuri del funzionamento delle vasche di decantazione per l’acqua piovana prima di essere messe nel fiume. La pulizia dei silos dove potrebbe esserci ancora del materiale polveroso. Contatterò l’Arpac – conclude Tropeano – affinché possano essere fatte tutte le verifiche necessarie a garantire la salute dei cittadini”.