In Kayak direzione Tunisi, parte da Agropoli la sfida dei veterinari per la pace

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Un viaggio “a ritroso” con 569 miglia da percorre in 20 giorni fino all’antica Cartagine. Salpati sabato 25 giugno da Agropoli, un gruppo affiatato quanto trasversale di ricercatori, sportivi, medici, veterinari attraverserà il Mediterraneo ognuno a bordo del proprio kayak per raggiungere la riva di Tunisi. Un’impresa sportiva, sociale e di ricerca. Promossa dall’associazione “Il mare che unisce”, animata dal kayaker-vetrinario Raffaele Bove, la spedizione metterà alla prova la resistenza degli avventurieri dando vita a significativi prodotti scientifici, tra cui: un documentario sulla fauna marina con protagonista la tartaruga Caretta Caretta (rappresentata dalla simpatica mascotte del gruppo di nome Medy); attività di avvistamento, segnalazione e primo soccorso di animali in difficoltà o feriti; la promozione della “Dieta mediterranea” e delle attività di pesca locali tunisine con la collaborazione di esperti in “food safety and security”.

IMG 20160624 172925Tra gli obiettivi anche uno studio su “La resilienza nel settore agricolo e della pesca” volto a offrire alle popolazioni del Nord Africa un’occasione di crescita e sviluppo in questi due settori. Ed è stato questo studio a fare da apripista alla missione. Promossa in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia la ricerca si struttura, inoltre, in un ciclo di convegni riconosciuti dal Ministero ed accreditati Ecm: quello di ieri ad Agropoli, l’11 luglio a Palermo e il 15 luglio a Tunisi. “Tra gli obiettivi – spiega Raffaele Bove nel suo intervento – proporre soluzioni alle sfide ambientali ed alimentari delle comunità vulnerabili euro mediterranee minacciate da fattori ambientali e socio-economici, approfondire conoscenze e competenze scientifiche nel settore agro-zootecnico ed ittico e valutare modelli eco-sostenibili di realizzazione di Centri di accoglienza sulle coste del Mediterraneo interessate dal fenomeno della migrazione”.

Stand allaccoglienza dei kayaker nei porti di attraccoSvoltosi nella splendida cornice del Castello Aragonese, che si erge maestoso sul promontorio agropolese incastrandosi con il borgo antico, l’incontro è stato inoltre promosso dall’ordine dei Medici Veterinari di Salerno. “Resilienza è una parola bellissima – spiega il presidente dell’ordine Orlando Paciello – una parola che tutti dovremmo conoscere ed utilizzare, specialmente in questo periodo”. Già, ma cosa significa resilienza? In sostanza saper far fronte a eventi traumatici, ristabilire un equilibrio quando ogni ordine sembra essere smarito.  
Avvia i lavori del convegno Gaetano Oliva, direttore del dipartimento di Medicina veterinaria e produzioni animali (Mvpa) della “Federico II”; la sua relazione è ricca di enfasi e significato, sottolineando l’importanza della contaminazione culturale e della voglia di apprendere da chi è diverso da noi. Poi il saluto del sindaco di Agropoli, Franco Alfieri: “La valorizzazione del territorio, dei prodotti locali e della nostra dieta è fondamentale” ribadisce prima di passare la parola a Francescantonio D’Orilia, presidente fondazione MidA, che ha aderito al progetto fornendo il supporto tecnico-logistico alla campagna di promozione della dieta mediterranea e sicurezza alimentare. Ad ogni tappa del percorso in kayak (Agropoli 25/06; Palinuro 26/06, Scario 27/06, Sapri-Policastro 28/06, Maratea 29/06, Tropea 30/06) sono previsti stand informativi sulla dieta mediterranea, la sicurezza alimentare ed il primo soccorso. A chiudere la prima sessione è Aniello Anastasio dell’Università degli studi di Napoli “Federico II”, con una interessantissima relazione sull’esperienza di collaborazione tra il dipartimento Mvpa, l’Ong italiana Cospe e il partner tunisino Giip, nella realizzazione di uno stabilimento per la produzione di prodotti trasformati della pesca, con sede in Tunisia.

Tra resilienza e mediterraneità, verso una scienza della pace

A moderare la seconda parte del convegno Luigi Morena, in funzione di Antonio Sorice presidente SIMeVeP, che apre con l’intervento di Antonio Lucchetti, direttore del distretto sanitario di Salerno e responsabile della gestione degli sbarchi profughi nel porto di Salerno: “Vedere e toccare la sofferenza di questi popoli di persona, cambia profondamente te stesso e chi è attorno a te”. Quindi Bove consegna al Lucchetti, in riconoscimento del lavoro svolto a diretto contatto con i migranti, il gagliardetto del Consiglio Regionale della Campania, “per l’ottimo lavoro svolto e la sensibilità umana dimostrata nel dirigere le azioni”.

La parola passa a Gina Biasini, dirigente veterinario IZS Umbria e Marche, con passione e forza definisce la complessità della gestione di una mensa in un centro di accoglienza, aprendo prospettive nella valutazione di nuovi scenari e nuove procedure operative. Angelo Elia del Pmi Institute rafforza il concetto di buona progettazione e gestione del project management, anche attraverso l’appartenenza a network di professionisti ed aziende. Segue l’intervento del direttore dell’associazione “Il Mare che Unisce” Marta Marino: “La resilienza e la mediterraneità sono nuove chiavi di lettura per un approccio integrato all’emergenza profughi. Il nostro progetto vuole essere veicolo di questo messaggio di pace e collaborazione lungo le coste del Mediterraneo”. Chiude i lavori Arcangelo Saggese Tozzi, vice responsabile del Dipartimento di prevenzione Asl SA, con un intervento trasversale che ha fatto da collante dei vari interventi e stimolando ulteriori riflessioni.

Prossime tappe del ciclo di incontri, come detto, Palermo e infine Tunisi. Ma, forse, mai come in questo caso non contano le tappe quanto il percorso che le unisce, l’impresa sportiva e scientifica di sei kayaker che tracciano un tragitto di pace, di tanti ricercatori e professionisti che attraverso di loro si uniscono per porre le premesse di progetti in grado di dare risposte concrete a una popolazione che da millenni condivide le nostre sorti, il tutto in nome della sapienza che prima e più di tutte le altre ci radica in quel che siamo: l’agricoltura.